lunedì 20 aprile 2015

Pendolare universitario

Il pendolare universitario si sveglia molto presto. Sono orari che non si capiscono ( le lezioni iniziano tra tre ore...), ma non ci sono altri modi alternativi.
Fuori è sempre buio e anche i gufi mentre apri i rotolanti delle finestre ti dicono "Che cazzo faiiiiiiii?!?!".
La colazione deve avvenire sennò si sviene e a Firenze/Pisa qualsiasi brioche è fin troppo cara.
Ti incammini verso la stazione mentre aprono i primi negozi e ti difendi dal freddo pungente in un cappotto che ormai puzza di università, ovvero di treno e di appunti.
Alla stazione superi i turisti con i trolley (ma dato che siete in vacanza, perchè cazzo prendete il treno alle sette? Oh rimanete a letto!), respingi gli schifosi tentativi di accattonaggio e ti fermi davanti al tabellone.
15 minuti di ritardo.
"Che palle, madonna! Ora mi metto a sedere per aspettare..."
Guardi la sala di aspetto: quattro Rom bivaccati, tre ubriachi che puzzano di vino più di Merigo, un matto che sta urlando di essere Dio da alcuni minuti (allora perchè aggiunge spesso un "cane" e un "porco" dietro al suo nome?), una persona di dubbia identità che dorme su tre poltroncine...
Alla fin fine in piedi non si sta così male.
Spero che tu abbia già fatto il biglietto perchè il bigliettaio ha mangiato pane e fantasma e non c'è mai: spero che il suo stipendio diminuisca ad ogni sua assenza da questa stazione. Tanto non avverrà.
Le macchinette? O avete i soldi precisi o di preciso spero che abbiate le preghiere: pregate infatti che non vi mangi improvvisamente i soldi o che il touch funzioni.
Tiri fuori i soldi di tasca e si avvicinano gli zingari: sentilà che odorino!
Secondo me è "Acqua di Giò". Sì, ma di GIO' LA SCIOLTA.
Li allontani perchè ormai ne hai abbastanza e prendi il tuo biglietto.
Esci perchè dentro la stazione l'aria è irrespirabile e attendi fuori al freddo il tuo treno.
L'aria gelida ti costringe a infilarti le mani nelle tasche del cappotto e ad alzarti la sciarpa. Il tuo treno fortunatamente arriva.
"Fate scendere! Bambini fate scendere!!" ripete ossessivamente una maestra che porta in gita una scolaresca. Andrebbe ripetuto un po' a chiunque quella frase data ľignoranza che si ripresenta anche solo per salire sul treno. Menomale ti è toccato VIVALTO come treno, altrimenti sarebbero stati dolori.
Olfattivi soprattutto.
Sali le scalette e ti posizioni in alto: sfruttiamo la seconda parte del nome VIVALTO almeno...
Tutti posti a 4, ideali per chi vuole stare largo, per chi è in compagnia, ma purtroppo anche a chi piace rompere le scatole e far spostare gli oggetti personali di uno già seduto.
Attimo di riflessione: vedi che ho uno zaino, sciarpa e cappello, ci sono altri posti liberi, ma mi chiedi se è libero.
Facendomi questa stupida domanda mi obblighi a tenermi addosso tutto il mio ambaradan di roba e stringermi in un sedile.
Tranquillo, la prossima volta sarà occupato!
Passa il ragazzo con il bigliettino con il quale vuole i soldi, passa il turista con otto trolley (bimbo, se viaggi in treno portati meno roba!), passa a corsa quello che non ha pagato il biglietto, passa quella che urla al telefono, ma il controllore non passa mai.
Passerà quando hai il biglietto nascosto o quando non lo hai proprio.
Se il tuo ha una lieve sbavatura nel timbro sei un furfante, i Rom senza, invece, vengono solo fatti scendere.
Parità dei trattamenti non ti conosco.
Ecco la stazione di arrivo: insieme a te scendono altre ottomila persone e ti sembra proprio di stare nei film americani quando a New York attraversano la strada in tremila.
"Bah oh c'eri anche te sul treno?!"
"Sì ma non te ľho detto perché mi stai sul culo "
Buona mattinata universitaria!

giovedì 16 aprile 2015

Recensioni semiserie - Batman (1989)

Il Batman, quello vero.
Lasciato nel dimenticatoio perchè "Christian Bale e Heath Ledger sono più fighi", perchè "Viva i film d'azione", perchè "Sei un vecchio e guardi i film vecchi" o perchè "Cazzo voi mette?", quando si parla dell'uomo pipistrello non mi viene mai in mente la voce ridicola del Cavaliere Oscuro, ma Micheal Keaton.
Poco conosciuto, è stato un mito della mia infanzia e ringrazio mio padre che decise di registrare sia il Batman del 1989 che quello del 1992.
Per chi lo conoscesse poco, Keaton ha interpretato lo "Spiritello porcello" in Beetlejuice nel 1988 e data la grande prova ed il buon successo di pubblico, Tim Burton (non paragonatelo a Nolan, via!) ha deciso di riproporlo nella storica riproduzione cinematografica di Batman dell'epoca moderna dopo il semi fiasco del lungometraggio del 1966.



Nel Batman per eccellenza che vi sto descrivendo apparivano anche Kim Basinger nel ruolo della  strafiga di turno (vince a man bassa contro la regina delle occhiaie Maggie Gyllenhaal), il maggiordomo più docile di tutti interpretato da Micheal Gough e l'impacciato commissario Pat Hingle che è forse l'unica sconfitta che Batman ha contro il "Cavaliere oscuro" data la bravura di Gary Oldman nell'interpretare un commissario molto più dinamico.
In alto però, sopra a tutti, nell'Olimpo dei cattivi di ogni film che si rispetti, c'è lui, Jack Napier.



"E chi cazzo è Jack Napier?" direte voi?
Jack Napier esisterà per un terzo del film perchè poi avrà la sventura di scivolare in una vasca di acido dalla quale uscirà Joker, interpretato dal devastante Jack Nicholson.
Sono pochi i personaggi che nei film rendono memorabile qualsiasi cosa dicono: ebbene sì, il Joker Nicholson è uno di questi.
In tutto il film dimostra ancora una volta che ci sa fare nell'interpretazione  dei personaggi cattivi che si fanno amare, così come era avvenuto in Shining otto anni prima quando il povero Jack Torrance era più che altro una vittima dell'hotel piuttosto che un cattivo in sè.

Di sfondo al pipistrello, alla giornalista stratopa, ai poliziotti e a Nicholson che balla sulle note di Prince nel suo vestitino viola, c'è Gotham City, una New York fumettosa che non dorme mai, tra grattacieli, vicoli bui, vicoli ciechi, bande di ladri e fumi anche di giorno quando la gente cammina veloce, non si ferma neanche per un saluto e pensa per sè.
C'è fretta di tornare alle proprie abitazioni, c'è fretta di rischiare il meno possibile la pelle e di evitare quel numero enormi di criminali.
La Signora in Giallo si farebbe tonda a Gotham, ma con Batman durerebbe cinque minuti ogni puntata data la facilità con cui il vendicatore mascherato scopre colpevoli e altri personaggi.

Chi comanda in questa città? Pur con la mafia alle calcagna e fabbriche più inquinanti di Cernobyl, tutto il potere è nelle mani di Bruce Wayne, un plurimiliardario che farebbe rabbrividere la famiglia Agnelli per il suo enorme patrimonio.
Imprese chimiche, fondazioni benefiche a lui intitolate, industrie sul cibo, sul trasporto di merci, acciaierie e una caverna (un'altra casa sotterranea diciamo) dove il taciturno Bruce si trasforma nel vendicatore nero che combatte il crimine.
Con tutto quell'armamento potrebbe anche combattere l'Isis, ma alla fine Gotham ha più problemi di Milano prima dell'Expo e giustamente rimane lì, aiutato dal fido maggiordomo Alfred che pur avendo lavorato da oltre trent'anni in casa Wayne e fatto da mamma e babbo alla morte dei genitori di Bruce, utilizza sempre il lei nei confronti del padrone.
Alloggiano in un castello di cinquecento stanze, pagando stonfi di Imu da far paura, dove potrebbe far una miriade di festini, conferenze, piscine, campi da golf e cinema, ma che utilizza (e chiamatelo stupido) solo come luogo di accoppiamento con Vicki Vale prima di lasciarla sola e nuda a letto perchè il dovere di paladino della giustizia chiama.



La legge e i cittadini di Gotham in fondo sono prima stupiti per l'aiuto inaspettato di questo supereroe mascherato e poi capiscono che alla fine senza di lui finirebbero come gli studenti nelle manifestazioni: pestati a sangue.
I grattacieli di Gotham sembrano fatti proprio per quel Micheal Keaton così impacciato nei panni del miliardario, ma così elastico e atletico in quelli di un Batman che quando gli frizza il didietro spara un filo d'acciaio dalla mano e se la da a gambe, attaccandosi a qualsiasi parete esistente.

Indimenticabile finale sopra la maestosa cattedrale di Gotham, così simile a Notre Dame, ma con delle pietre forse troppo consumate...
Tim Burton è come Re Mida e lo confermerà tre anni dopo con Batman-Il ritorno.

Ma questa è una storia che parte dalle fogne...