Non sono un asssiduo frequentatore, lo ammetto. Preferisco due chiacchiere a casa, in un pub, in un ristorante, su una panchina in centro o a passeggio per la città, ma quando mi è capitato l'occasione di andare a ballare e ne avevo voglia (rare volte) ho notato sempre i soliti eventi.
Intanto si deve partire tardi: entrare a mezzanotte in discoteca è da coglioni. Molto meglio andare verso le cinque: stanno chiudendo, ma almeno non sei un rimasto, sei entrato tardi e hai fatto CHIUSURA (non è quella del ramino, di pinnacola o di scala quaranta) che equivale a chiudere la discoteca insieme al proprietario e rafforza l'idea di aver fatto tardi.
Il tuo obbligo morale è quello di bere-bere-bere; sarà un difetto gravissimo ricordarsi il giorno seguente cosa hai fatto la sera prima.
COMA ETILICO: non lo leggi come quello che è veramente, ma come la scritta PARCO GIOCHI, ovvero si deve andare lì il prima possibile.
Questa fine è la conseguenza di quelli che "Non/un la reggono" e vengono classificati come i plebei delle discoteche, gente di basso ceto che spesso si ubriaca con drinks di infimo livello, vengono a ballare solo per farsi notare, ma che hanno poca dimestichezza con il benere.
Gli altri, i boss dell'alcool, quelli che "la RACCATTANO GROSSA" hanno un autonomia di bottiglie e bottiglie e sono raffigurati come i Patrizi del locale avendo anche il monopolio delle bevute: solitamente sono quelli che si ritraggono con il bottiglione enorme (quello che mio nonno usa quando va a prendere l'olio al frantoio) mentre nella sala accanto la propria ragazza ha un rapporto orale con il migliore amico dello SBOCCIATORE che però, quest'ultimo, furbescamente, è sobrio.
Quelli che "la reggono", chiamati anche SBOCCIATORI, RACCATTATORI PESI o BOMBER, dimostrano in discoteca di avere confidenza con l'alcool come Moana Pozzi con i membri maschili, ma spesso appena usciti o giunti a casa imbrattano o il buttafuori di turno o il gabinetto, ancora odorante di Anitra Wc, con il loro vomito, volgarmente detto anche SGOTTO.
Il vomito se avviene inavvertitamente in discoteca non può essere relegato in un infimo bagno o all'esterno della sala fumatori e nemmeno non può essere visto da nessuno, ma spesso va enfatizzato in sala da ballo, sui divanetti, sul vestito scollato di quella a cui gli state strusciando il vostro pene sul deretano da mezz'ora, sulle scale o davanti alla consolle.
L'evento del vomito inoltre deve essere ripetuto per specificare e sottolineare che quella persona ha bevuto seriamente, altrimenti il passo da SBOCCIATORE a RIMASTO sarebbe immediato.
Prima di fare tutto questo però uno può passare anche del tempo nel locale senza bere ed è spesso il lasso di tempo più difficile da far passare.
Il frequentatore di discoteca del terzo millennio infatti è a disagio con la musica, non sa il testo, non sa muoversi, non può apparire ridicolo, non può pomiciarsi ottanta figliole di fila...
Ecco che giunge il tragitto: in voga nelle discoteche affollate e di grandi dimensioni, consiste in fare giri a vuoto della pista e dell'intero locale senza una meta precisa. Stare fermi in un punto e non ballare è visto come un senso di impaccio e non è consentito; spostarsi anche solo per andare in bagno a fare finta di urinare è considerato legittimo a meno che non ti trovi lì già il vomito di qualche altro partecipante.
Quando un ragazzo balla è perchè ormai l'alcool si fa gioco di lui. La danza persiste per poco perchè l'impossessato si può addormentare in qualche angolo (difficilmente i divanetti, è più gettonato il gabinetto, le scale, le spalle del primo che ti capita o anche il pavimento), rigettare per via orale il mix di cibo e alcool oppure svenire.
La fama aumenta all'aumentare del rischio di vita dell'ubriaco: secondo una ricerca dell'Università Americana di Yale infatti per un ubriaco che balla si arriva a solo 50 "Mi piace" su Facebook mentre a uno svenuto si superano i 100 fino ad arrivare ad un poveraccio in fase di vomito che tocca quote (udite udite) anche di 500.
Spesso questi numeri rispecchiano anche le ciaffate che ogni genitore da al figlio quando torna a casa in quelle condizioni.
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