Alla fine è solo un campeggio, in una frazione chiusa, zero divertimenti, zero locali, due ritrovi modesti dove la musica è sempre la musica.
Sì, Marina di Bibbona non è cambiata e non cambierà. Rimane sempre il solito posto per vecchi e bambini, il solito campeggio con i soliti vicini, spesso anche pallosi, dove stai un po' stretto.
Non è la Versilia e non ci sono nè i negozi per le mogli nè i locali per gli adolescenti; è solo un posto di riposo.
E cosa ci fanno dei ragazzi in un posto di riposo?
Niente, assolutamente niente. Si chiedono giorno e sera che fare e, se possibilitati, vanno in altri posti a passare le serate.
Però la storia non finisce qui. Ognuno di noi casualmente finisce sempre lì, nella frazione tra la California e Bolgheri, in un luogo che non ha gli orologi, ma solo i tramonti.
Marina di Bibbona per me e per gli altri 200 ragazzi (minimo) della mia generazione non è solamente un posto dove passi le vacanze. Marina di Bibbona è un luogo incontaminato, quasi come se fosse ermeticamente chiuso in una scatola.
Non lo possiamo abbandonare. Quando lo facciamo ci stacchiamo a malincuore, cerchiamo sempre di posticipare il rientro, piangiamo per rimanere una notte in più. Sissignori, quel posto ha qualcosa di magico. Non sappiamo neanche perchè.
Sarà che ci è sempre parso spontaneo e, come si parla italiano automaticamente quando si nasce da genitori italiani, così si apprezza Marina di Bibbona dalla nascita.
Lì abbiamo mosso i primi passi, lì abbiamo preso i primi malannni estivi, le nostre prime punture da insetti, le nostre prime cotte estive quando, già un bacio sulla guancia, voleva dire tantissimo.
Nei nostri album fotografici orgogliosamente diciamo: "Sì, lì eravamo a Bibbona!". A differenza di quei ragazzi che passano la loro infanzia nei bagni di Lido, Viareggio, Forte e co, dove la compagnia quando si è piccoli è riservata solo alla spiaggia, noi campeggiatori siamo di un altro lignaggio.
Fin da piccini i nostri amici li vedevamo 24h su 24, a pranzo, cena e fino a tarda notte. Era un divertimento esasperato aver tutto lì vicino e per così tanto tempo.
Chi cresce nei campeggi solitamente è "allevato" dai nonni, ormai in pensione, che vengono volentieri a badare il nipotino pur di riposarsi al fresco lontano dalle afose città.
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