Se mi chiedessero di descrivere il mese di novembre userei un grigiastro parecchio brutto. Lo descriverei con le foglie accatastate agli angoli delle strade che con la pioggia diventano uno schifio oppure con un ombrello aperto e chiuso a intermittenza, portato via dal vento. Quel vento che ti penetra gelido sotto il bavero e con il suo freddo ti fa svegliare, ti fa capire che forse non tutto è andcora perso, che puoi ancora finire l'anno in bellezza, ma che purtroppo devi deciderlo te.
E te magari sei ancora rintontito da un amore volato via, da una storia veloce come quelle di instagram in cui non hai fatto in tempo a fermarla e a screenshottarla che non te la ritrovi più fra le mani e ti senti perso, forse colpevole e capace di piangerti addosso. Forse perchè proprio su quella storia non ti ci dovevi proprio fermare o forse perchè dopo anni hai perso tante di quelle sicurezze che hai paura di sbagliare e di prendere una decisione dato che probabilmente non sai più quello che vuoi.
Novembre non ti da tempo di pensare perchè gli impegni presi quando faceva ancora caldo ora devono essere realizzati per forza; lo spartiacque dettato dal ponte di Halloween è ormai superato e devi rimboccarti le maniche, se non è troppo freddo.
Troppo freddo per le sveglie all'alba con le coperte che ti salutano tristemente, il cappotto col cappello e con la sciarpa, quel libro da aprire più freddo della temperatura fuori ma sicuramente meno di quella ragazza insensibile che pretende di essere compresa.
La cioccolata calda di novembre inizia ad avere un bel sapore se sai con chi prenderla
Novembre fa spesso cadere le foglie come le speranze: purtroppo è messo alla fine dell'anno, ma non è l'ultimo mese proprio a significare che un filo di speranza, anche quando tutto sembra perso, c'è sempre.
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