lunedì 13 luglio 2015

Montecatini Terme

Incastonata tra le montagne vicine, a un'ora dal mare e ad una da Firenze, la città termale è stata in passato uno dei centri cardini della Toscana per il soggiorno dei vip  e per alcuni eventi di prestigio.
La cura alle terme con le acque è a poco a poco passata in secondo piano a favore dello shopping e delle manifestazioni di vario genere.
Come molte cose italiane però è una città che vive sul passato e sui ricordi. Gli stabilimenti termali, gli alberghi monumentali, ma ormai decaduti, l'antichità mentale e anagrafica di certi esercizi commericali e di molte persone e un comune senso di superiorità fanno del montecatinese un personaggio superbo.

Discriminati dalle città circostanti, siamo chiamati in causa solo per le discoteche, lo shopping costoso e le prostitute. In tutto questo però ci mette molto del suo il termale doc che, con sentimenti di sottomissione,disprezza le città limitrofi, denotando spesso la loro carenza in un campo rispetto a un altro.
Montecatini Terme è una Firenze della provincia di Pistoia, è il centro di maggiore attrativa di un polo chiamato Valdinievole. La spocchia che pervade giornalmente la maggior parte dei montecatinesi è spesso immotivata e si riversa nei mesi estivi in un altro polo d'èlite toscano come la Versilia, più nello specifico Forte dei Marmi e Viareggio.
Lì si sposta nei periodi caldi l'aristocrazia montecatinese (ultimamente anche buona parte della borghesia arricchita...) e quella è lazona dove un montecatinese rinnegato cerca di evitare per non incappare nel puzzo di pottino.

Per chi non è pratico del mestiere il pottino è il montecatinese che si atteggia a superuomo, indossando abiti firmati e bazzicando i locali più di tendenza, con o senza un cospicuo reddito mensile alle spalle.
Il montecatinese pottino è uno sceicco arabo trapiantato in Valdinievole con sempre meno cose da fare, ma con sempre più soldi da spendere.
Partendo da atteggiamenti più semplici, il pottino ha visto raggiungersi ultimamente dal borghese di turno dopo numerosi sacrifici economici di quest'ultimo.
Ecco perchè il pottino ha sempre elevato i suoi standard di viaggio: Viareggio, Sardegna, giro in yacht, isolette sperdute negli oceani e recentemente gli Stati Uniti.

Dato il continuo proliferare di foto negli Usa crediamo che per le successive mete una destinazione sarà sicuramente Venere o Saturno.

Montecatini vista da fuori appere come una grande città data il suo ossimorico contrasto visivo tra il centro e la periferia.
Viene vista come un posto di lusso, con gente ricchissima, locali ultraselettivi, ristoranti alla moda e un viavai continuo di persone.
Forse.

Montecatini è stato questo fino agli anni '80 quando gli hotel rendevano, gli eventi erano unici e imponenti, gli errori erano ridotti al minimo e la città era esteticamente bella.
Purtroppo il tempo passa per tutto: Montecatini attualmente è il fantasma di sè stessa che vaga tra una prostituta e un avviso di garanzia mentre vive nel passato come se stesse davanti al camino a raccontare una favola ai nipoti.
Le piastrelle apposte su tutto il viale Verdi dicono "Ora siamo nella merda, ma trent'anni fa guarda chi ci veniva a Montecatini!"

Se partiamo dal nome TERME pensiamo subito agli stabilimenti termali, ma un montecatinese moderno e imparziale ti ferma subito: calma.
Se infatti vediamo lo splendore del Tettuccio alla fine di Viale Verdi come cartolina della città, accanto,nella terra di nessuno, aleggiano le Leopoldine, Grocco, Tamerici e Torretta, completamente in disuso, lasciate a qualche evento sporadico o a qualche barbone sempre presente.

Con gli stabilimenti termali quasi in disuso, tra i quali si salva anche il povero Excelsior come ultima roccaforte del centro che dopo, oltre al Tettuccio, mostra troppo buio e degrado, l'attuale miglior attrattiva (se possiamo chiamarla così) è data dalle due discoteche LIDO' LE PANTERAIE e LA VILLA RESORT poste nella zona alta della città che erroneamente fanno dire a qualche turista di essere stato a Montecatini solo per essere stato a ballare in uno di questi posti.

Per il montecatinese pottino medio la città inizia al negozio di scarpe Bartolini e ha i suoi punti di fine nelle diverse direzioni al Ristorante San Francisco, alle Panteraie e alla stazione piccola. Le parti che restano fuori da questa piccola cerchia sono considerati postacci, luoghi dove i genitori ti vengono a malapena a riprendere in auto la sera tardi e dove non trovi quasi mai bella gente a passeggiare in qualsiasi ora del giorno. Infatti come ai bordi delle grandi città, anche Montecatini ha un suo quartiere malfamato chiamato SOTTOVERGA dai nostalgici che però sta piano piano perdendo questo titolo data la chiusura di esercizi storici e data la quasi totalità degli abitanti di questa zona.

Contrariamente a quanto si possa pensare però questa zona non ha un alto numero di balordi e di gente poco raccomandabile come avviene nel centro.
Usurato dallo struscio della domenica pomeriggio, la zona che inizia dalla stazione piccola, risulta essere il luogo cardine di ritrovo di ogni buon montecatinese.
Il buon montecatinese inizia la sua LIFE (com'è figo l'inglese? che perdo tempo a fare a scrivere in italiano?) il sabato sera in tarda serata dopo essersi gustato l'anticipo della serie A. Si catapulta leccato e conciato di tutta punta al Gambrinus dove tra  un aperitivo e un saluto alla ex con il quale è rimasto trombamico, saluta i conoscenti dall'alto del suo drink pagato fin troppo per essere un drink.
Il tempo scorre e ci si catapulta o al Lidò o alla Villa dove nella testa di ogni buon termale c'è solo una parola: sbocciare.

Entrata in voga negli ultimi 2-3 anni, viene perennemente usata dal montecatinese già dai primi anni di scuola superiore per testimoniare il bere smodatamente liquori e bevande di lusso come se non ci fosse un domani.
Inizia poco prima della mezzanotte il delirio e la gara a chi si ubriaca prima e a chi vomita il più tardi possibile.
Tra una foto condivisa su Instagram con la bottiglia di sei litri e la tipa mezza gnuda accanto, il buon montecatinese conclude con una sgottata ("averla presa grossa") la sua serata da sbocciatore dalla quale vi evito il carattere economico dato che alcune persone i soldi non li scaricano da Itunes.

Lo sbocciatore (ormai non più) ubriaco si alza quando ormai i suoi genitori hanno già provveduto a sparecchiare, ma non a pulire il vomito dall'entrata di casa: quel lavoro spetterà a lui. Accende il telefono per testimoniare che è ancora vivo e condivide anche con chi non gliene frega un cazzo la sua "botta pesaaaaaaaa" della sera precedente, rimpinzandola di foto in cui abbraccia il water o di volti allucinati non tanto dalla quantità di alcool sbocciato, ma dal flash assurdo di certi cellulari in discoteca.
Un rapido conteggio di quante ragazze sono andate con lui: 4 di cui due "fidanzate serie, amore mio sei l'unica cosa al mondo", una Peppa Pig di livelli mostruosi e l'ultima, la fidanzata, che a sua volta, se n'è fatti tre o quattro nel bagno della discoteca.

Nessun commento:

Posta un commento