Com'è diverso il gennaio universitario da quello scolastico!
Due anni fa rientravo a scuola dopo le sante vacanze di Natale con in testa solo l'idea dell'esame di maturità da dare e con gli ultimi 5 mesi di scuola dell'obbligo.
Era un gennaio dove ero fidanzato e dove non studiavo un cazzo per quello, dove il Milan ripartiva da Balotelli e io chiudevo il quadrimestre nel peggiore dei modi dilapidando medie da Oscar con 4 netti.
Era un gennaio dove però ero più felice rispetto agli altri sette/otto che avevo affrontato prima, questi ultimi con le scorie dei panettoni, con l'albero di Natale da disfare, con della vacanze che ora parevano lontanissime...
Sotto il profilo scolastico gennaio era una tranvata assurda, una specie di "Un mese fatto di lunedì" tanto per rendere l'idea: c'era da fare dei compiti su argomenti che ormai uno si era dimenticato e da chiudere un quadrimestre che alla fine non contava un cazzo.
Insomma, gennaio era forse il mese peggiore, insieme a novembre, perchè si sommava il freddo e tre settimane a diritto senza festa.
Con l'università tutto è cambiato, sia in bene che in male.
Gennaio è il mese dove inizia più assiduamente la sessione invernale, dove smaltisci i panettoni sui libri (sbagliatissimo!), sugli appunti, tra le biro, tra i lapis, dentro alla carta ammuffita, tra le tutone che indossi in casa (perchè per alcuni giorni sei veramente un eremita), tra i thè caldi, le foto su instagram, le parole ANSIA-SESSIONE-ESAMI-APPELLI che vomiti e ti vomitano addosso gli altri su pagine di social network, su cellulari, al telefono....
Gennaio universitario è un IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO dove tiri fuori i deodoranti, dove le docce calde sono necessarie, dove ai genitori rispondi solamente "Ho studiato!" quando ti chiedono che hai fatto oggi, e dove il parrucchiere è l'ultima tua preoccupazione.
Può cadere la neve, può piovere, si possono allagare le strade, può cadere tre o quattro volte il governo, ma a te non interessa: ti bastano due penne, un lapis, un libro e un quaderno (possibilmente su un ripiano pari) e tanta pazienza.
Di lì in poi sarai tu contro tutti.
Marzo è visto come un miraggio, come un premio: è un caso che spunti proprio in quel mese la primavera?
Arrivare al terzo mese dell'anno senza aver dato un esame sarebbe troppo facile, equivale a giocare alla Play contro il joystick che non comanda nessuno oppure a barare nel tirare i dadi al gioco dell'Oca.
Le mani nei capelli, il sorriso spesso assente, il mal di pancia minimo il giorno dell'esame, le lacrime la notte o sul manuale, i genitori che ti incoraggiano (alla fine l'hai scelta te l'università...) e che alla fine sono contenti anche se prendi un diciotto perchè a loro basta non verderti più su quei libri, su quella scrivania, in casa, triste...
Sono più felici di te il sabato sera quando ti vedono uscire (almeno quella sera sì, dai!), svagarti, chiudere quell'astuccio, alzarti da quella sedia, levarti quella tuta o quel pigiama, sorridere anche solo per una notte.
Ed ecco perchè alla fin fine la domenica mattina cercano di non svegliarti, di lasciarti un po' stare, di farti dormire, perchè quel sonno, in fondo, te lo sei meritato.
Gennaio universitario però è anche riflessione, è il sapersi programmare le cose da fare al di fuori dello studio, è la capacità di vivere anche fuori dalla scrivania e dagli appunti, è la possibilità di iniziare l'anno con un piglio diverso e dire PROVO A CAMBIARE. Magari non ci riesci, però almeno hai tentato e non ti farai rimpianti.
Gennaio universitario è un banco di prova, è un amico che non ce la fa a dare gli esami, è un'amica che ha problemi più importanti degli esami universitari, è una famiglia che spera di mandarti anche il prossimo anno all'università, è la tua lotta contro il Pc o il cellulare perchè se ti distrai è finita, è il riuscire ad alzarsi presto anche quando non hai un treno o un pullman da prendere, ma solo un libro da aprire, è la febbre che ti assale quando meno te lo aspetti, il virus che colpisce nel momento meno opportuno o la ragazza che ti da buca per l'ennesima volta.
Perchè, sia chiaro, fa molto più male un rifiuto all'ultimo momento che un mal di pancia.
Gennaio è anche un'arma di suicidio per i depressi, per chi vede dovunque coppie al caldo che si baciano, si coccolano e si vogliono bene mentre te l'unica donna che vedi spesso o è la presentatrice del telegiornale o è l'autrice del libro che stai studiando.
La bravura di gennaio è anche il riuscire a non restare soli, a compattarsi, a formare un gruppo, a trovare qualcuno che ti scrive e che ci tiene a te, che per te è online e che per te esce il giorno e la sera con la felpa, il cappotto, la sciarpa, il cappello e i calzini di lana solo perchè sa che la compagnia è la cosa più bella del mondo.
Specialmente la tua.
giovedì 29 gennaio 2015
martedì 27 gennaio 2015
Recensioni semiserie - La famiglia Addams
Visto e rivisto: da quando ho sei anni e me lo sono registrato, il film del 1991 di Sonnenfeld è sempre stato per me un mondo in cui rifugiarmi grazie all'idea di una famiglia troppo macabra e troppo divertente.
La casa della famiglia Addams con la sua scala enorme, la libreria con i libri interattivi (fin troppo...) e le segrete con le quali potevi passare solo se ti attaccavi alla corda giusta, sono state e sono dei miei desideri fissi.
Sommiamo a questo i personaggi devastanti: ognuno potrebbe benissimo girare un film ponendo se stesso come protagonista. Partendo da zio Fester, un Christopher Llyod meraviglioso quasi come in "Ritorno al futuro", per andare a Gomez, che duella di spade con tutti e balla la Mamuska (la danza più bella del cinema Horror), a Mercoledì/Cristina Ricci che non sorride mai, ha in mente solo l'omicidio e tenta ogni tanto di folgorare il fratello, per finire con Mortisia che presenta a Fester gli antenati della famiglia nel cimitero davanti casa.
Mettiamoci anche Mano (tralasciamo però le battute scontate che gli fanno ogni pochino tipo QUA LA MANO, MANO! oppure CON TE CI VORREBBE LA MANO FORTE, MANO!) che si inventa fattorino quando la famiglia viene sfrattata e Cugino Hit, il personaggio più conosciuto, che appare solo in 2-3 scene e viene fuori un mondo parallelo, una mentalità così ben studiata e così felicemente lugubre che vorremmo almeno una volta nella vita provare.
Chi di voi non ha mai paragonato una bianca nel viso a Morticia, uno grassoccio e pelato allo zio Fester, uno alto e brutto a Lurch e uno con i capelli sul viso a Cugino Coso?
Gli Addams del 1991 sono tutti i giorni con noi anche se vostra madre non vi dice "Mercoledì, gioca con il cibo!", anche se non vi divertite a sbarbare i cartelli di stop agli incroci o anche se per Halloween non andate nei cimiteri a scavare nelle tombe per giocare a SVEGLIA IL MORTO.
E poi vogliamo aggiungere la colonna sonora con lo schioccare delle dita?
Gli Addams, un'altra categoria!
La casa della famiglia Addams con la sua scala enorme, la libreria con i libri interattivi (fin troppo...) e le segrete con le quali potevi passare solo se ti attaccavi alla corda giusta, sono state e sono dei miei desideri fissi.
Sommiamo a questo i personaggi devastanti: ognuno potrebbe benissimo girare un film ponendo se stesso come protagonista. Partendo da zio Fester, un Christopher Llyod meraviglioso quasi come in "Ritorno al futuro", per andare a Gomez, che duella di spade con tutti e balla la Mamuska (la danza più bella del cinema Horror), a Mercoledì/Cristina Ricci che non sorride mai, ha in mente solo l'omicidio e tenta ogni tanto di folgorare il fratello, per finire con Mortisia che presenta a Fester gli antenati della famiglia nel cimitero davanti casa.
Mettiamoci anche Mano (tralasciamo però le battute scontate che gli fanno ogni pochino tipo QUA LA MANO, MANO! oppure CON TE CI VORREBBE LA MANO FORTE, MANO!) che si inventa fattorino quando la famiglia viene sfrattata e Cugino Hit, il personaggio più conosciuto, che appare solo in 2-3 scene e viene fuori un mondo parallelo, una mentalità così ben studiata e così felicemente lugubre che vorremmo almeno una volta nella vita provare.
Chi di voi non ha mai paragonato una bianca nel viso a Morticia, uno grassoccio e pelato allo zio Fester, uno alto e brutto a Lurch e uno con i capelli sul viso a Cugino Coso?
Gli Addams del 1991 sono tutti i giorni con noi anche se vostra madre non vi dice "Mercoledì, gioca con il cibo!", anche se non vi divertite a sbarbare i cartelli di stop agli incroci o anche se per Halloween non andate nei cimiteri a scavare nelle tombe per giocare a SVEGLIA IL MORTO.
E poi vogliamo aggiungere la colonna sonora con lo schioccare delle dita?
Gli Addams, un'altra categoria!
mercoledì 21 gennaio 2015
Recensioni semiserie - Godzilla
Guardo solo film con i dinosauri? Non è vero, ma per ora avete ragione.
L'idea di buttarmi su un altro film mostruoso mi è giunta da mio padre che, arrivando sui titoli di coda del terzo Jurassic Park, si è lasciato scappare un "Dopo tutti questi dinosauri ti manca solo Godzilla!".
Detto fatto.
Godzilla è più paragonabile al filone catastrofico di Indipendence Day, Deep Impact oppure il più recente 2012, dove tutto il mondo (stavolta però solo New York) sta alla tv a pregare che i due o tre protagonisti salvino il culo a tutti.
Il mostro di turno è un dinosauro di sessanta metri che viene risvegliato dai test nucleari francesi effettuati nel Pacifico.
Risvegliato? Cioè lui era anni che dormiva lì sotto?
Incredibile!
Tralasciando il futile pretesto, la parte iniziale con il documentario, le navi giapponesi affondate e il vecchietto che ripete "Gogilla" nel letto d'ospedale non sono poi tanto male perchè il mostro non viene ancora fortunatamente fatto vedere, (vedi "Lo Squalo", quando il pescecane appare dopo la metà del film) e c'è un clima di cupidigia veramente coinvolgente. Peccato che da lì in poi si finisce nella classica storia americana: ecco Nick Tatopolus (Matthew Broderick che stavolta fa il boss quando ne "Il rompiscatole" con Jim Carrey patisce come un cane) che se ne intende così tanto di nucleare e di dinosauri che studia i vermi a Chernobyl.
Mmmm mi sarei affidato a qualcun altro...
Il film però ci darà torto e questo Tatopolus le indovinerà tutte (vabbè, è il protagonista) e quando non verrà ascoltato a rimetterci sarà tutta New York.
Questo gigantesco dinosauro si spinge senza un apparente motivo a New York dove già stanno strette quelle otto milioni di persone, pensa te se gli metti anche un dinosauro fra le scatole.
Il buon Godzilla si è fatto tutti quei chilometri per covare le sue uova e deporle, casualmente, nel Madison Square Garden tanto per mettere un po' di sano patriottismo in un film. Nessuno crede nella covata delle uova del Tirannosauro come invece sostiene convinto Tatopulos.
Dopo avergli sparato contro ottocento missili e aver distrutto mezza Manhattan, finalmente l'esercito distrugge Godzilla e sembra sia finita la storia.
Il povero Nick invece aveva ragione e, ingaggiato da agenti segreti francesi (tra i quali Jean Reno che fa diventare epico tutto ciò che dice) dopo essere stato scaricato dal governo, va alla ricerca del nido del dinosauro.
Più che dinosauro potrebbe sembrare un coniglio dato il numero incredibile di uova che ha deposto.
Spesso la fortuna è l'arma fondamentale dei protagonisti degli horror (una casa in lontananza quando ti rincorre uno zombie, un po' di terraferma quando hai uno squalo al culo) ma qui diciamo che alla Dea Bendata sta sul culo il protagonista: infatti le uova si schiudono solo pochi minuti dopo che i nostri (vostri, diciamo) eroi si sono intrufolati nel nido.
Inizia quindi un quarto d'ora buono di piccoli T-Rex impazziti che viaggiano per il Madison in cerca degli uomini che puzzano di pesce, il cibo che in questo film viene passato come alimento principale dei dinosauri.
Fatto bombardare il palazzetto e usciti precisi precisi (guardate il trucco dei tre lampadari, vi prego!) si risveglia la madre (Carramba che sorpresa!) e quando vede i neonati bruciati un po' si sfava, eh...
Inizia la fase finale del film con la fuga di Reno, Tatopolus, la fia di turno (che, a parer mio, tanto fia non è) e il cameramen un po' stupido in taxi con quel bestione dietro che si conclude con l'intrappolamento del dinosauro nei tralicci del ponte di Brooklyn: l'aviazione lo bombarda e stavolta muore, STOP!
Criticato perchè riprende stili giapponesi in malo modo, è un americanata di fine millennio banale e terrorizzante allo stesso tempo.
Sai già che quel povero Cristo del dinosauro morirà, ma leggi dietro il dvd/vhs che il film dura più di 2h così pensi che qualche idea alternativa ce l'avranno.
Ecco infatti i cuccioli e l'inseguimento nel palasport che fa tornare alla mente tutti i corpo a corpo tipici di Jurassic Park.
Qui però i dinosauri sono più tecnologizzati e più stereotipati.
O forse ne abbiamo fin troppo dei film sui dinosauri?
L'idea di buttarmi su un altro film mostruoso mi è giunta da mio padre che, arrivando sui titoli di coda del terzo Jurassic Park, si è lasciato scappare un "Dopo tutti questi dinosauri ti manca solo Godzilla!".
Detto fatto.
Godzilla è più paragonabile al filone catastrofico di Indipendence Day, Deep Impact oppure il più recente 2012, dove tutto il mondo (stavolta però solo New York) sta alla tv a pregare che i due o tre protagonisti salvino il culo a tutti.
Il mostro di turno è un dinosauro di sessanta metri che viene risvegliato dai test nucleari francesi effettuati nel Pacifico.
Risvegliato? Cioè lui era anni che dormiva lì sotto?
Incredibile!
Tralasciando il futile pretesto, la parte iniziale con il documentario, le navi giapponesi affondate e il vecchietto che ripete "Gogilla" nel letto d'ospedale non sono poi tanto male perchè il mostro non viene ancora fortunatamente fatto vedere, (vedi "Lo Squalo", quando il pescecane appare dopo la metà del film) e c'è un clima di cupidigia veramente coinvolgente. Peccato che da lì in poi si finisce nella classica storia americana: ecco Nick Tatopolus (Matthew Broderick che stavolta fa il boss quando ne "Il rompiscatole" con Jim Carrey patisce come un cane) che se ne intende così tanto di nucleare e di dinosauri che studia i vermi a Chernobyl.
Mmmm mi sarei affidato a qualcun altro...
Il film però ci darà torto e questo Tatopolus le indovinerà tutte (vabbè, è il protagonista) e quando non verrà ascoltato a rimetterci sarà tutta New York.
Questo gigantesco dinosauro si spinge senza un apparente motivo a New York dove già stanno strette quelle otto milioni di persone, pensa te se gli metti anche un dinosauro fra le scatole.
Il buon Godzilla si è fatto tutti quei chilometri per covare le sue uova e deporle, casualmente, nel Madison Square Garden tanto per mettere un po' di sano patriottismo in un film. Nessuno crede nella covata delle uova del Tirannosauro come invece sostiene convinto Tatopulos.
Dopo avergli sparato contro ottocento missili e aver distrutto mezza Manhattan, finalmente l'esercito distrugge Godzilla e sembra sia finita la storia.
Il povero Nick invece aveva ragione e, ingaggiato da agenti segreti francesi (tra i quali Jean Reno che fa diventare epico tutto ciò che dice) dopo essere stato scaricato dal governo, va alla ricerca del nido del dinosauro.
Più che dinosauro potrebbe sembrare un coniglio dato il numero incredibile di uova che ha deposto.
Spesso la fortuna è l'arma fondamentale dei protagonisti degli horror (una casa in lontananza quando ti rincorre uno zombie, un po' di terraferma quando hai uno squalo al culo) ma qui diciamo che alla Dea Bendata sta sul culo il protagonista: infatti le uova si schiudono solo pochi minuti dopo che i nostri (vostri, diciamo) eroi si sono intrufolati nel nido.
Inizia quindi un quarto d'ora buono di piccoli T-Rex impazziti che viaggiano per il Madison in cerca degli uomini che puzzano di pesce, il cibo che in questo film viene passato come alimento principale dei dinosauri.
Fatto bombardare il palazzetto e usciti precisi precisi (guardate il trucco dei tre lampadari, vi prego!) si risveglia la madre (Carramba che sorpresa!) e quando vede i neonati bruciati un po' si sfava, eh...
Inizia la fase finale del film con la fuga di Reno, Tatopolus, la fia di turno (che, a parer mio, tanto fia non è) e il cameramen un po' stupido in taxi con quel bestione dietro che si conclude con l'intrappolamento del dinosauro nei tralicci del ponte di Brooklyn: l'aviazione lo bombarda e stavolta muore, STOP!
Criticato perchè riprende stili giapponesi in malo modo, è un americanata di fine millennio banale e terrorizzante allo stesso tempo.
Sai già che quel povero Cristo del dinosauro morirà, ma leggi dietro il dvd/vhs che il film dura più di 2h così pensi che qualche idea alternativa ce l'avranno.
Ecco infatti i cuccioli e l'inseguimento nel palasport che fa tornare alla mente tutti i corpo a corpo tipici di Jurassic Park.
Qui però i dinosauri sono più tecnologizzati e più stereotipati.
O forse ne abbiamo fin troppo dei film sui dinosauri?
martedì 20 gennaio 2015
Recensioni semiserie - Jurassic Park 3
Il troppo stroppia, ovvero grazie a Sam Neil.
Sì, è l'unico che rende il film guardabile. Partiamo dal fatto che è il terzo film di una saga quindi la cosa ormai puzza. Mettiamoci anche che la fantasia non è l'arma principale del regista: soliti imbecilli che rifiniscono nell'isola dei dinosauri.
Stavolta però si delira: ci sono posti nuovi, bambini dispersi, dinosauri in 3D (più finti del mio ippopotamo Pippo degli Huggies) e gli Pterodattili.
Ormai la gente se la cerca: i coglioni di turno sono un bambino e suo padre che tra tutti i posti del mondo che potevano scegliere per fare il parasailing (farsi trainare col paracadute da un motoscafo) scelgono proprio di passare vicino all'isola di Jurassic Park.
Niente, vi sta bene, ci sono migliaia di isole nel mondo e vai lì? Per me devi morire ucciso da un dinosa..ops...già fatto.
Il babbo ci riesce (fortunatamente) a farsi mangiare, ma il bimbo no.
I bambini sono furbi...
Come un mowgli dei tempi moderni Eric, il bambino, si nasconde in un camion della Ingen e si ripara dai centomila dinosauri che gli sono nelle vicinanze: come fa lo sa solamente lui e il regista.
Sta di fatto che purtroppo è vivo e deve parare il culo anche alla su mamma quando arriva sull'isola e fa un casino della madonna ("ERIIIIIICCCCC") attirandosi tutte le bestie, al fidanzato della madre, Alan Grant e altri deficienti che non vi nomino tanto muoiono presto perchè appena scendono dall'aereo si imboscano come se si fosse in pineta a Viareggio.
La mamma era sicura della permanenza in vita del figlio: GRANDISSIMA, però ora sei con lui sano e salvo, ma in un'isola di dinosauri che appena gli passi accanto ti sbranano. Vai, divertiti!
Poi vabbè, l'assistente di Grant (che studia assiduamente i dinosauri, ricordiamolo) ruba le uova di Velociraptor e si lamenta se lo rincorrono per tutto il film: che dinosauri studiavi, quelli delle sorpresine Kinder?
Le idee stavolta sono ridotte al minimo nel girare il film: nel MONDO PERDUTO anche il signor Spielberg si stava spengendo. Immaginatevi ora che può combinare questo Johnson qui nel terzo film di una saga?
Le poche scene degne di nota sono i momenti nella gabbia degli Pterodatili e la fine del film dopo i titoli di coda.
Se ne avessero fatto un quarto forse la gente avrebbe odiato anche il primo finendo con l'utilizzare la stessa frase di tutte le saghe dei film horror: "Sono tutti uguali, se ne guardi uno è come averli guardati tutti".
Di Jurassic Park si potrà dire tutto, ma questo no!
Sì, è l'unico che rende il film guardabile. Partiamo dal fatto che è il terzo film di una saga quindi la cosa ormai puzza. Mettiamoci anche che la fantasia non è l'arma principale del regista: soliti imbecilli che rifiniscono nell'isola dei dinosauri.
Stavolta però si delira: ci sono posti nuovi, bambini dispersi, dinosauri in 3D (più finti del mio ippopotamo Pippo degli Huggies) e gli Pterodattili.
Ormai la gente se la cerca: i coglioni di turno sono un bambino e suo padre che tra tutti i posti del mondo che potevano scegliere per fare il parasailing (farsi trainare col paracadute da un motoscafo) scelgono proprio di passare vicino all'isola di Jurassic Park.
Niente, vi sta bene, ci sono migliaia di isole nel mondo e vai lì? Per me devi morire ucciso da un dinosa..ops...già fatto.
Il babbo ci riesce (fortunatamente) a farsi mangiare, ma il bimbo no.
I bambini sono furbi...
Come un mowgli dei tempi moderni Eric, il bambino, si nasconde in un camion della Ingen e si ripara dai centomila dinosauri che gli sono nelle vicinanze: come fa lo sa solamente lui e il regista.
Sta di fatto che purtroppo è vivo e deve parare il culo anche alla su mamma quando arriva sull'isola e fa un casino della madonna ("ERIIIIIICCCCC") attirandosi tutte le bestie, al fidanzato della madre, Alan Grant e altri deficienti che non vi nomino tanto muoiono presto perchè appena scendono dall'aereo si imboscano come se si fosse in pineta a Viareggio.
La mamma era sicura della permanenza in vita del figlio: GRANDISSIMA, però ora sei con lui sano e salvo, ma in un'isola di dinosauri che appena gli passi accanto ti sbranano. Vai, divertiti!
Poi vabbè, l'assistente di Grant (che studia assiduamente i dinosauri, ricordiamolo) ruba le uova di Velociraptor e si lamenta se lo rincorrono per tutto il film: che dinosauri studiavi, quelli delle sorpresine Kinder?
Le idee stavolta sono ridotte al minimo nel girare il film: nel MONDO PERDUTO anche il signor Spielberg si stava spengendo. Immaginatevi ora che può combinare questo Johnson qui nel terzo film di una saga?
Le poche scene degne di nota sono i momenti nella gabbia degli Pterodatili e la fine del film dopo i titoli di coda.
Se ne avessero fatto un quarto forse la gente avrebbe odiato anche il primo finendo con l'utilizzare la stessa frase di tutte le saghe dei film horror: "Sono tutti uguali, se ne guardi uno è come averli guardati tutti".
Di Jurassic Park si potrà dire tutto, ma questo no!
lunedì 19 gennaio 2015
Je suis moi-meme
Non salgo sul carro delle vittime solo per passare dalla parte dei buoni nemmeno metto bandiere e volantini perchè alcuni di quelli che lo hanno fatto sono più razzisti del Ku klux klan.
Vedo il JE SUIS CHARLIE come un "Ehi, hanno colpito anche me, guardatemi, compiangetemi, mettetemi al centro dell'attenzione, anche se fino a dieci minuti fa non sapevo chi fosse Maometto, Allah e nemmeno sapevo dell'esistenza di Charlie Hebdo".
Posso dire di essere vicino alle famiglia delle vittime, ma non alla Francia intera perchè quando ci uccisero Falcone nessuno pubblicò IO SONO GIOVANNI, nè vennero in massa a Palermo rappresentanti di altri stati, nemmeno per Borsellino, nemmeno per la strage di Bologna, nemmeno per le vittime italiane in Medio Oriente da quindici anni a questa parte.
Sono state colpite le persone, le idee, non la Francia.
Non sono Charlie ma non voglio passare dalla parte dei terroristi, degli islamici, sia chiaro.
Non capisco cosa abbiano nelle loro teste, ma quando provo a pensare come si possa estorcere un messaggio di pace di 2000 anni fa e tramutarlo in guerra e omicidi penso a quello che hanno fatto il clero, la religione cristiana e il cristianesimo tutto nel mondo, sopratutto in Italia, e quindi sto in silenzio: c'è chi ha fatto e continua a fare di peggio pur non facendosi saltare in aria.
Sono una persona razionale; vedo le conclusioni e cerco subito di trovare i rimedi.
Se cado di bicicletta non piango, ma mi medico; se esco e ho freddo non lo dico cinquanta volte a chi mi sta accanto, ma mi copro.
Come in questi esempi stupidi, anche nel caso del terrorismo ho pensato in questi giorni a come far per bloccare questi atti terroristici.
Eliminando le tesi opposte, i "Siamo tutti fratelli, perdonateli, non accadrà più" e i "A morte ogni islamico!!", ho cercato il compromesso, la classica verità che sta sempre nel mezzo.
La domanda è una sola: come fare?
E' la solita domanda che Bush si era rivolto dopo l'11 settembre, Madrid dopo la strage alla metropolitana del 2004, Londra l'anno seguente e che oggi si farà anche la Francia se vuole cambiare qualcosa.
Come li fermi questi? Come impedisci che ci facciano fuori o che ci facciano saltare insieme a loro?
Dopo aver pianto, aver fatto manifestazioni teoricamente ineccepibili, ma concretamente vuote e aver rilasciato slogan su Charlie, forse qualcuno si porrà questa domanda e, anche se la vedo dura, ci saprà dare una risposta decente e affidabile.
sabato 10 gennaio 2015
Recensioni semiserie - Il mondo perduto /Jurassic Park
E' il sequel del devastante film di Spielberg girato ancora una volta da lui dopo aver costretto Michael Crichton a scrivere una continuazione del libro dal quale era nato il primo Jurassic Park.
Il secondo libro si chiamerà "Il mondo perduto" e perdute sono anche le speranze di Ian Malcolm (Jeff Goldblum) quando viene a sapere dal vecchio John Hammond dell'esistenza di un sito B in un'altra isola ovvero un altro luogo cosparso di dinosauri in libertà creato per l'allevamento di essi prima di essere trasportati nel parco del primo film.
Un tifone lo aveva distrutto quindi se già il posto era di merda prima immaginate voi in che zona accogliente si vanno ora a intrufolare quei simpaticoni della Ingen?
Dopo che un T-Rex lo ha quasi ucciso nel primo film Malcolm COL CAZZO che vuole tornare a rischiare la pelle tra i dinosauri, ma la notizia della presenza della fidanzata sull'isola lo costringe a partire.
Questo signori è vero amore! Solamente una persona cotta, innamorata follemente del rispettivo patner può ritornare in un'isola con i dinosauri (non gatti persiani, capiamoci) che stavolta sono addirittura in libertà, sparsi per l'isola e non in gabbie come gli elefanti rincoglioniti allo zoo di Pistoia.
Hammond avverte: "I carnivori sono al centro dell'isola, voi filmate solamente gli erbivori sulla costa!".
Ora, secondo voi in un film sui dinosauri ti fanno vedere solo quelli erbivori stupidi che brancolano lenti come ragazzi usciti ubriachi fradici dalla discoteca?
Logico che qualche coglione si presenti sull'isola per rompere l'equilibrio e i coglioni a quegli animali preistorici che si stavano facendo i cazzi loro.
Il coglione di turno è il nipote di Hammond che vuole sfruttare l'isola come safari per far risalire le azioni della Ingen.
Questo nipote, furbo come quelli che si lamentano se l'Italia va a rotoli e non pagano le tasse, rischia già più volte la vita nell'isola e quando si para il culo con l'elicottero chiamato da Vince Vaughn, decide di portarsi altro terrore a casa, sulla terraferma. Carica così una nave con un T-rex e affida l'incarico a dei professionisti del mestiere.
Nel mondo il titolo "professionista" è un titolo molto vago e chissà perchè quando la nave deve sbarcare a San Diego prima distrugge la banchina e poi da essa esce il dinosauro un po' alterato?
Ve lo spiegano subito: hanno sbagliato a iniettare un siero e invece di somministrare un sedativo al dinosauro gli iniettano un bell'eccitante.
Ovvia, ora sì che si ragiona!
Chiunque si aspetta un bel casino in città alla Godzilla, rimarrà deluso perchè il mostro distruggerà meno di quanto ci si possa immaginare dato che rientra molto presto al porto per salvare il suo figlioletto curato e riparato dalla ragazza di Malcolm.
Dopo essersi divorato il nipote stupido di Hammond e aver ritrovato il figlio, il T-Rex viene sedato da persone un po' più esperte delle precedenti e rispedito nella sua isola di appartenenza in tempo per permettere di girare il terzo film della saga, stavolta non più da Spielberg, che si è reso già conto con "Il mondo perduto" di aver esagerato, ma da Joe Johnston che richiamerà il buon vecchio Alan Grant (Sam Neil) per salvare il culo ad altra gente.
Il Mondo Perduto è più zeppo di effetti speciali del precedente, ma se nel primo film il vero cattivo è qualsiasi dinosauro, qui il telespettatore viene pervaso da un sentimento buonista che vede il nipote occhialuto di Hammond, tra l'altro con una voce disturbante, come cattivone di turno.
Prevale rispetto al primo un senso di maggiore tensione nella scena del bus sul burrone o quando un T-Rex mette la testa nella tenda della figlia di Malcolm (della quale non vi ho parlato perchè una che uccide un dinosauro con un calcio rotante senza citare Chuck Norris non è degna di nota) mentre stavolta i dinosauri vengono, a torto, tirati in ballo troppo presto sullo schermo come a farli ricordare subito a chi ha visto il primo film e soffriva di DINOSTALGIA (pessima...).
In conclusione, è comunque un film accettabile, c'è più azione del film precedente, ma chi ve l'ha fatto fare di ritornare tra i dinosauri?
Il secondo libro si chiamerà "Il mondo perduto" e perdute sono anche le speranze di Ian Malcolm (Jeff Goldblum) quando viene a sapere dal vecchio John Hammond dell'esistenza di un sito B in un'altra isola ovvero un altro luogo cosparso di dinosauri in libertà creato per l'allevamento di essi prima di essere trasportati nel parco del primo film.
Un tifone lo aveva distrutto quindi se già il posto era di merda prima immaginate voi in che zona accogliente si vanno ora a intrufolare quei simpaticoni della Ingen?
Dopo che un T-Rex lo ha quasi ucciso nel primo film Malcolm COL CAZZO che vuole tornare a rischiare la pelle tra i dinosauri, ma la notizia della presenza della fidanzata sull'isola lo costringe a partire.
Questo signori è vero amore! Solamente una persona cotta, innamorata follemente del rispettivo patner può ritornare in un'isola con i dinosauri (non gatti persiani, capiamoci) che stavolta sono addirittura in libertà, sparsi per l'isola e non in gabbie come gli elefanti rincoglioniti allo zoo di Pistoia.
Hammond avverte: "I carnivori sono al centro dell'isola, voi filmate solamente gli erbivori sulla costa!".
Ora, secondo voi in un film sui dinosauri ti fanno vedere solo quelli erbivori stupidi che brancolano lenti come ragazzi usciti ubriachi fradici dalla discoteca?
Logico che qualche coglione si presenti sull'isola per rompere l'equilibrio e i coglioni a quegli animali preistorici che si stavano facendo i cazzi loro.
Il coglione di turno è il nipote di Hammond che vuole sfruttare l'isola come safari per far risalire le azioni della Ingen.
Questo nipote, furbo come quelli che si lamentano se l'Italia va a rotoli e non pagano le tasse, rischia già più volte la vita nell'isola e quando si para il culo con l'elicottero chiamato da Vince Vaughn, decide di portarsi altro terrore a casa, sulla terraferma. Carica così una nave con un T-rex e affida l'incarico a dei professionisti del mestiere.
Nel mondo il titolo "professionista" è un titolo molto vago e chissà perchè quando la nave deve sbarcare a San Diego prima distrugge la banchina e poi da essa esce il dinosauro un po' alterato?
Ve lo spiegano subito: hanno sbagliato a iniettare un siero e invece di somministrare un sedativo al dinosauro gli iniettano un bell'eccitante.
Ovvia, ora sì che si ragiona!
Chiunque si aspetta un bel casino in città alla Godzilla, rimarrà deluso perchè il mostro distruggerà meno di quanto ci si possa immaginare dato che rientra molto presto al porto per salvare il suo figlioletto curato e riparato dalla ragazza di Malcolm.
Dopo essersi divorato il nipote stupido di Hammond e aver ritrovato il figlio, il T-Rex viene sedato da persone un po' più esperte delle precedenti e rispedito nella sua isola di appartenenza in tempo per permettere di girare il terzo film della saga, stavolta non più da Spielberg, che si è reso già conto con "Il mondo perduto" di aver esagerato, ma da Joe Johnston che richiamerà il buon vecchio Alan Grant (Sam Neil) per salvare il culo ad altra gente.
Il Mondo Perduto è più zeppo di effetti speciali del precedente, ma se nel primo film il vero cattivo è qualsiasi dinosauro, qui il telespettatore viene pervaso da un sentimento buonista che vede il nipote occhialuto di Hammond, tra l'altro con una voce disturbante, come cattivone di turno.
Prevale rispetto al primo un senso di maggiore tensione nella scena del bus sul burrone o quando un T-Rex mette la testa nella tenda della figlia di Malcolm (della quale non vi ho parlato perchè una che uccide un dinosauro con un calcio rotante senza citare Chuck Norris non è degna di nota) mentre stavolta i dinosauri vengono, a torto, tirati in ballo troppo presto sullo schermo come a farli ricordare subito a chi ha visto il primo film e soffriva di DINOSTALGIA (pessima...).
In conclusione, è comunque un film accettabile, c'è più azione del film precedente, ma chi ve l'ha fatto fare di ritornare tra i dinosauri?
venerdì 9 gennaio 2015
Recensioni semiserie - Jurassic Park
Gran film, niente da dire, secondo me l'opera migliore di Spielberg.
Due ore di film in cui non ti chiedi mai quanto manca alla fine.
Addentriamoci nella trama e analizziamola: ricreare i dinosauri dal Dna di zanzare preistoriche? Si ok, pare una cazzata che chiunque in 100 anni di scienza moderna avrebbe sicuramente tentato, ma John Hammond (il vecchietto che fa Babbo Natale in "Miracolo nella 34esima strada") te la mette così facile e te la rigira così tanto che ti stupisci che nessuno lo abbia mai fatto prima nella vita reale.
Il vecchietto con il bastone insomma realizza il suo sogno di ricreare i dinosauri su un'isola al largo del Costarica, il classico posto in culo dove o scappi con una barca (bella grossa eh...) oppure ti cerchi un elicottero.
I protagonisti? Sam Neil con quel cappello da Cow Boy è convintissimo di ogni cosa che fa, anche nello scaccolarsi, Jeff Goldblum fa la parte di quello che si finge simpatico/antipatico/cretino/salvatore.
Certo, chi l'ha visto prima in "La mosca" rimane molto colpito.
I nipoti di Hammond paiono più stupidi di quei bambini dei film natalizi su Italia Uno il pomeriggio dalle 15 in poi, e invece sono diventati con il trascorrere del film ancora più idoli della compagna di Neil, quella Laura Dern che considero l'unica rotella fuori posto nell'ingranaggio spielberghiano.
Di lei ricordo solo il salto sul divano che fece fare alla mi mamma quando vedemmo il film per la prima volta: al momento di riattivare la corrente elettrica nel parco spuntarono alle spalle della povera Dern uno o due velociraptor in una scena che presagiva tranquillità.
Il ciccione sfigato, che fa il cattivo qui come in Space Jam, muore giustamente molto presto dato che Spielberg voleva un film sui dinosauri e non un thriller.
I dinosauri, già!
I primi che spuntano sono semplici erbivori buoni solo per mostrare degli effetti speciali.
Il primo vero dinosauro che appare è un tirannosauro di tutto rispetto che ribalta la jeep dei bambini e si pappa l'avvocato mentre è a cacare.
In sequenza ecco il Dilophosaurus che uccide il ciccione nella jeep e i piccoli velociraptor che daranno via a un inseguimento assurdo quanto storico nelle cucine.
Con le reti di recinsione disattivate, i protagonisti dispersi nel parco e i dinosauri in libertà anche Rambo sarebbe fottuto.
Rambo sì, ma non l'inespressivo Alan Grant che prende sotto di sè i due bambini e li riconduce al quartier generale dove lì leveranno le tende, aiutati dal tirannosauro, e si salveranno leteralmente la pelle con buona pace del povero John Hammond che pensava di fare miliardi con quel parco.
La sua idea non sarebbe stata sbagliata e gli avrebbe fruttato sicuramente molti soldi, ma spesso è meglio non rimettere le mani su quello che madre natura e la selezione naturale hanno già fatto.
Poi John, tranquillizzati. C'è sempre il sito due.
Altrimenti che sequel ci sarebbe?
Due ore di film in cui non ti chiedi mai quanto manca alla fine.
Addentriamoci nella trama e analizziamola: ricreare i dinosauri dal Dna di zanzare preistoriche? Si ok, pare una cazzata che chiunque in 100 anni di scienza moderna avrebbe sicuramente tentato, ma John Hammond (il vecchietto che fa Babbo Natale in "Miracolo nella 34esima strada") te la mette così facile e te la rigira così tanto che ti stupisci che nessuno lo abbia mai fatto prima nella vita reale.
Il vecchietto con il bastone insomma realizza il suo sogno di ricreare i dinosauri su un'isola al largo del Costarica, il classico posto in culo dove o scappi con una barca (bella grossa eh...) oppure ti cerchi un elicottero.
I protagonisti? Sam Neil con quel cappello da Cow Boy è convintissimo di ogni cosa che fa, anche nello scaccolarsi, Jeff Goldblum fa la parte di quello che si finge simpatico/antipatico/cretino/salvatore.
Certo, chi l'ha visto prima in "La mosca" rimane molto colpito.
I nipoti di Hammond paiono più stupidi di quei bambini dei film natalizi su Italia Uno il pomeriggio dalle 15 in poi, e invece sono diventati con il trascorrere del film ancora più idoli della compagna di Neil, quella Laura Dern che considero l'unica rotella fuori posto nell'ingranaggio spielberghiano.
Di lei ricordo solo il salto sul divano che fece fare alla mi mamma quando vedemmo il film per la prima volta: al momento di riattivare la corrente elettrica nel parco spuntarono alle spalle della povera Dern uno o due velociraptor in una scena che presagiva tranquillità.
Il ciccione sfigato, che fa il cattivo qui come in Space Jam, muore giustamente molto presto dato che Spielberg voleva un film sui dinosauri e non un thriller.
I dinosauri, già!
I primi che spuntano sono semplici erbivori buoni solo per mostrare degli effetti speciali.
Il primo vero dinosauro che appare è un tirannosauro di tutto rispetto che ribalta la jeep dei bambini e si pappa l'avvocato mentre è a cacare.
In sequenza ecco il Dilophosaurus che uccide il ciccione nella jeep e i piccoli velociraptor che daranno via a un inseguimento assurdo quanto storico nelle cucine.
Con le reti di recinsione disattivate, i protagonisti dispersi nel parco e i dinosauri in libertà anche Rambo sarebbe fottuto.
Rambo sì, ma non l'inespressivo Alan Grant che prende sotto di sè i due bambini e li riconduce al quartier generale dove lì leveranno le tende, aiutati dal tirannosauro, e si salveranno leteralmente la pelle con buona pace del povero John Hammond che pensava di fare miliardi con quel parco.
La sua idea non sarebbe stata sbagliata e gli avrebbe fruttato sicuramente molti soldi, ma spesso è meglio non rimettere le mani su quello che madre natura e la selezione naturale hanno già fatto.
Poi John, tranquillizzati. C'è sempre il sito due.
Altrimenti che sequel ci sarebbe?
giovedì 8 gennaio 2015
Recensioni semiserie - Mamma ho perso l'aereo
Un classico per genitori e bambini.
Un tempo trasmesso tassativamente sotto le feste di Natale, ultimamente è stato abbandonato in favore del Grinch e di altri film per bambini con storie melenze e scontate.
Qui era tutta un'altra cosa.
La famiglia Mc Callister (con villone assurdo, ottantacinque camere, sette bagni e magari lavora solo il babbo) sta per preparare le valigie per passare le vacanze di Natale a Parigi. Siamo nel XX secolo e due famiglie (l'altra è quella del fratello del babbo) hanno la bellezza di dieci/undici figli facendo nascere le prime domande: un tappo no? Tipo la sera andare al cinema o a fare due passi in centro?
Tra questi figlioli ecco il più piccolo, Kevin, che viene sfottuto ripetutamente da fratelli, sorelle, cugini, zii e anche dai genitori, ogni volta che il piccolo si lamenta. Dato che il bimbo non è italiano e quindi non può smadonnare contro i genitori cercando di imporsi, finisce durante la cena per sporcare il fratello maggiore (Buzz, un nome una garanzia dato che ha la stessa testona del suo omonimo di Toy Story) e tutti i parenti.
Questi, dato che hanno i soldi per mantenere 5-6 figli a testa, per avere una casa di 21 stanze e per andare due settimane a Parigi nel periodo più caro dell'anno, non dovrebbero avere problemi a mandare in lavanderia due maglie e due pantaloni. Il problema è che siamo in America e appena un bambino starnutisce senza la mano davanti alla bocca viene mandato in punizione: pensate un po' al povero Kevin che ha sporcato tutti i parenti con la Coca Cola!!
Si prende del "Piccolo delinquente" da uno zio cordiale come Jack Nicholson in "Shining" e viene costretto a dormire la notte con Fuller, il cugino nerd curreggione, in soffitta.
Se gli fosse partita una bestemmia penso lo avrebbero mutilato...
Sta di fatto che il bimbo non è proprio una gioia e maledice la su mamma che pensa di mandarlo in soffitta a riflettere perchè SE TE HAI UN BAMBINO DI NOVE ANNI E TE LO MANDI IN PUNIZIONE,QUESTO RIFLETTE....
Ok.
Nella notte Kevin spera con tutto il cuore di non rivedere più i genitori la mattina seguente e nella notte, mentre i giornali volano senza pietà e la luce va via alla radiosveglia del padre, una stella lo accontenta.
Il giorno dopo inizia il vero film: i genitori si svegliano tardi, preparano i bagagli in fretta e furia e si dimenticano a casa qualcosa.
Un paio di mutande? Un accendino? Di chiudere il gas?
EHI! Si dimenticano solamente il figlio più piccolo in soffitta.
Se ne accorgonomente sono in volo e al bambino non pare il vero: mangia schifezze da mattina a sera, salta sul letto ( il massimo per i bambini di nove anni eh...), ordina le pizze al formaggio e va a fare la spesa dove ruba anche uno spazzolino.
Che film di merda sarebbe se non entrassero in scena i due personaggi più stupidi dell'intero panorama cinematografico?
Ecco infatti Henry e Marv, due coglioni che non riusciranno a mettere le mani su KEVINNN (ditelo come la mamma quando se ne ricorda in aereo).
Da quando i ladri tentano di entrare in casa avvengono le cose più assurde e inverosimili che possono accadere durante un tentativo di furto in una casa.
Se quella casa però è americana notiamo che è dotata di tutto e sopratutto il bambino di nove anni sa come utilizzare tutto: brucia la testa di un ladro, fa cadere un ferro in testa all'altro, lancia barattoli pieni di vernice dalle scale, sparge l'entrata di casa di colla e boh... se dite qualsiasi cosa è probabile che lui l'abbia già fatta.
Questi due poveri disgraziati subiscono un numero incredibile di mali fisici alla quale si rialzano senza problemi e con la convinzione che "E' un bambino di nove anni, non può farla franca".
Tra case sull'albero, tarantole e maniglie della porta bollenti, il film finisce che a parare il culo a Kevin tocca all'anziano barbuto vicino di casa, considerato un omicida dal fratello di Kevin, Buzz, a testimonianza di come l'antagonista in questi film non ci capisca una sega.
La polizia arresta i due malfattori e i genitori tornano precisi precisi la mattina di Natale quando, con una casualità incredibile, nevica anche.
Perchè ho deciso di parlarvi di questo film? Perchè è un film calderone che contiene trecento luoghi comuni e altrettanti sogni. Tra questi quello di ogni bambino di trovarsi solo in una mega casa come quella dei Mc Callister e di saper rendere pan per focaccia al ladro di turno che ti viene a svaligiare la casa.
Credo che chiunque della mia età lo abbia visto almeno una volta nella vita e credo che altre persone non lo sopportino più, però, anche se son finite le feste, consiglio a tutti di rivederselo una volta all'anno, magari sotto le feste, magari anche in momenti difficili per sdrammatizzare un po'.
Perchè siamo stati tutti un po' Kevin...
Un tempo trasmesso tassativamente sotto le feste di Natale, ultimamente è stato abbandonato in favore del Grinch e di altri film per bambini con storie melenze e scontate.
Qui era tutta un'altra cosa.
La famiglia Mc Callister (con villone assurdo, ottantacinque camere, sette bagni e magari lavora solo il babbo) sta per preparare le valigie per passare le vacanze di Natale a Parigi. Siamo nel XX secolo e due famiglie (l'altra è quella del fratello del babbo) hanno la bellezza di dieci/undici figli facendo nascere le prime domande: un tappo no? Tipo la sera andare al cinema o a fare due passi in centro?
Tra questi figlioli ecco il più piccolo, Kevin, che viene sfottuto ripetutamente da fratelli, sorelle, cugini, zii e anche dai genitori, ogni volta che il piccolo si lamenta. Dato che il bimbo non è italiano e quindi non può smadonnare contro i genitori cercando di imporsi, finisce durante la cena per sporcare il fratello maggiore (Buzz, un nome una garanzia dato che ha la stessa testona del suo omonimo di Toy Story) e tutti i parenti.
Questi, dato che hanno i soldi per mantenere 5-6 figli a testa, per avere una casa di 21 stanze e per andare due settimane a Parigi nel periodo più caro dell'anno, non dovrebbero avere problemi a mandare in lavanderia due maglie e due pantaloni. Il problema è che siamo in America e appena un bambino starnutisce senza la mano davanti alla bocca viene mandato in punizione: pensate un po' al povero Kevin che ha sporcato tutti i parenti con la Coca Cola!!
Si prende del "Piccolo delinquente" da uno zio cordiale come Jack Nicholson in "Shining" e viene costretto a dormire la notte con Fuller, il cugino nerd curreggione, in soffitta.
Se gli fosse partita una bestemmia penso lo avrebbero mutilato...
Sta di fatto che il bimbo non è proprio una gioia e maledice la su mamma che pensa di mandarlo in soffitta a riflettere perchè SE TE HAI UN BAMBINO DI NOVE ANNI E TE LO MANDI IN PUNIZIONE,QUESTO RIFLETTE....
Ok.
Nella notte Kevin spera con tutto il cuore di non rivedere più i genitori la mattina seguente e nella notte, mentre i giornali volano senza pietà e la luce va via alla radiosveglia del padre, una stella lo accontenta.
Il giorno dopo inizia il vero film: i genitori si svegliano tardi, preparano i bagagli in fretta e furia e si dimenticano a casa qualcosa.
Un paio di mutande? Un accendino? Di chiudere il gas?
EHI! Si dimenticano solamente il figlio più piccolo in soffitta.
Se ne accorgonomente sono in volo e al bambino non pare il vero: mangia schifezze da mattina a sera, salta sul letto ( il massimo per i bambini di nove anni eh...), ordina le pizze al formaggio e va a fare la spesa dove ruba anche uno spazzolino.
Che film di merda sarebbe se non entrassero in scena i due personaggi più stupidi dell'intero panorama cinematografico?
Ecco infatti Henry e Marv, due coglioni che non riusciranno a mettere le mani su KEVINNN (ditelo come la mamma quando se ne ricorda in aereo).
Da quando i ladri tentano di entrare in casa avvengono le cose più assurde e inverosimili che possono accadere durante un tentativo di furto in una casa.
Se quella casa però è americana notiamo che è dotata di tutto e sopratutto il bambino di nove anni sa come utilizzare tutto: brucia la testa di un ladro, fa cadere un ferro in testa all'altro, lancia barattoli pieni di vernice dalle scale, sparge l'entrata di casa di colla e boh... se dite qualsiasi cosa è probabile che lui l'abbia già fatta.
Questi due poveri disgraziati subiscono un numero incredibile di mali fisici alla quale si rialzano senza problemi e con la convinzione che "E' un bambino di nove anni, non può farla franca".
Tra case sull'albero, tarantole e maniglie della porta bollenti, il film finisce che a parare il culo a Kevin tocca all'anziano barbuto vicino di casa, considerato un omicida dal fratello di Kevin, Buzz, a testimonianza di come l'antagonista in questi film non ci capisca una sega.
La polizia arresta i due malfattori e i genitori tornano precisi precisi la mattina di Natale quando, con una casualità incredibile, nevica anche.
Perchè ho deciso di parlarvi di questo film? Perchè è un film calderone che contiene trecento luoghi comuni e altrettanti sogni. Tra questi quello di ogni bambino di trovarsi solo in una mega casa come quella dei Mc Callister e di saper rendere pan per focaccia al ladro di turno che ti viene a svaligiare la casa.
Credo che chiunque della mia età lo abbia visto almeno una volta nella vita e credo che altre persone non lo sopportino più, però, anche se son finite le feste, consiglio a tutti di rivederselo una volta all'anno, magari sotto le feste, magari anche in momenti difficili per sdrammatizzare un po'.
Perchè siamo stati tutti un po' Kevin...
mercoledì 7 gennaio 2015
Duemila quindi dici?
Cosa mi aspetto da questo 2015?
Sinceramente non ho grandi pretese, forse solo qualche esame da dare. Meglio tutti, magari. Magari anche latino...Certo, sarebbe un bel risultato.
Oltre allo studio? Sinceramente nient'altro per ora: con la patente ho toccato lo zenit.
Nel piano sentimentale? Magari trovare quella giusta, quella con cui arrivare addirittura nel 2016, quella con cui arrivare ad avere un gran rapporto di confidenza, quella con cui vorrò sempre uscire e che non mi stancherà mai, quella che mi chiamerà Matteo, quella che mi darà spago, quella che mi capirà sul serio e magari mi farà anche ridere.
Altri articoli? Quelli sì, son sempre ben accetti. Ho solamente paura del blocco dello scrittore che mi affligge quando sono tormentato (e ultimamente lo sono spesso).
Pubblicare qualcosa giornaliero lo vedo come impossibile anche se prima o poi questa storia su Montecatini che bolle in pentola dovrà essere servita sul piatto della pubblicazione. Chissà se andrà aggiunto altro "sale", se andrà buttata via perchè "troppo salata" oppure se dovrà essere diluita.
Il rischio delle critiche e delle infamate è alto, specie perché il mio mondo di Facebook è quasi interamente termale.
Poco male, spero che chi mi apprezzava per le cazzate precedenti mi tenga sullo stesso piano con la solita considerazione.
Un lavoretto? Non sarebbe male, ma dove?
Ripartire a fare il tennis? A maggio sono due anni che sono fermo: chi vuole fare una partitina?
E poi? E poi è un anno dispari con diciottesimi di quelli del 1997, l'elezione del presidente della Repubblica e zero manifestazioni sportive serie in estate.
Già, l'estate...
A Bibbona che succederà? Cambierà tutto per non cambiare nulla? Oppure faremo una mezza rivoluzione?
Qualsiasi cosa accadrà, un pezzo di cuore chiamato "Marina di Bibbona" non me lo toglieranno mai.
martedì 6 gennaio 2015
2014 - Cosa è successo?
2014 ovvero
- "Io c'ho l'albero più grosso del tuo (tranquilla, io ho altro di grosso)
- "Amore come sono stato bene con te oggi a Viareggio!!" ( te stasera stai a casa mentre ti trombo la cugina)
- "Sulla neve a sciare" (bella quella giacca da sci color carne..ah no scusa..)
- "Tanti auguri al mio babbo, l'uomo della mia vita" (il giorno prima era "Fanculo genitori di merda, perchè non mi fate andare al Lidò vestita da maiala?"
- "Serata DEGENERO ieri" (partita vinta a Monopoli contro il nonno che russava)
- "Ho altro oltre alle tette" (peccato rappresentino il 90% delle tue foto)
- PIOVE! C'E' LA NEVE! SENTI CHE VENTO! (tutti Giuliacci insomma?)
- "Per sempre Milan! Rossoneri Alè! Menomale che ci sei te: SHEVA!"
- Voi uomini siete tutti strani (tranne quei 10 che mi sono fatta ieri sera)
- (prima) "LIDO' LIDO' LIDO' LIDO' "(poi) "Mai più mai più mai più in quel posto di merda tutti rimasti, piccini, gente del 2000" (è del 1999)
- (prima) "Siamo il più grande spettacolo dopo il Big Bang" (dopo) "Fanculo stronzo, non hai mai capito i miei sentimenti!"
- "Menomale danno il Grinch.Jim Carrey che parte fa?" (Il CANE MAX, cogliona!)
- "Unifi: a noi due!!" ("Che facoltà fai?" "Boh" "Che ci fai a casa oggi? Tre corsi su quattro non li seguo")
- "Maremma che scossa di terremoto!!" (Era il su nonno che nella stanza accanto ha curreggiato)
- (prima fa la foto al libro GUERRA E PACE e quando gli chiedi qualcosa di più nei commenti) "TOLSTOJ? Woody e Buzz Lightyear sono fantastici!"
sabato 3 gennaio 2015
Vi facciamo il culo anche ai rigori (Italia Inghilterra Europei 2012)
E' stato incredibilmente bello. Tre ore di passione, di sudore, di sofferenza e, infine, di gioia. uesta Italia Inghilterra a casa Mori è stata più di una semplice partita di un quarto di finale di un europeo: è stata come una finale.
Noi semplici ragazzi del 94 fino a ieri sera avevamo solo una concezione di rigore: quelli di Italia Francia del 2006, quelli di Grosso e Trezeguet, quelli del più forte Buffon di sempre che non para nè intuisce mezzo rigore, ma alla fine quelli della vittoria, quelli della festa in piazza e della coppa che torna in Italia dopo anni. Ci eravamo fermati lì. [ La Spagna nel 2008 non aveva tolto nulla alla nostra concezione perchè ci avevano buttati fuori dopo una partita spenta, in un quarto di finale e per giunta in un europeo ( che secondo la mentalità di moltissimi, è un niente al confronto del Mondiale). Poi, sinceramente, noi ragazzi del 94, nel 2008 avevamo l'esame di terza media e al calcio dedicammo poco; finiti gli esami, poi, finì l'avventura azzurra agli europei.]
O meglio, di lì eravamo partiti e lì ci fermammo.
Germania 2006 fu difatti un mese pieno di vittorie. Forse troppo pieno, ma che servì a ripagarci le delusioni di anni prima, dall'Argentina dei Mondiali italiani al "biscottone" di Euro 2004 tra Danimarca e Svezia. Dopo le cose non erano andate benissimo con la già citata Spagna di Euro 2008 e il punto più basso di 110 anni di storia della Nazionale Italiana, due anni fa, con il 4° (quarto!!!) posto in Sudafrica in un girone composto da Paraguay, Nuova Zelanda ( O.o) e Slovacchia. Due punti e tutti a casa. STOP!
In sei anni la nazionale oltre a perdere gli uomini di Berlino aveva perso anche molti sostenitori.
Con questo europeo e con queste semi-notti magiche forse qualcuno si è riavvicinato alla nazionale ed ha iniziato a porgere l'orecchio in questo giugno al TG1 quando interveniva Marco Franzelli snoccciolando la formazione e raccontando anche la storia del numero dei peli del sedere di Prandelli.
Ieri sera è accaduto l'impensabile e ufficialmente il 24 giugno 2012 resterà negli annali della nostra nazionale.
E pensare che all'orario di partenza eravamo solamente in 4 su 8. Discreta media, ma non per la nazionale.
Ed è così che in 15 minuti al sig. Buralli primo arrivato, al sig. Borgioli in arte "Zelig" e alla signora Moschini Mini Car ( fa un casino neanche un trattore e continuano a chiamarla MINI..) si aggiungono la famiglia Lunghi, Bar Bone e da ultimo il vecchio sorridente Giachini.
Che la partita è da ricordare lo si vede subito all'inizio: nei primi 10 minuti che precedono l'arrivo del Giaco, De Rossi prende un palo al volo di esterno sinistro da 20 metri ( portiere SI BONAAA) e Johnson si mangia un gol.
Perdonatemi. Se devo per forza utilizzare il verbo MANGIARE posso dire che è stato San Gigi Buffon da Massa e Carrara che glielo ha fatto mangiare quel gol, levando di porta il pallone dell'inglese aprendo la manona alla Gianni Morandi prima e bloccandolo dopo. A pericolo scampato urla e fa capire chi ha le palle e chi no. Ah già... Johnson era a un metro da Gigi se vi può interessare...
Passa il tempo e ci sentiamo sempre più padroni del campo. Il sole tramonta e con lui si affievolisce anche il lume della prontezza e dell'esecuzione di Balotelli che lanciato da Pirlo solo davanti al portiere si fa raggiungere da Terry che sventa la minaccia.
SuperMario è ancora protagonista altre due volte quando su suggerimento di Cassano e di Montolivo sforbicia debolmente su Hart e conclude alto a mezzo metro dalla porta. Il Buralli inizia a innervosirsi e con lui anche tutti gli altri del gruppo, tranne il buon Borgioli che mi finisce il contenitore delle Chipsters senza respirare.
L'intervallo vola via velocemente per tutti tranne per il Lunghi e per il Buralli che riescono in tre minuti a farmi scomparire 2 freccette. MAGIA!
Ricomincia la partita ed è sempre la solita zolfa: si domina, ma non si fa gol. De Rossi butta fuori a due passi da Hart e lo stesso finocchione di portiere compie un miracolo di piede su una sassata da due passi di Balotelli prima che Montolivo concluda alto. NON E' POSSIBILE!!! "E' stregata!!" inveisce il Lunghi, sostituendo il classico "Prof, scriva!" sicuramente per l'ambiente, "PUTTANA EVA SUDICIA (e simili)" commenta invece il Buralli, "Madonna Madonna" risponde il Bonelli, " In agosto vado a Capraia" afferma la Rachele, mentre l'atmosfera è così tesa che il buon Borgioli non osa pronunciare il classico "Bòòn per te". E non lo farà per tutta la serata...
Rooney scompare dal campo così come un'altra freccetta del Mori. Il gol di Nocerino arriva inaspettato: "GOOOOLLLLANNULLLATO TU MA MAIALA CANE INFAME", ma il fuorigioco c'era. Supplementari. I volti sono sicuramente più tesi rispetto a quelli di mezz'ora dopo, prima dei rigori.
La Manu si fossilizza nel tirare le freccette anche con il padrone di casa davanti al bersaglio e il Giachini si aggira sospettoso con le mani in tasca ( stile profeta?) gufando che "Ora si perde via, è scritto. Ti mangi tanti gol e poi ti mancano alla fine. O si fa gol ora o si perde ai rigori"
Insomma, l'ottimismo abita qui e ci paga anche l'IMU eh...
30 minuti di supplementari volano via tra un crossaccio di Gerrard ("Bravo bravo" Bonelli) e un primo piano del modello di Abercrombie Lescott senza fronte.
La temperatura va via via calando e nemmeno un abbraccione forte forte della Rache ci evita i rigori.
"I rigori RARAMENTE ci hanno favorito" tuona da Kiev Beppe Dossena ( "Imbecille testa di cazzo stai zitto??!" Lunghi) con una Giachinata. Il Mori va a pisciare e il Buralli cammina nervosamente. IL sudore raggiunge il limite delle interrogazioni della Gaggio quando Alessandro Antinelli dice quattro dei cinque rigoristi.
"Rigorista in questo caso è chi se lo sente" narra "MOSE'" Lunghi prima che 8 ragazzi nel piazzale e milioni di italiani nel mondo si tocchino gli zebedei alla vista di Balotelli primo rigorista. Anche la Miria è preoccupata e sbraita qualcosa di incomprensibile dalla finestra ( golosi?!?!) quando Gianluca afferma che "OH TIRA IL MERDA, BEAHIUOOOO". La Manu si avvicina con la panchina e ci tiene anche lei. DOBBIAMO FARCELA!!!
Mario prende la rincorsa e tira... GOOOL! Hart intuisce ma niente da fare. Urlo assurdo! "Stiamo calmi!", sbraita il Mori. Gerrard segna e siamo pari. Montolivo.
Il Bone, sdraiato, non guarda e Riccardo tira fuori. Malumori generali e il Giaco continua "VIA, SI PERDE!" mentre qualcuno si alza stizzita. "STATE A SEDERE, MAREMMA CANE!" urla incazzato nero ancora l'organizzatore Mori. I bimbi si riaccomodano. Rooney segna. Sospiri di resa.
Va Pirlo. Tranquillissimo. Io mi dimentico il rigore a Berlino e vedo Pirlo solo con l'errore di Istanbul. Non faccio in tempo a levarmi quel pensiero di testa che Andrea va e scucchiaia beffardamente Hart. In quel momento si squarciano le nuvole e sul portiere inglese si abbatte un vocione ,proveniente da chissà quale soggetto, che esclama "HARTE, LA GENTE DA DI BARTA!".
Per il Borgioli il cucchiaio equivale alla vittoria, per il gioco del calcio no e quindi si continua.
Young. Forever Young? No, per sempre no, è troppo. Lui si commuove e mentre pensa a tutto questo una zanzara lo punge.
Stizzito il ragazzo di colore guarda il volo del'insetto che si posa sulla traversa. Si illuminano gli occhi dell'Inglese.
BRUTTA STRONZA. Tiraccio fortissimo e il pallone si stampa sulla traversa uccidendo la povera zanzara. Young sorride mentre i suoi compagni lo infamano; io mi alzo e inveisco contro il televisore. Come con Trezeguet nel 2006, il montante superiore ci da una mano e ci tiene aggrappati ancora a questi europei. Dopo questo simpatico rigorista è il turno di Nocerino " OOOO NOCERINOOO PICCHIA DURO, FACCI UN GOL!" urla il Giachini. Antonio non si scoraggia e con il mancino mette a sedere Hart. PUPPA!
L'urlo del Noce contro la curva è niente in confronto a quello del Borgio, uno tranquillo tranquillo, tranne quando gioca la nazionale e c'è da cambiare gestore.
"BAH COLE". E' questa l'esclamazione del Buralli quando appare il neretto con i capelli alla cazzo davanti a Buffon. In brevissimi istanti il Bone azzarda un " I mancini la incrociano" e il portiere più forte del Via Nova ( alias Giacomo Lunghi) chiama al telefono il portiere più forte del mondo ( alias Gianluigi Buffon) per informarlo di questa notizia. Gigi capta al volo il segnale e si getta sulla sua sinistra. Cole tira una caccolaccia e il nostro portiere la blocca. LA LUCE! Vediamo la luce!! Nemmeno Benedetto Ratzinger XVI l'avrebbe vista, ma noi italiani siì! SE DIAMANTI SEGNA VINCIAMO, SE DIAMANTI SEGNA VINCIAMO!
Giangigi carica la folla - neanche si fosse a un torneo sulla spiaggia - e Aladino Diamanti si precipita frettolosamente sul dischetto. Sa che segnerà (Hart non para un rigore dal 1975) e vuole chiuderla alla svelta.
Non ricordo sinceramente nè cosa ho detto nè cosa ho fatto, nè se tutti erano in silenzio o se qualcuno urlava. Alino spiazzò Hart ( no ma non sei male a parare i rigori eh..) e la palla si infilò gongolante in rete. Non chiedetemi cosa ho fatto di preciso perchè non lo ricordo. So solo che avevo già le mani ai braccioli della sedia per alzarmi e in un battibaleno scatto in piedi. La Rache alle mie spalle non si muove ( mi pare) e io abbraccio il primo che mi capita (Borgio?) ma non mi fermo lì e danzo, ballo, salto, urlo, faccio il giro del piazzale una ventina di volte e Giacomo alza le mani incredulo, scosso solamente dal mio urlo "ALLA FACCIA TUAAA!! SI DOVEVA PERDERE EHHHH?!?!" e da l festante chiesinese che strombazza con il suo motorino mostrando il suo solito sorriso a 94 denti già sfoggiato durante la consegna dell'ultimo compito di matematica. La Manu salta festosa senza un motivo, ricordando i Teletubbies all'inizio di ogni puntata, e la coppia Bone Bubu si abbracciano senza pietà quasi a strapparsi i vestiti di dosso.Il piccolo Giachini invece, possessore di armi chimiche al limite della legalità, sgancia nella via davanti casa mia due o tre fumogeni odoranti di un incenso da funerale che mi infesterà la soffitta e il salotto. La Grazia interviene in collegamento da Bibbona dove gli inglesi del campeggio accanto vengono ripertutamente sfottuti dal burlone di Dario. NOTTI MAGICHE!
Accanto ad Alessandro Antinelli a bordocampo spunta l'Arbanti e lo stadio Olimpico si infiamma. Dopo il settimo o l'ottavo bicchiere di Coca Cola il Bone ricorda che " OH DOMANI C'è DA ALZARSI PRESTO PER ANDARE A LAVORARE" e il Giachini ricorda anche lui che " BONELLI, MA CI VAI IN CULOOO!!! ITALIA, ITALIA, ITALIA!" Con Luca Mori che gira su Italia Uno dove trova "Grease" la serata si spenge e con l'arrivo di Claudio Manetti Mazzola si fa un tuffo nel passato fino a gli Europei del 68. Il Borgio è l'ultimo ad andarsene. La luce dei lampioni si spenge e l'orologio indica 23 e 45. Una serata a casa Mori si è trasformata da un'Apocalisse a un'estasi. Pur se l'avventura azzurra continua, queste immagini, questi 8 ragazzi a Montecatini e quelli di Kiev, resteranno nella storia.
Noi semplici ragazzi del 94 fino a ieri sera avevamo solo una concezione di rigore: quelli di Italia Francia del 2006, quelli di Grosso e Trezeguet, quelli del più forte Buffon di sempre che non para nè intuisce mezzo rigore, ma alla fine quelli della vittoria, quelli della festa in piazza e della coppa che torna in Italia dopo anni. Ci eravamo fermati lì. [ La Spagna nel 2008 non aveva tolto nulla alla nostra concezione perchè ci avevano buttati fuori dopo una partita spenta, in un quarto di finale e per giunta in un europeo ( che secondo la mentalità di moltissimi, è un niente al confronto del Mondiale). Poi, sinceramente, noi ragazzi del 94, nel 2008 avevamo l'esame di terza media e al calcio dedicammo poco; finiti gli esami, poi, finì l'avventura azzurra agli europei.]
O meglio, di lì eravamo partiti e lì ci fermammo.
Germania 2006 fu difatti un mese pieno di vittorie. Forse troppo pieno, ma che servì a ripagarci le delusioni di anni prima, dall'Argentina dei Mondiali italiani al "biscottone" di Euro 2004 tra Danimarca e Svezia. Dopo le cose non erano andate benissimo con la già citata Spagna di Euro 2008 e il punto più basso di 110 anni di storia della Nazionale Italiana, due anni fa, con il 4° (quarto!!!) posto in Sudafrica in un girone composto da Paraguay, Nuova Zelanda ( O.o) e Slovacchia. Due punti e tutti a casa. STOP!
In sei anni la nazionale oltre a perdere gli uomini di Berlino aveva perso anche molti sostenitori.
Con questo europeo e con queste semi-notti magiche forse qualcuno si è riavvicinato alla nazionale ed ha iniziato a porgere l'orecchio in questo giugno al TG1 quando interveniva Marco Franzelli snoccciolando la formazione e raccontando anche la storia del numero dei peli del sedere di Prandelli.
Ieri sera è accaduto l'impensabile e ufficialmente il 24 giugno 2012 resterà negli annali della nostra nazionale.
E pensare che all'orario di partenza eravamo solamente in 4 su 8. Discreta media, ma non per la nazionale.
Ed è così che in 15 minuti al sig. Buralli primo arrivato, al sig. Borgioli in arte "Zelig" e alla signora Moschini Mini Car ( fa un casino neanche un trattore e continuano a chiamarla MINI..) si aggiungono la famiglia Lunghi, Bar Bone e da ultimo il vecchio sorridente Giachini.
Che la partita è da ricordare lo si vede subito all'inizio: nei primi 10 minuti che precedono l'arrivo del Giaco, De Rossi prende un palo al volo di esterno sinistro da 20 metri ( portiere SI BONAAA) e Johnson si mangia un gol.
Perdonatemi. Se devo per forza utilizzare il verbo MANGIARE posso dire che è stato San Gigi Buffon da Massa e Carrara che glielo ha fatto mangiare quel gol, levando di porta il pallone dell'inglese aprendo la manona alla Gianni Morandi prima e bloccandolo dopo. A pericolo scampato urla e fa capire chi ha le palle e chi no. Ah già... Johnson era a un metro da Gigi se vi può interessare...
Passa il tempo e ci sentiamo sempre più padroni del campo. Il sole tramonta e con lui si affievolisce anche il lume della prontezza e dell'esecuzione di Balotelli che lanciato da Pirlo solo davanti al portiere si fa raggiungere da Terry che sventa la minaccia.
SuperMario è ancora protagonista altre due volte quando su suggerimento di Cassano e di Montolivo sforbicia debolmente su Hart e conclude alto a mezzo metro dalla porta. Il Buralli inizia a innervosirsi e con lui anche tutti gli altri del gruppo, tranne il buon Borgioli che mi finisce il contenitore delle Chipsters senza respirare.
L'intervallo vola via velocemente per tutti tranne per il Lunghi e per il Buralli che riescono in tre minuti a farmi scomparire 2 freccette. MAGIA!
Ricomincia la partita ed è sempre la solita zolfa: si domina, ma non si fa gol. De Rossi butta fuori a due passi da Hart e lo stesso finocchione di portiere compie un miracolo di piede su una sassata da due passi di Balotelli prima che Montolivo concluda alto. NON E' POSSIBILE!!! "E' stregata!!" inveisce il Lunghi, sostituendo il classico "Prof, scriva!" sicuramente per l'ambiente, "PUTTANA EVA SUDICIA (e simili)" commenta invece il Buralli, "Madonna Madonna" risponde il Bonelli, " In agosto vado a Capraia" afferma la Rachele, mentre l'atmosfera è così tesa che il buon Borgioli non osa pronunciare il classico "Bòòn per te". E non lo farà per tutta la serata...
Rooney scompare dal campo così come un'altra freccetta del Mori. Il gol di Nocerino arriva inaspettato: "GOOOOLLLLANNULLLATO TU MA MAIALA CANE INFAME", ma il fuorigioco c'era. Supplementari. I volti sono sicuramente più tesi rispetto a quelli di mezz'ora dopo, prima dei rigori.
La Manu si fossilizza nel tirare le freccette anche con il padrone di casa davanti al bersaglio e il Giachini si aggira sospettoso con le mani in tasca ( stile profeta?) gufando che "Ora si perde via, è scritto. Ti mangi tanti gol e poi ti mancano alla fine. O si fa gol ora o si perde ai rigori"
Insomma, l'ottimismo abita qui e ci paga anche l'IMU eh...
30 minuti di supplementari volano via tra un crossaccio di Gerrard ("Bravo bravo" Bonelli) e un primo piano del modello di Abercrombie Lescott senza fronte.
La temperatura va via via calando e nemmeno un abbraccione forte forte della Rache ci evita i rigori.
"I rigori RARAMENTE ci hanno favorito" tuona da Kiev Beppe Dossena ( "Imbecille testa di cazzo stai zitto??!" Lunghi) con una Giachinata. Il Mori va a pisciare e il Buralli cammina nervosamente. IL sudore raggiunge il limite delle interrogazioni della Gaggio quando Alessandro Antinelli dice quattro dei cinque rigoristi.
"Rigorista in questo caso è chi se lo sente" narra "MOSE'" Lunghi prima che 8 ragazzi nel piazzale e milioni di italiani nel mondo si tocchino gli zebedei alla vista di Balotelli primo rigorista. Anche la Miria è preoccupata e sbraita qualcosa di incomprensibile dalla finestra ( golosi?!?!) quando Gianluca afferma che "OH TIRA IL MERDA, BEAHIUOOOO". La Manu si avvicina con la panchina e ci tiene anche lei. DOBBIAMO FARCELA!!!
Mario prende la rincorsa e tira... GOOOL! Hart intuisce ma niente da fare. Urlo assurdo! "Stiamo calmi!", sbraita il Mori. Gerrard segna e siamo pari. Montolivo.
Il Bone, sdraiato, non guarda e Riccardo tira fuori. Malumori generali e il Giaco continua "VIA, SI PERDE!" mentre qualcuno si alza stizzita. "STATE A SEDERE, MAREMMA CANE!" urla incazzato nero ancora l'organizzatore Mori. I bimbi si riaccomodano. Rooney segna. Sospiri di resa.
Va Pirlo. Tranquillissimo. Io mi dimentico il rigore a Berlino e vedo Pirlo solo con l'errore di Istanbul. Non faccio in tempo a levarmi quel pensiero di testa che Andrea va e scucchiaia beffardamente Hart. In quel momento si squarciano le nuvole e sul portiere inglese si abbatte un vocione ,proveniente da chissà quale soggetto, che esclama "HARTE, LA GENTE DA DI BARTA!".
Per il Borgioli il cucchiaio equivale alla vittoria, per il gioco del calcio no e quindi si continua.
Young. Forever Young? No, per sempre no, è troppo. Lui si commuove e mentre pensa a tutto questo una zanzara lo punge.
Stizzito il ragazzo di colore guarda il volo del'insetto che si posa sulla traversa. Si illuminano gli occhi dell'Inglese.
BRUTTA STRONZA. Tiraccio fortissimo e il pallone si stampa sulla traversa uccidendo la povera zanzara. Young sorride mentre i suoi compagni lo infamano; io mi alzo e inveisco contro il televisore. Come con Trezeguet nel 2006, il montante superiore ci da una mano e ci tiene aggrappati ancora a questi europei. Dopo questo simpatico rigorista è il turno di Nocerino " OOOO NOCERINOOO PICCHIA DURO, FACCI UN GOL!" urla il Giachini. Antonio non si scoraggia e con il mancino mette a sedere Hart. PUPPA!
L'urlo del Noce contro la curva è niente in confronto a quello del Borgio, uno tranquillo tranquillo, tranne quando gioca la nazionale e c'è da cambiare gestore.
"BAH COLE". E' questa l'esclamazione del Buralli quando appare il neretto con i capelli alla cazzo davanti a Buffon. In brevissimi istanti il Bone azzarda un " I mancini la incrociano" e il portiere più forte del Via Nova ( alias Giacomo Lunghi) chiama al telefono il portiere più forte del mondo ( alias Gianluigi Buffon) per informarlo di questa notizia. Gigi capta al volo il segnale e si getta sulla sua sinistra. Cole tira una caccolaccia e il nostro portiere la blocca. LA LUCE! Vediamo la luce!! Nemmeno Benedetto Ratzinger XVI l'avrebbe vista, ma noi italiani siì! SE DIAMANTI SEGNA VINCIAMO, SE DIAMANTI SEGNA VINCIAMO!
Giangigi carica la folla - neanche si fosse a un torneo sulla spiaggia - e Aladino Diamanti si precipita frettolosamente sul dischetto. Sa che segnerà (Hart non para un rigore dal 1975) e vuole chiuderla alla svelta.
Non ricordo sinceramente nè cosa ho detto nè cosa ho fatto, nè se tutti erano in silenzio o se qualcuno urlava. Alino spiazzò Hart ( no ma non sei male a parare i rigori eh..) e la palla si infilò gongolante in rete. Non chiedetemi cosa ho fatto di preciso perchè non lo ricordo. So solo che avevo già le mani ai braccioli della sedia per alzarmi e in un battibaleno scatto in piedi. La Rache alle mie spalle non si muove ( mi pare) e io abbraccio il primo che mi capita (Borgio?) ma non mi fermo lì e danzo, ballo, salto, urlo, faccio il giro del piazzale una ventina di volte e Giacomo alza le mani incredulo, scosso solamente dal mio urlo "ALLA FACCIA TUAAA!! SI DOVEVA PERDERE EHHHH?!?!" e da l festante chiesinese che strombazza con il suo motorino mostrando il suo solito sorriso a 94 denti già sfoggiato durante la consegna dell'ultimo compito di matematica. La Manu salta festosa senza un motivo, ricordando i Teletubbies all'inizio di ogni puntata, e la coppia Bone Bubu si abbracciano senza pietà quasi a strapparsi i vestiti di dosso.Il piccolo Giachini invece, possessore di armi chimiche al limite della legalità, sgancia nella via davanti casa mia due o tre fumogeni odoranti di un incenso da funerale che mi infesterà la soffitta e il salotto. La Grazia interviene in collegamento da Bibbona dove gli inglesi del campeggio accanto vengono ripertutamente sfottuti dal burlone di Dario. NOTTI MAGICHE!
Accanto ad Alessandro Antinelli a bordocampo spunta l'Arbanti e lo stadio Olimpico si infiamma. Dopo il settimo o l'ottavo bicchiere di Coca Cola il Bone ricorda che " OH DOMANI C'è DA ALZARSI PRESTO PER ANDARE A LAVORARE" e il Giachini ricorda anche lui che " BONELLI, MA CI VAI IN CULOOO!!! ITALIA, ITALIA, ITALIA!" Con Luca Mori che gira su Italia Uno dove trova "Grease" la serata si spenge e con l'arrivo di Claudio Manetti Mazzola si fa un tuffo nel passato fino a gli Europei del 68. Il Borgio è l'ultimo ad andarsene. La luce dei lampioni si spenge e l'orologio indica 23 e 45. Una serata a casa Mori si è trasformata da un'Apocalisse a un'estasi. Pur se l'avventura azzurra continua, queste immagini, questi 8 ragazzi a Montecatini e quelli di Kiev, resteranno nella storia.
Derby Dolori Deliri (novembre 2014)
Derby: un'unica parola e tanti risvolti.
La
stracittadina di Milano ha sempre colpito e mi ha fatto tanto
angosciare.
Da
una sofferenza udita via radio si è arrivati a quella tramite Tv,
più d'impatto, ma meno emotiva.
Tutto
iniziò con il derby, si può dire.
Difatti
era febbraio di dieci anni fa quando il Milan rimontò i due gol
dell'Inter, andando a vincere per 3-2, e fece un altro passo decisivo
verso lo scudetto.
Fu
la prima partita che "sentii" emotivamente e il risultato,
che io e mio padre ricevemmo via televideo a casa di un suo amico, fu
inaspettato, dato lo 0-2 del primo tempo.
Chissà
se fu quella la folgorazione, se fu proprio il nero del televideo
condito da quelle lettere bianche a farmi capire che la mia vita si
sarebbe ben presto tinta di rossonero.
Fu
scudetto, poco festeggiato dal sottoscritto, e la stagione seguente
ero lì, ancora al televideo, a seguire il derby, dato che non
possedevo ancora nessuna pay tv.
Fu
uno scialbo 0-0 che pareva ripetersi anche al ritorno quando, a meno
di un quarto d'ora dalla fine, una mina di Gattuso dal limite trovò
la deviazione di Kakà che ci consentì sia di vincere il derby che
di procurare la prima sconfitta stagionale ai cugini.
Altre
due pere, chiamate Stam e Shevchenko, furono mal digerite dai
nerazzurri in Champions la solita stagione, quando erano
martedì/mercoledì da leoni e la voce di Piccinini emanava già
stronzate su Canale 5.
Serata
incredibile fu quella, con due gol di testa di prepotenza e ogni
attacco interista sventato, mentre sul divano di casa mia gongolavo
tra mio nonno e mio padre.
Due
settimane dopo fu lo scempio fatta partita con i petardi su Dida e il
3-0 a tavolino.
Un
non derby, diciamo.
Ecco
Istanbul, ecco una delle serate piu brutte della mia vita calcistica,
così come il derby successivo sotto le feste, perso per 3-2
all'ultimo minuto.
L'annuncio
del risultato mi arrivò dal babbo mentre ero a letto che tentavo
invano di prendere sonno. Capii subito la gravità della cosa e
iniziò così una lunga vendetta che ebbe luogo il Venerdì Santo.
Quel
giorno la croce fu portata da Kaladze che invece di farsi a piedi
tutto il Golgota, la lanciò in porta a metà ripresa segnando l'1-0
che perdurerà fino alla fine.
Il
derby era nostro e io, in versione mini, pativo al circolo del Milan
a Margine Coperta di fronte a ogni attacco di Adriano o Figo.
Calciopoli,
il Mondiale vinto e Juve in B portarono la seconda squadra di Milano
a fregiarsi sia del 14° scudetto che a partire avvantaggiata la
stagione 2006/07.
Partirono
anche parecchio avvantaggiati nel derby quando un Milan distrutto
perdeva 3-0 in meno di un'ora e riuscimmo a fine partita a
riequilibrare le cose in un 3-4 che non ci tolse però l'amaro in
bocca. Amaro che potei gustare dal vivo in un maxischermo al
ristorante per il 45esimo compleanno di mamma.
Amaro
che si ripresentò anche al ritorno quando Cruz e Ibrahimovic
rimontarono il nostro gol di Ronaldo, mentre ero in giro per Pistoia
disinteressandomi volontariamente della stracittadina.
Con
due derby vinti si vince (molto spesso) lo scudetto, ma la Champions
no. Quella toccò a noi a Atene, sul Partenone, come gli dei della
mitologia classica.
Altra
stagione, altra sconfitta. Dopo aver vinto il Mondiale per Club, un
Milan pluridecorato va in vantaggio con una punizione di Pirlo, ma si
fa raggiungere e superare prima dal solito Cruz e poi da Cambiasso,
quest'ultimo con la collaborazione del nostro portiere.
Primo
dispiacere a casa Mori in sala da pranzo quando già il digitale era
entrato nella mia abitazione.
Di
rientro dal mare per il ponte del 1° maggio, arrivai in tempo per il
secondo tempo del derby di ritorno. Lì uno straripante Inzaghi e un
Kakà Pallone d'Oro permisero al sottoscritto di vincere il 1° derby
di campionato visto a casa alla propria tv.
Cambi
importanti per il 2008/09 quando i compleanni regnano su tutto e sul
derby. Meglio non soffrire e passare una serata tra amici invece di
patire davanti al piccolo schermo.
Al
primo messaggio del mio amico rossonero fedelissimo Federico "1-0
Ronaldinho!!!", rispose a fine partita il babbo (interista)
della festeggiata che annunciò mestamente la nostra vittoria.
Vittoria
che non impedì all'Interdi prendere il largo e di trovarsi davanti
di parecchi punti al derby di ritorno.
Derby
che la mano di Adriano e la bomba al volo di Stankovic consegnarono
all'Inter di fronte a un Matteo Mori che applaudiva, davanti al
televisore di un mio amico interista, per la bella prestazione
dell'Inter.
Scena
che mai più rivedrete...
Spero
di non rivedere, o meglio rivivere, i due derby dell'anno successivo
quando lo 0-4 dell'andata (visto al bar in villeggiatura a fine
agosto) e lo 0-2 del ritorno ( a casa mia, attonito, quasi piangente)
portarono l'Inter a primeggiare in campo italiano ed europeo.
Tre
derby persi di fila sono tanta roba.
Fortuna
volle che l'anno seguente il Milan tornò a giocare a calcio. Un
rigore di Ibrahimovic (stavolta nella squadra giusta) in una partita
tiratissima, ci riconsegna la stracittadina mentre me ne stavo
cautamente disinteressato a cena fuori con degli amici per
scaramanzia.
Cinque
mesi dopo era derby da scudetto, il più atteso degli ultimi anni.
L'Inter
di Leonardo ci stava per rimontare in classifica dopo essere stata
sotto anche di otto punti.
La
paura era tanta quel sabato 2 aprile quando i miei genitori
invitarono a cena una famiglia di nostri amici con il padre milanista
fino al midollo.
Logico
lo schermo puntato in sala da pranzo e la cena come seconda scelta.
Nemmeno il tempo dei convenevoli e Pato ci porta in vantaggio,
caricando su di noi l'onere e l'onore del vantaggio. Una
cena-sofferenza: Abbiati salva su Thiago Motta e Pazzini, Van Bommel
centra la traversa.
Metà
secondo tempo: è il momento buono. Abate riceve palla in posizione
decentrata da Flamini e la colloca precisa precisa sulla testa di
Pato a centro area. Taaaaac e 2-0!
Ricordo
che impazzii e se qualcuno mi chiede ancora dove vincemmo il
campionato, dico sempre che lo vincemmo tra il secondo piatto e il
gelato.
Il
rigore di Cassano del 3-0 fu una liberazione per noi milanisti che
venivamo da due settimane di passione. Un mese dopo fu scudetto.
Annunciato, ma bellissimo.
Fu
bruttissima invece la stagione seguente quando la Juve ci scippò
(non è un termine casuale) lo scudetto che riuscimmo a perdere come
i due derby (0-1 e 2-4) dove Milito fece da mattatore con 4 gol
totali. Alla bordata del 2-4 di Maicon si è chiusa l'epoca del Milan
forte ed è iniziata quella attuale, quella del "Io speriamo che
me la cavo" o del "Facciamoci il meno male possibile".
4
derby, uno più brutto dell'altro. Si parte con una sconfitta
ingiusta per mano di Samuel e dell'arbitro Valeri che tra un gol
buono e un rigore non dati, ci fecero perdere il terzo derby di fila.
Al
ritorno El Shaarawy ci illuse per un tempo, fino a che Schelotto ci
ributtò nell'impossibilità di vincere il derby. Un pareggio era
nove anni che non accadeva.
Così
come erano molti e molti piu anni che non si vedeva un Milan Inter
brutto come quello di andata della stagione scorsa quando un tacco di
Palacio, verso gli sgoccioli finali, ci fece sprofondare nelle
statistiche: 2 anni e mezzo senza una vittoria nel derby.
Vittoria
che è finalmente tornata a maggio grazie a De Jong che incorna da
due passi e che fa tirare un grande sospiro di sollievo ai tifosi
milanisti pacati mentre fa perdere la voce a quelli come me che,
dalla foga, entrarono nel televisore per l'esultanza.
Derby,
90 minuti per raggiungere il paradiso o l'inferno.
La fine di un ciclo (marzo 2014)
Ieri sera a Madrid si è chiusa un'epoca.
Si è chiusa l'epoca post Ancelottiana fatta di due allenatori di transizione come Leonardo e Allegri, di due tipi di gioco totalmente diversi, di due squadre che, seppur vicine, erano radicalmente diverse. Si è chiuso questo mini ciclo condito da uno scudetto e da una supercoppa italianain cinque anni.
Ciclo iniziato a giugno 2009 con l'addio di Carlo Ancelotti, l'uomo di un trofeo all'anno per otto anni, e l'idea della società era quella di creare un futbol bailado fatto di brasiliani, spettacolo e divertimento con a capo l'ex trequartista Leonardo, in attacco tanti devastanti giocatori, ma in difesa lacune e spettacoli che avrebbero fatto rabbrividire anche Lucio Fulci.
Fortuna volle che tutto questo modulo pacchiano sia durato per solo una stagione.
Dall'anno successivo con l'arrivo di Allegri si è passati a un Milan più equilibrato, più cinico, molto meno spettacolare, ma con alcune brutte scorie difensive che solo i vari Nesta e Thiago Silva hanno riuscito per un paio di anni a colmare.
Lo scudetto stravinto avrebbe potuto portare a grandi successi in campo europeo come era capitato in passato a personaggi come Sacchi, Capello e Ancelotti.
Col senno di poi scomodare questi nomi sembrerebbe una bestemmia: Max Allegri difatti si legò più alla linea Zaccheroni dove "Oltre lo scudetto il niente".
In campo europeo il gioco era spesso scadente e si possono ricordare su quasi 40 partite,solo 3-4 notti di Milan pieno, quelle dove San Siro ribolliva di gioia, dove si facevano le Ola già da metà secondo tempo e la Gazzetta il giorno seguente riempiva di sette e di otto i voti dei nostri giocatori.
La maggior parte delle volte, purtroppo, ci si è invece limitati a frasi del calibro di " eh, ma sono più forti" "abbiamo fatto il possibile, ma..." "oggettivamente erano più forti di noi" "ci poteva andare anche peggio" che all'inizio giustificavano il rendimento della squadra, ma col passare del tempo si appariva alle squadre europee come il bambino piccino che deve sempre imparare a camminare.
Quando queste espressioni però si sono utilizzate anche in campionato,non solo contro Inter e Juventus, ma anche contro avversari come Roma, Napoli, Fiorentina e Lazio, ci siamo resi conto che non era più il Milan.
I principali campanelli di allarme erano state le campagne acquisti, i parametri zero, i nommi semisconosciuti dei giocatori e le proteste sempre più fondate dei tifosi.
In poco tempo oltre al mister è mancato anche un progetto e dalla società Milan uscivano spesso frasi e comunicati sempre più scandalosi.
Da agosto ripartiremo quasi probabilmente senza coppe, senza turni serali il venerdì, il sabato e la domenica e senza una vista in campo internazionale.
Il signor Clarence Seedorf dopo la fantastica carriera da giocatore dovrà dimostrare ( non proprio in questo finale di stagione, ma più marcatamente l'anno prossimo) se è fatto per allenare, se ha qualcosa da dare alla società, se ha idee rivoluzionistiche (anche meno ambiziose di quelle di Sacchi) se ha ricevuto dalla società un progetto o se è solo un capriccio del signor Berlusconi che dopo averlo visto cantare, ha pensato che servisse un Lionel Ritchie o un Charles Aznavour per allenare il Milan.
Un progetto comunque dovrà uscire da Milanello, progetto che potrà impiegare anche alcuni anni, come è avvenuto recentemente per la Juventus, e che speriamo si concluda con l'arrivo in squadra di giocatori DEGNI di indossare a testa alta quella maglia a strisce rossonere in Italia, in Europa e dovunque.
Si è chiusa l'epoca post Ancelottiana fatta di due allenatori di transizione come Leonardo e Allegri, di due tipi di gioco totalmente diversi, di due squadre che, seppur vicine, erano radicalmente diverse. Si è chiuso questo mini ciclo condito da uno scudetto e da una supercoppa italianain cinque anni.
Ciclo iniziato a giugno 2009 con l'addio di Carlo Ancelotti, l'uomo di un trofeo all'anno per otto anni, e l'idea della società era quella di creare un futbol bailado fatto di brasiliani, spettacolo e divertimento con a capo l'ex trequartista Leonardo, in attacco tanti devastanti giocatori, ma in difesa lacune e spettacoli che avrebbero fatto rabbrividire anche Lucio Fulci.
Fortuna volle che tutto questo modulo pacchiano sia durato per solo una stagione.
Dall'anno successivo con l'arrivo di Allegri si è passati a un Milan più equilibrato, più cinico, molto meno spettacolare, ma con alcune brutte scorie difensive che solo i vari Nesta e Thiago Silva hanno riuscito per un paio di anni a colmare.
Lo scudetto stravinto avrebbe potuto portare a grandi successi in campo europeo come era capitato in passato a personaggi come Sacchi, Capello e Ancelotti.
Col senno di poi scomodare questi nomi sembrerebbe una bestemmia: Max Allegri difatti si legò più alla linea Zaccheroni dove "Oltre lo scudetto il niente".
In campo europeo il gioco era spesso scadente e si possono ricordare su quasi 40 partite,solo 3-4 notti di Milan pieno, quelle dove San Siro ribolliva di gioia, dove si facevano le Ola già da metà secondo tempo e la Gazzetta il giorno seguente riempiva di sette e di otto i voti dei nostri giocatori.
La maggior parte delle volte, purtroppo, ci si è invece limitati a frasi del calibro di " eh, ma sono più forti" "abbiamo fatto il possibile, ma..." "oggettivamente erano più forti di noi" "ci poteva andare anche peggio" che all'inizio giustificavano il rendimento della squadra, ma col passare del tempo si appariva alle squadre europee come il bambino piccino che deve sempre imparare a camminare.
Quando queste espressioni però si sono utilizzate anche in campionato,non solo contro Inter e Juventus, ma anche contro avversari come Roma, Napoli, Fiorentina e Lazio, ci siamo resi conto che non era più il Milan.
I principali campanelli di allarme erano state le campagne acquisti, i parametri zero, i nommi semisconosciuti dei giocatori e le proteste sempre più fondate dei tifosi.
In poco tempo oltre al mister è mancato anche un progetto e dalla società Milan uscivano spesso frasi e comunicati sempre più scandalosi.
Da agosto ripartiremo quasi probabilmente senza coppe, senza turni serali il venerdì, il sabato e la domenica e senza una vista in campo internazionale.
Il signor Clarence Seedorf dopo la fantastica carriera da giocatore dovrà dimostrare ( non proprio in questo finale di stagione, ma più marcatamente l'anno prossimo) se è fatto per allenare, se ha qualcosa da dare alla società, se ha idee rivoluzionistiche (anche meno ambiziose di quelle di Sacchi) se ha ricevuto dalla società un progetto o se è solo un capriccio del signor Berlusconi che dopo averlo visto cantare, ha pensato che servisse un Lionel Ritchie o un Charles Aznavour per allenare il Milan.
Un progetto comunque dovrà uscire da Milanello, progetto che potrà impiegare anche alcuni anni, come è avvenuto recentemente per la Juventus, e che speriamo si concluda con l'arrivo in squadra di giocatori DEGNI di indossare a testa alta quella maglia a strisce rossonere in Italia, in Europa e dovunque.
Il tifo secondo me
Perchè non impazzisco nell'andare allo stadio?
Non mi piace perchè al giorno d'oggi tra viaggio e biglietto spendo sempre una cifra spropositata; non mi piace perchè sì, mi piace cantare, urlare e fare i cori per la mia squadra, ma non durante la partita quando spesso la prendo come una questione personale, quasi familiare e un insuccesso o un momento di appannamento degli 11 ragazzi che ci sono in campo mi causa un'infinita tristezza.
Vedo i ragazzi come una famiglia e un cross sbagliato del terzino o un errore sottoporta del mio attaccante preferito mi sembrano un errore mio, un qualcosa che difficilmente potrei perdonarmi.
Capita spesso che il cronometro e il punteggio riducono le speranze al lumicino, ma non dobbiamo mai arrenderci: se tutti i sogni spettacolari andassero in frantumi la vita non sarebbe degna di essere vissuta.
Patisco davanti al televisore, non tollero il tifo per l'altra squadra: davanti al televisore a casa mia si deve essere solo con me, altrimenti ci sono tantissimi altri posti dove trasmettono la partita.
La scelta del commentatore tifoso è un altro passo verso l'allontamento dal realismo e di conseguenza verso l'avvicinamento a un mondo irreale dove tutto e tutti sono con me e tutti la pensiamo allo stesso modo.
Se un giorno dovessi diventare giornalista mai e poi mai potrò commentare la mia squadra perchè difficilmente potrei parlarne male...
Non mi piace perchè al giorno d'oggi tra viaggio e biglietto spendo sempre una cifra spropositata; non mi piace perchè sì, mi piace cantare, urlare e fare i cori per la mia squadra, ma non durante la partita quando spesso la prendo come una questione personale, quasi familiare e un insuccesso o un momento di appannamento degli 11 ragazzi che ci sono in campo mi causa un'infinita tristezza.
Vedo i ragazzi come una famiglia e un cross sbagliato del terzino o un errore sottoporta del mio attaccante preferito mi sembrano un errore mio, un qualcosa che difficilmente potrei perdonarmi.
Capita spesso che il cronometro e il punteggio riducono le speranze al lumicino, ma non dobbiamo mai arrenderci: se tutti i sogni spettacolari andassero in frantumi la vita non sarebbe degna di essere vissuta.
Patisco davanti al televisore, non tollero il tifo per l'altra squadra: davanti al televisore a casa mia si deve essere solo con me, altrimenti ci sono tantissimi altri posti dove trasmettono la partita.
La scelta del commentatore tifoso è un altro passo verso l'allontamento dal realismo e di conseguenza verso l'avvicinamento a un mondo irreale dove tutto e tutti sono con me e tutti la pensiamo allo stesso modo.
Se un giorno dovessi diventare giornalista mai e poi mai potrò commentare la mia squadra perchè difficilmente potrei parlarne male...
Venerdì 13 - Parte VI - Jason vive
Si ok, Jason vive, ma come?
Con un fulmine che colpisce la sua tomba. Ok,ci sta. Ma è così indistruttibile? Dopo un'ora e mezzo di film l'unica risposta è "se si prevedesse un suo attacco, forse si potrebbe farlo fuori".
Il vero problema è che tutte le vittime sono in questo cavolo di campeggio (dove sanno da anni e anni che su di esso grava una maledizione, ma continuano a farsi del male) e girovagano spaesati, rincoglioniti, senza niente, in un campeggio, di notte, sperduti nel bosco, senza una pila, una luce, un cazzo di amico.
Certo che ti fanno fuori, coglione!
Togliamo le volte che Jason ti uccide appena ti vede, quindi non hai tempo di fuggire.
Questo accade per alcuni. Altri deficienti iniziano a correre e lui li insegue con un passo lento, senza fretta.
Ora spiegatemi voi come fanno tutte le volte a essere raggiunti e a morire stupidamente?
Un'altra cosa che non soporto è lo scetticismo in tutti gli horror ( e anche in questo): il protagonista per almeno metà film viene considerato un cerebroleso, un burlone, uno che si diverte a spargere la voce di aver visto un serial killer, andando addirittura alla polizia.
Spesso lo sceriffo o l'amico coglione di turno si rendono conto che il protagonista ha ragione, quando ormai sono sul punto di morte e l'assassino gli ha appena ficcato una mannaia in gola.
Sinceramente, ti sta bene.
Altre stupidaggini? Il dividersi, sempre e comunque. Che sia un bosco, una casa, un castello o una città, tutte le comitive di ogni film si devono dividere. Sembra che abbiano furia, sembra che devono visitare tutto il castello o la casa nel minor tempo possibile e allora fanno "Oh senti te vai a nord, io a sud, lui va in soffitta e poi si fanno le foto, poi mi racconti come sono le altre parti della casa, almeno ci si leva di culo prima".
Spesso lo fanno quando già un loro amico manca all'appello: questo deficiente è scomparso perchè si è voluto avventurare da solo nel bosco e voi che fate!?! Vi dividete anche voi!
SIETE DEI GENI!
Siamo in una casa di 20 stanze, 400 o 600 mq e lui non torna nè rispone alle vostre grida. POTRA' FORSE ESSERE MORTO?
Perchè dividersi nuovamente?
E' giusto che morite, cazzo!
Ah già, si parlava di Venerdì 13.
Scordatevi di fare fuori Jason o comunque di vedere tanto sangue: lui tira una coltellata in pancia e chi s'è visto s'è visto. La telecamera non inquadra nemmeno la vittima dopo l'assassinio: cazzo, almeno un omaggio alla povera salma...
Jason poi si leva di culo facilmente perchè non ha mica tempo da perdere, giustamente.
Volete bruciarlo? Gli fa una sega il fuoco, al massimo lo fortifica.
Come fare per levarvelo di culo? Non andate a campeggiare in quel cazzo di campeggio a Crystal Lake e forse lui non vi romperà più.
Ma tanto alla gente piace farsi del male...
Con un fulmine che colpisce la sua tomba. Ok,ci sta. Ma è così indistruttibile? Dopo un'ora e mezzo di film l'unica risposta è "se si prevedesse un suo attacco, forse si potrebbe farlo fuori".
Il vero problema è che tutte le vittime sono in questo cavolo di campeggio (dove sanno da anni e anni che su di esso grava una maledizione, ma continuano a farsi del male) e girovagano spaesati, rincoglioniti, senza niente, in un campeggio, di notte, sperduti nel bosco, senza una pila, una luce, un cazzo di amico.
Certo che ti fanno fuori, coglione!
Togliamo le volte che Jason ti uccide appena ti vede, quindi non hai tempo di fuggire.
Questo accade per alcuni. Altri deficienti iniziano a correre e lui li insegue con un passo lento, senza fretta.
Ora spiegatemi voi come fanno tutte le volte a essere raggiunti e a morire stupidamente?
Un'altra cosa che non soporto è lo scetticismo in tutti gli horror ( e anche in questo): il protagonista per almeno metà film viene considerato un cerebroleso, un burlone, uno che si diverte a spargere la voce di aver visto un serial killer, andando addirittura alla polizia.
Spesso lo sceriffo o l'amico coglione di turno si rendono conto che il protagonista ha ragione, quando ormai sono sul punto di morte e l'assassino gli ha appena ficcato una mannaia in gola.
Sinceramente, ti sta bene.
Altre stupidaggini? Il dividersi, sempre e comunque. Che sia un bosco, una casa, un castello o una città, tutte le comitive di ogni film si devono dividere. Sembra che abbiano furia, sembra che devono visitare tutto il castello o la casa nel minor tempo possibile e allora fanno "Oh senti te vai a nord, io a sud, lui va in soffitta e poi si fanno le foto, poi mi racconti come sono le altre parti della casa, almeno ci si leva di culo prima".
Spesso lo fanno quando già un loro amico manca all'appello: questo deficiente è scomparso perchè si è voluto avventurare da solo nel bosco e voi che fate!?! Vi dividete anche voi!
SIETE DEI GENI!
Siamo in una casa di 20 stanze, 400 o 600 mq e lui non torna nè rispone alle vostre grida. POTRA' FORSE ESSERE MORTO?
Perchè dividersi nuovamente?
E' giusto che morite, cazzo!
Ah già, si parlava di Venerdì 13.
Scordatevi di fare fuori Jason o comunque di vedere tanto sangue: lui tira una coltellata in pancia e chi s'è visto s'è visto. La telecamera non inquadra nemmeno la vittima dopo l'assassinio: cazzo, almeno un omaggio alla povera salma...
Jason poi si leva di culo facilmente perchè non ha mica tempo da perdere, giustamente.
Volete bruciarlo? Gli fa una sega il fuoco, al massimo lo fortifica.
Come fare per levarvelo di culo? Non andate a campeggiare in quel cazzo di campeggio a Crystal Lake e forse lui non vi romperà più.
Ma tanto alla gente piace farsi del male...
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