lunedì 19 gennaio 2015

Je suis moi-meme


Io non sono Charlie. Non sono Charlie perchè tutto questo non l'ho provato sulla mia pelle e non potrei dare impressioni specifiche.
Non salgo sul carro delle vittime solo per passare dalla parte dei buoni nemmeno metto bandiere e volantini perchè alcuni di quelli che lo hanno fatto sono più razzisti del Ku klux klan.
Vedo il JE SUIS CHARLIE come un "Ehi, hanno colpito anche me, guardatemi, compiangetemi, mettetemi al centro dell'attenzione, anche se fino a dieci minuti fa non sapevo chi fosse Maometto, Allah e nemmeno sapevo dell'esistenza di Charlie Hebdo".


Posso dire di essere vicino alle famiglia delle vittime, ma non alla Francia intera perchè quando ci uccisero Falcone nessuno pubblicò IO SONO GIOVANNI, nè vennero in massa a Palermo rappresentanti di altri stati, nemmeno per Borsellino, nemmeno per la strage di Bologna, nemmeno per le vittime italiane in Medio Oriente da quindici anni a questa parte.
Sono state colpite le persone, le idee, non la Francia.


Non sono Charlie ma non voglio passare dalla parte dei terroristi, degli islamici, sia chiaro.
Non capisco cosa abbiano nelle loro teste, ma quando provo a pensare come si possa estorcere un messaggio di pace di 2000 anni fa e tramutarlo in guerra e omicidi penso a quello che hanno fatto il clero, la religione cristiana e il cristianesimo tutto nel mondo, sopratutto in Italia, e quindi sto in silenzio: c'è chi ha fatto e continua a fare di peggio pur non facendosi saltare in aria.


Sono una persona razionale; vedo le conclusioni e cerco subito di trovare i rimedi.
Se cado di bicicletta non piango, ma mi medico; se esco e ho freddo non lo dico cinquanta volte a chi mi sta accanto, ma mi copro.
Come in questi esempi stupidi, anche nel caso del terrorismo ho pensato in questi giorni a come far per bloccare questi atti terroristici.


Eliminando le tesi opposte, i "Siamo tutti fratelli, perdonateli, non accadrà più" e i "A morte ogni islamico!!", ho cercato il compromesso, la classica verità che sta sempre nel mezzo.
La domanda è una sola: come fare?
E' la solita domanda che Bush si era rivolto dopo l'11 settembre, Madrid dopo la strage alla metropolitana del 2004, Londra l'anno seguente e che oggi si farà anche la Francia se vuole cambiare qualcosa.


Come li fermi questi? Come impedisci che ci facciano fuori o che ci facciano saltare insieme a loro?


Dopo aver pianto, aver fatto manifestazioni teoricamente ineccepibili, ma concretamente vuote e aver rilasciato slogan su Charlie, forse qualcuno si porrà questa domanda e, anche se la vedo dura, ci saprà dare una risposta decente e affidabile.

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