Com'è diverso il gennaio universitario da quello scolastico!
Due anni fa rientravo a scuola dopo le sante vacanze di Natale con in testa solo l'idea dell'esame di maturità da dare e con gli ultimi 5 mesi di scuola dell'obbligo.
Era un gennaio dove ero fidanzato e dove non studiavo un cazzo per quello, dove il Milan ripartiva da Balotelli e io chiudevo il quadrimestre nel peggiore dei modi dilapidando medie da Oscar con 4 netti.
Era un gennaio dove però ero più felice rispetto agli altri sette/otto che avevo affrontato prima, questi ultimi con le scorie dei panettoni, con l'albero di Natale da disfare, con della vacanze che ora parevano lontanissime...
Sotto il profilo scolastico gennaio era una tranvata assurda, una specie di "Un mese fatto di lunedì" tanto per rendere l'idea: c'era da fare dei compiti su argomenti che ormai uno si era dimenticato e da chiudere un quadrimestre che alla fine non contava un cazzo.
Insomma, gennaio era forse il mese peggiore, insieme a novembre, perchè si sommava il freddo e tre settimane a diritto senza festa.
Con l'università tutto è cambiato, sia in bene che in male.
Gennaio è il mese dove inizia più assiduamente la sessione invernale, dove smaltisci i panettoni sui libri (sbagliatissimo!), sugli appunti, tra le biro, tra i lapis, dentro alla carta ammuffita, tra le tutone che indossi in casa (perchè per alcuni giorni sei veramente un eremita), tra i thè caldi, le foto su instagram, le parole ANSIA-SESSIONE-ESAMI-APPELLI che vomiti e ti vomitano addosso gli altri su pagine di social network, su cellulari, al telefono....
Gennaio universitario è un IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO dove tiri fuori i deodoranti, dove le docce calde sono necessarie, dove ai genitori rispondi solamente "Ho studiato!" quando ti chiedono che hai fatto oggi, e dove il parrucchiere è l'ultima tua preoccupazione.
Può cadere la neve, può piovere, si possono allagare le strade, può cadere tre o quattro volte il governo, ma a te non interessa: ti bastano due penne, un lapis, un libro e un quaderno (possibilmente su un ripiano pari) e tanta pazienza.
Di lì in poi sarai tu contro tutti.
Marzo è visto come un miraggio, come un premio: è un caso che spunti proprio in quel mese la primavera?
Arrivare al terzo mese dell'anno senza aver dato un esame sarebbe troppo facile, equivale a giocare alla Play contro il joystick che non comanda nessuno oppure a barare nel tirare i dadi al gioco dell'Oca.
Le mani nei capelli, il sorriso spesso assente, il mal di pancia minimo il giorno dell'esame, le lacrime la notte o sul manuale, i genitori che ti incoraggiano (alla fine l'hai scelta te l'università...) e che alla fine sono contenti anche se prendi un diciotto perchè a loro basta non verderti più su quei libri, su quella scrivania, in casa, triste...
Sono più felici di te il sabato sera quando ti vedono uscire (almeno quella sera sì, dai!), svagarti, chiudere quell'astuccio, alzarti da quella sedia, levarti quella tuta o quel pigiama, sorridere anche solo per una notte.
Ed ecco perchè alla fin fine la domenica mattina cercano di non svegliarti, di lasciarti un po' stare, di farti dormire, perchè quel sonno, in fondo, te lo sei meritato.
Gennaio universitario però è anche riflessione, è il sapersi programmare le cose da fare al di fuori dello studio, è la capacità di vivere anche fuori dalla scrivania e dagli appunti, è la possibilità di iniziare l'anno con un piglio diverso e dire PROVO A CAMBIARE. Magari non ci riesci, però almeno hai tentato e non ti farai rimpianti.
Gennaio universitario è un banco di prova, è un amico che non ce la fa a dare gli esami, è un'amica che ha problemi più importanti degli esami universitari, è una famiglia che spera di mandarti anche il prossimo anno all'università, è la tua lotta contro il Pc o il cellulare perchè se ti distrai è finita, è il riuscire ad alzarsi presto anche quando non hai un treno o un pullman da prendere, ma solo un libro da aprire, è la febbre che ti assale quando meno te lo aspetti, il virus che colpisce nel momento meno opportuno o la ragazza che ti da buca per l'ennesima volta.
Perchè, sia chiaro, fa molto più male un rifiuto all'ultimo momento che un mal di pancia.
Gennaio è anche un'arma di suicidio per i depressi, per chi vede dovunque coppie al caldo che si baciano, si coccolano e si vogliono bene mentre te l'unica donna che vedi spesso o è la presentatrice del telegiornale o è l'autrice del libro che stai studiando.
La bravura di gennaio è anche il riuscire a non restare soli, a compattarsi, a formare un gruppo, a trovare qualcuno che ti scrive e che ci tiene a te, che per te è online e che per te esce il giorno e la sera con la felpa, il cappotto, la sciarpa, il cappello e i calzini di lana solo perchè sa che la compagnia è la cosa più bella del mondo.
Specialmente la tua.
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