domenica 28 dicembre 2014

Il mio primo giorno di scuola

Com'era il mio primo giorno di scuola? Era ansia il giorno prima perchè lo vedevo come un ritorno all'ordine, al fare qualcosa, al rivedere i vecchi e i nuovi amici.

Era l'aprire nuovi libri incelofanati, scrivere il nome, l'indirizzo, la classe e la scuola sul diario, era il programmare già i banchi che puntualmente venivano stravolti...

La mattina era quasi sempre pioggia, foto con lo zaino fatte da nonna e mamma, la città vista dopo alcuni mesi alle sette, il treno, il pullman, l'automobile...

Era il "oggi non si fa niente, ma da domani spiego", era il "questa settimana usciamo prima", era lo "speriamo che non resti questo orario" e soprattutto era "chi cazzo abbiamo a matematica quest'anno?".

Era il guardare se c'erano delle fie tra le primine, se qualche primino coglione faceva già il boss, se qualcuno aveva cambiato scuola, se qualche professore era andato in pensione...

Soprattutto, però, era il tornare a casa e dire "Speriamo siano tutti così questi giorni..."

La domenica del trofeo

Superpippo che vien da Tokio
di gol ed emozioni ormai è sobrio

in rete ha già depositato due palloni
e noi del Mondo ora siamo i campioni

Galliani sulla poltrona non ci stava
e, via su in piedi che esultava

Gli argentini ci sono rimasti male
e non passeranno un bel natale

Noi invece coppe e panettoni
trofei e cibi per i campioni

Sotto l'albero c'è un Pallone d'oro
perchè è quello il vero tesoro

E via nelle strade ad esultare
perchè questa è una squadra da amare

Ornate le strade, inchinatevi ai campioni
come loro soltanto i leoni
nella fossa combattuto e lottato
ed, infine, stremati conquistato
una coppa che sembrava lontana
ora è già nostra in una settimana


Perchè i nostri ragazzi
di trofei non saranno mai sazi

(Poesia scritta il giorno seguente alla vittoria del Mondiale per Club da parte del Milan nel dicembre 2007)

23 maggio

Lungo la strada che porta al Partenone
mi avvolse una strana emozione
bandiere brillanti e luccicanti
del Milan sentivo cori e canti

Maldini al cielo la coppa alzava
e tutto il popolo esultava
Inzaghi segnò i gol decisivi
e dagli attacchi del Liverpool rimanemmo vivi

Lo stadio era rossonero
e siamo campioni per un anno intero
I libri parlan già della vittoria
e noi scriviamo una pagina della storia

La partita è stata dura
ma la coppa in bacheca è sicura

(poesia scritta a quattro mani col mio compagno di banco all'indomani della vittoria del Milan in finale di Coppa Campioni del 2007)

La sfortuna di vincere subito

Noi ragazzi degli anni 90 siamo stati fortunati: il primo mondiale vissuto seriamente lo abbiamo subito vinto.
Facile lamentarsi dopo.
Siamo stati abituati troppo bene purtroppo.
Dico purtroppo perchè dopo il 2006 non avremmo potuto fare meglio; se avessimo vinto un europeo alla fine non sarebbe interessato a molti e, sinceramente, un mondiale è un mondiale.

Sul tetto del mondo hai ai tuoi piedi Francia, Argentina, Germania, Spagna, Olanda e soprattutto il Brasile, il massimo del calcio.

Da quella sera di 8 anni fa abbiamo vissuto sugli allori, sul rigore di Grosso, sulle telecronache di Caressa e Bergomi ascoltate fino allo spasimo,sul "Cielo è azzurro sopra Berlino", su Cannavaro che alza la coppa e sulla testata di Zidane.

Tutti luoghi comuni che si ricorda chiunque abbia più di 14 anni.
Tutti ti potrebbero dire esattamente dov'erano quella sera, con chi erano e cosa hanno fatto dopo l'ultimo rigore.

BERLINO 2006 e POPOPOPOPO sono così diventati un marchio per tutti che se io dovessi mai aprire un bar, una pizzeria o un qualsiasi negozio lo chiamerei così.

Ai nostri genitori invece andò molto peggio: dovettero aspettare minimo di aver raggiunti i 20 anni per portarsi a casa la coppa del mondo. E nei 20 anni successivi?
Niente, altre delusioni cocenti come ITALIA 90 (quando il sogno era fatto in casa) e USA 94 (quando il sogno era a soli 11 metri) li hanno costretti ad abbassare ancora di più la testa, con il ricordo ancora più vivo di quel Mundial 1982.

Noi invece no: primo tentativo, centro massimo, piazze, urli, gioie, tuffi in piscina, foto, video strazianti, Cannavaro che alza la coppa, Caressa che "via il contropiede per Totti, dentro il pallone per Gilardino", Totti che segna il rigore più inventato della storia, Inzaghi che non la passa mai, noi che lo infiliamo in culo ai tedeschi prima e ai francesi poi in soli 5 giorni facendoli soffrire nel modo peggiore, 5 rigori su 5, Trezeguet che prende la traversa, Buffon che non ne para uno, Pirlo che "Come cazzo esulta?"...

E' per questo che ad ogni mondiale ci crediamo sempre di meno, sapendo che le cose belle non si possono ripetere mai distanza così ravvicinata.

Brigitte Bardot Bardot

Dato che il mondo è pieno di cose banali, voglio partire anch'io dal topos più frequente del capodanno: il trenino della mezzanotte. E' forse il punto più alto (o più basso?) dei veglioni di San Silvestro.
Odiato da molti, ma, alla fine, minimo un giro di pista correndo con le braccia su quello davanti lo fanno tutti. Altrimenti che capodanno è?
Volendo andare nello specifico al massimo resto sempre a sentire cosa dicono i partecipanti di questo trenino mentre corrono: si va da "Brazill na na na na na na" a "Eeeeee eh amico Charliee" a "Ollellè ollalà faccela vedè..." oppure "A E I O U Y" sennò "PE PEPEPEPEPEPEPE" per passare da "Ahi ahi caramba" per chi ha problemi con la polizia.
In qualsiasi caso, non avete furia: la canzone dura sette minuti.

Ma si parla di Capodanno o di Ultimo dell'anno? 1 o 31? Data la continuazione di questi due giorni nessuno ci fa mai caso e li considera come la solita cosa, come un lungo giorno di 48 h.
Come vive l'italiano medio l'ultimo giorno dell'anno? BOH
Sì forse è questa la riposta classica che uno ti da anche una settimana prima del 31 quando ormai i ristoranti sono pieni, le discoteche idem e di passarlo a casa proprio non c'è la voglia.
Alla fine nessuno rimane impreparato e si prepara sempre prima sul cosa fare.

I primi a prepararsi sono i canali televisivi che si uniscono tutti insieme e ti trasmettono IL MESSAGGIO DI FINE ANNO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA.
Ok, parliamo sul serio. Qualcuno il 1° o il 2 vi ha mai fermato per strada, vi ha mai fatto entrare in un discorso in cui si parlava di cosa avesse detto il presidente della Repubblica?
(Se rispondete sì a questa domanda significa che frequentate personaggi ambigui e potete anche smettere di leggere questo articolo)
Nessuno dalle otto alle nove è davanti alla tv che sta ascoltando a bocca aperta con la bava alla bocca cosa dice un ottantenne seduto a una scrivania, ben vestito, con dietro bandiere e fogli sparsi sul tavolo.
Si sono registrati alti picchi di share a quell'ora, ma sapete perchè?
Perchè la gente è a cambiarsi, è a farsi la doccia, è a preparare il cenone e ha lasciato la televisione accesa per compagnia.
Dato che spesso leggo casualmente sui giornali l'alto valore delle parole che il presidente ha usato, perchè la televisione si ostina a mandarlo in onda nel momento più bistrattato dell'anno?

La gente non ha voglia di problemi: quelli li ha già sentiti tra i tortellini in brodo e il cappone a Natale quando la nonna si lamentava della pensione e lo zio dei Marò sempre in India.
Una settimana dopo si punta a divertirsi: fino a poco prima hai lavorato e ora non vedi l'ora di uscire e andare a svagarti. Dei problemi se ne parlerà il 2.
Mentre mi metto le mutande rosse e trattengo il fiato per farmi entrare la camicia non voglio soffrire ancora.
Potrò soffrire solamente se mi sono dimenticato di comprare i petardi o se, tra alcune ore, mi accorgo che non sono buoni e fanno cilecca.
State tranquilli che vicino a casa mia c'è chi parte prevenuto e già in mattina ne ha già pronti una ventina. Chi è questa gente? Sono quelli che il 1° sera ne senti parlare al telegiornale perchè gli è esploso un petardo in mano.

Ora basta, ho comprato l'agenda nuova, ho il calendario nuovo e delle mutande rosse ne ho già parlato.
Sono comunque sempre il solito stronzo.

sabato 27 dicembre 2014

Un paio di scatole

Non è stata colpa mia, lo giuro!
E' stata colpa di alcune scatole. Era la primavera del 2004  e spuntarono fuori dal garage del mi babbo. Vostro onore non è stata colpa mia, lo giuro, fu lui che le lasciò sul tavolo nel piazzale davanti casa in quel pomeriggio di sole. Due scatole colme di giornali. Chi non le aprirebbe?

Avevo 10 anni, avevo sempre amato leggere. Leggevo anche la cartaigienica mentre ero sul gabinetto e secondo voi non avrei letto dei giornali rosa ripiegati in due scatole per giunta già aperte?
Vostro onore, vi giuro non è stata colpa mia se quei quotidiani parlavano di calcio. Li aveva conservati mio padre, andavano dal 1978 al 2003. Signor giudice fu lì che mi sono innamorato.

Non incolpi mio padre: lui era innocente. Non mi riempì la carrozzina da piccolo di bavaglini, gagliardetti, calzini, tutine e quant'altro di rossonero nè mi portò mai allo stadio.
Non mi constringeva a vedere con lui le partite sul divano nè mi faceva imparare i cori a memoria. Mi tenne alla larga dal mondo del calcio fino a 10 anni.
Poi ci furono quelle scatole, quel derby vinto in rimonta, quella bandiera tirata fuori prima di Deportivo Milan, quella maglia di Kakà che mi vergognavo a indossare, quello scudetto con il gol di testa di Sheva...
Date la colpa a questi fattori qui, non ad altro. Da lì, vostro onore, è iniziato il tutto. Il tutto ora mi fa scrivere in un pigiama rossonero, in una camera dove ho accanto a me la maglia autografata di Baresi e dietro il poster della prima squadra.
Pazienza se domattina suonerà una sveglia rossonera e se sotto la mia foto di quando avevo tre anni c'è Inzaghi a braccia aperte.
Non lo potevo prevedere!

Lei ora mi sta accusando di tifo esasperato, di passione portata allo spasmo, di una malattia ben radicata.
Ma signor giudice, come pensa sarebbe diventata la mia vita senza quelle scatole??
Cosa avrei fatto il lunedì mattina a scuola alle elementari, medie, superiori e persino all'università?
Che interessi avrei avuto invece di stare davanti alla tv per un'ora e mezza la domenica o quando gioca la mia squadra?
Avrebbe preferito che io finissi nel tunnel della droga, dell'alcool, dello spaccio, dei furti?
Cosa avrei appeso in camera dietro la porta se non la Gazzetta di Barcellona 1989?
Che mondo mi sarei perso senza quelle maledette scatole?
Quanti discorsi e dialoghi in meno avrei intrattenuto senza quei due colori stampati sulla pelle?
Di che colore avrei avuto il cuore senza quel gol di Seedorf a Toldo a cinque minuti dalla fine?

Signor giudice ripeto che non fu colpa mia, ma se mi vuole accusare lo faccia pure.
Io dal calcio non ne esco, nè ora nè mai.

Italia Irlanda ovvero morire di caldo, ma passare il turno (giugno 2012)


Arriva il Bone a casa Mori. Fuori è un caldo asfissiante pur mancando solamente quindici minuti alle 21. Boccheggio alla finestra mentre entrano le squadre in campo. La gola si secca senza pietà mentre parte l'inno di Mameli. Mano sul cuore, ma non ce la faccio a cantarlo. Sono troppo teso. Troppo teso. Mi ero promesso di non esserlo, ma tutte le volte mi faccio fregare dalla nazionale o dal mio Milan. Che inculata.

La regia della Rai (una delle peggiori del panorama televisivo) mostra la nostra formazione e noto, con sorpresa, che gioca Abate sulla fascia sinistra di difesa e Balzaretti su quella destra. "Cesare ha voluto farli giocare, se lo meritano su"

Sullo schermo passa la faccia di Prandelli con accanto Celestino Pin. Guardo Cesare e vedo nei suoi occhi la faccia di uno che al confronto di Lippi non ha, finora, avuto la sua fortuna.

Non che Lippi non avesse avuto giocatori bravi, ma la sorte pure in una partita che gli stava voltando la faccia ( vedi Slovacchia Italia 3 2 giocata a merda dagli 11 in campo) riuscì a dargli una chance, sfruttata malissimo da Simone Pepe. Fu questa l'ultima partita giocata dagli azzurri di Lippi, molti dei quali campioni del Mondo 4 anni prima. Da quel giorno in poi molti se ne andarono, arrivò Cesarone e cambiò radicalmente la squadra. Due anni per portarci qui. Nessuna sconfitta ai gironi di qualificazione, tre consecutive nelle ultime tre amichevoli. La squadra dopo il buon pareggio con la Spagna ha ripareggiato nuovamente contro la Croazia mettendo a serio rischio il passaggio del turno. Per la terza volta in tre europei di fila si rischia un biscotto.

Ci sediamo io e il sig. Bonelli per passare questi 90 minuti che si preannunceranno caldissimi e pesantissimi.

I primi minuti sono angoscianti: la prestazione impalpabile della maggior parte dei nostri si unisce al caldo e vivo mezz'ora di pura apnea. Nervosismo e caldo sono due fattori che messi insieme creano scompiglio a chiunque sia tranquillo, pensa a me che guardavo l'Italia. Per il Bone manca una punta alta e di peso e non ha torto: solo Balotelli nella rosa azzurra e in questo momento non è neanche in campo. Provo convincermi che ce la possiamo fare ugualmente, ma è dura. Questi irlandesi si dimostrano dei fenomeni. E te pareva...

Cassano da un po' di brio in più in una squadra dove Pirlo non lo segue nessuno. Fantantonio tira da 25 metri e quel disgraziato di Given respinge in una maniera che non ti insegnano neanche se hai dei dolori ai palmi. Fatto sta che la palla esce di poco dopo la deviazione dell'irlandese e si va a battere il corner. Tranquilli come sempre, ansiosi come sempre. Palla nel mucchio, colpo di testa di Cassano e.... traversa? riga? GOL? Gol???GOOOOL! L'arbitro indica il centro del campo ed io mi alzo in piedi urlando. Il Bone non è sicuro del gol, ma il mio bercio e quello dei miei vicini di casa ( compreso quell'imbecille di cane che abbaia,  stavolta per quealcosa di buono) lo fanno ricredere. SI DAI! La parola d'ordine è non farsi riprendere come con la Spagna e con la Croazia. Puntiamo a fare un altro gol in questi otto/dieci minuti, ma non ce la facciamo. Per la seconda volta consecutiva andiamo al riposo sopra di un gol. Stavolta stiamo calmi.

Fuori è  un caldo devastante e ora sono le nove e mezzo ed il sole se n'è andato.

Io e il Bone ci alziamo e beviamo un bicchiere di Coca Cola. Se una bottiglia d'acqua calda è piscio, quello è piscio frizzante. Ci mettiamo alla finestra per respirare un po' d'aria. Che non c'è...

Andiamo sul terrazzo ma sembra che Eolo non ci sia d'aiuto: non si muove foglia!

Ogni intervallo scorre via velocissimo e questo non fa eccezione. Ci rimettiamo sudati marci a sedere sul buon divano blu per gustarci gli ultimi quarantacinque minuti. Decisivi

Partiamo a spron battuto e li mettiamo in serie difficoltà, ma non riusciamo a raddoppiare. A Danzica Croazia e Spagna sono ancora 0 0 e per ora, oltre a passare, passeremmo anche per primi. Non ci penso e non ci si deve pensare.

Schiantiamo così senza appello. L'Irlanda ci mette alle corde come la Croazia giovedì scorso e patisco. Patisco. Patisco.

Una bordata su punizione respinta davanti a Gigione Buffon mi fa perdere di colpo 5 chili e Barzaglione che la spazza via mi fa tirare un sospiro di sollievo di mezz'ora. Manca sempre meno e ci pressano. Il Bone si lamenta, chiede che entri Balotelli e Cesarone Nazionale lo accontenta. Diamanti fa del suo, gli irlandesi picchiano come ladri.

A tre minuti dalla fine si collegano da Danzica e mostrano il gol di Jesus Navas. No cazzo no! L'1-1 ci manderebbe a casa fino a un 2-0 nostro.  Si patisce ancora di più e respiro a fatica.

Angolo, SuperMario Balotelli la gira in porta su rovesciata e qua è chiusa. Il Bone esulta confermandosi mister di riserva della nazionale per avere azzeccato il cambio, ma io cambio canale. La Spagna può fare cazzate.

C'è punizone per la Croazia e mancano 40 secondi alla fine. Una beffa così riscriverebbe la storia della nazionale italiana. Palla in area, il Bone non respira, io idem; respinta e respiriamo... FISCHIO! Non triplice ma quasi, mi alzo indicando alla merda di allenatore della Nazionale Croata che è finita e deve andare a casa! Casillas batte la punizione lanciando la palla a centrocampo. TRIPLICE FISCHIO! Bone si alza urlando qualcosa di incomprensibile mentre io mi scatafascio dalla finestra, quasi gettandomi, urlando senza motivo contro nessuno.

Il caldo da alla testa.

Mattinata in pullman

Posso dire che mi piace. Mi piace la mattina prendere il pullman. Mi piace il freddo pungente che avvolge chiunque sia lì alla fermata. Mi piace vedere le facce dei ragazzi di prima superiore che si destreggiano tra chi, ormai, il pullman lo prende da anni. Mi piace sentire i discorsi di queste "Matricole" che si chiamano al cellulare per indicare su quale pullman saliranno a breve. Mi piace vedere persone che "conosci" su Facebook e la mattina, alle 7 e 15, vedi totalmente sconvolte e diverse rispetto alla "sacrosanta" IMMAGINE DEL PROFILO. Mi piace prendere un pullman mezzo vuoto e sedersi a metà, dove si può controllare tutto e tutti, dove puoi sceglierti una persona e analizzare il suo comportamento.

Forse potrai essere sfortunato e prendere proprio la mattinata in cui è triste, ha litigato con il ragazzo o, semplicemente, deve ripassare. O può darsi che prendi il giorno adatto. La mattinata in cui è felice e scherza con il vicino. Spesso scelgo come "cavia" l'ultimo entrato,colui che per sfortuna divina è in piedi e si sorbirà il tragitto fino a Pescia attaccato al paletto con l'Ipod in tasca e lo sguardo perso nel vuoto o a parlare con il vicino. Può capitare di tutto in quelle mattine. Possono spuntare controllori, ci possono essere ritardi improvvisi, bestemmie, urli, rivelazioni, gente che ti urla il numero di telefono da una parte all'altra del mezzo di trasporto, gente che cercherebbe di ripassare, baci, carezze, offese, saluti e finti saluti. Poi può capitare che il tuo mito ti si segga accanto e resti stupito, ringraziando forse la fortuna.... ma chissà.. può darsi che il tuo mito stia pensando la solita cosa  di quello che pensi tu.
E intanto sei già giunto al tuo capolinea.

Destinazione paradiso? Veramente vado a scuola

Entri in pullman e pensi che è un'altra mattinata di merda scolastica. Ti posizioni su quel cavolo di sedille e ti liberi dagli abbriccoli che hai addosso. Ed è lì che ti giri, che guardi chi ti circonda e controli la situazione. Ed i tipi sono sempre i soliti: si va da colui che ripassa tassativamente tutte le mattine, a colei che è stata lasciata il giorno precedente dal ragazzzo e che preferisce raccontarti com'è andata invece che ripeterti le 25 pagine di storia che la prof le chiederà tra un'oretta.
E forse è lì che inizi a delineare le persone. Certo, tutto questo lo puoi fare solo dopo un consistente periodo di tempo, ma spesso il primo giudizio è quello che conta.
Prima fermata. Le porte si aprono ed entra lei, la Regina, la Bomberrrr, la diva. Sale sul pullman con discrezione controllando i componenti appena sbuca dalla porta. Ti guarda spesso schifata e il suo unico problema è quello di cambiare le canzoni nell'Ipod. Se infastidita ti lancia degli accidenti sottovoce, se sorpresa tiene la bocca aperta dieci secondi e, se divertita, non te lo mostra. Non te lo può mostrare. Lei è superiore e non può sorridere. Eh no. Non si abbassa alle tue situazioni.

Sbuffi e ti lamenti che il seggiolino è freddo, mentre dal fondo del pullman odi un urlaccio da stadio seguito, spesso, da una bestemmia. Contenti loro, contenti tutti.
Sale ancora gente e la temperatura sul pullman aumenta. Vorresti toglierti quel cavolo di cappottone, ma ormai sei quasi arrivato; poi dove vorresti metterlo? Sei su un pullman della Copit, mica in uno del Gran Turismo da gita. Non entri te e vorresti far entrare il cappotto? Falla finita....
Sale il gabber, sale il palestrato, sale il simpaticone che sfotteva già prima di montare, sale la figa, sale la secchiona, sale la donna anziana (forse unica intrusa di questa marmaglia di studenti) e scruti ancora. Suppergiù ci siamo tutti. Le perosne te le ricordi. Sono mesi che prendi questo trabiccolo freddo e sudicio e le facce non cambiano mai. Fuori scorre la vita quotidiana. Spanni il vetro e osservi le auto, i ragazzi a piedi, le donne con la spesa, gli anziani a spasso e il cielo.
"Non può piovere... no oggi no...". Tanto pioverà. Lo sai anche te. Non ci puoi fare niente.

Ti senti chiamare.
Si? Ah... certo...certo... Sempre le stesse persone che ti chiamano. Certo....senza dubbio... il Milan è una grande squadra...ma cosa vuoi???
Tu ridi e rispondi scioccando forse con una battuta arguta. Perchè l'Inter no?
Ti stanchi. Ormai 6 mesi di scuola e tutti i lunedì la stessa zolfa.
Frenata brusca. Qualche studente mugola, altri fanno finta di niente, in fondo bestemmiano sempre. Ogni reazione è lecita, ormai banale e scontata. Si rialza chi non si era retto bene e si pulisce chi ha sporcato il libro di geografia di fondotinta. Sospira la ragazza. La guardi. Stringe forte il cellulare e aspetta la chiamata del ragazzo.
"Che carini" le fai vedere; "Che imbecilli" pensi sorridendo stancamente. Sei così stressato che non ce la fai nemmeno ad allontanare le estremità della bocca. Ti appoggi al finestrino per dormire ed allontanarti dal mondo reale. Ehiiiii. Tra sbarellamenti e schianti non puoi dormire. Sei condannato a fissare quel cestista assurdo che hai davanti con il cappellino da rapper e le collane. Padre Pio? Kassius Clay? Eminem? Scuoti la testa perchè non ci capisci un tubo neanche te. Certo, mica male quella. Ce l'hai su Facebook, ma neanche di striscio. Vi sarete parlati cento volte ma dal vivo nisba. Non la saluti ormai. Non la vuoi salutare per spregio. Stasera la elimino. Prima però la taggo anche sul bagnosciuma, così da pienarle la bacheca.
Lei è arrivata. Tu sorridi. Lei inciampa nella cartella. Tu la fissi. Lei diventa rossa e ti saluta. Tu le fai capire che la cartella era lì da mezz'ora, imbecille! Lei si aggiusta e scende definitivamente. Lì pensi e sorridi. Se si fosse rotta un labbro forse l'avrei tenuta tra gli amici.
Ti spingono perchè quello accanto deve scendere. Accanto? A cosa? Dove? Ma cosa? Chi?
Sei sempre a quella stupida fermata ed il pullman non è ancora arrivato....

L'ultimo saluto a Max Allegri ( gennaio 2014)

Caro Max,
ti conobbi a fine settembre del 2008. Lì il tuo Cagliari fermò sullo 0-0 un Milan in una partita bruttissima.
Mio padre disse che non saresti arrivato al primo di Novembre e invece riuscisti a fare due stagioni al Cagliari.
Dopo due anni noi mandammo via Leonardo dopo essere arrivati terzi nell'ennesimo campionato vinto dall'Inter.
Ero in vacanza in Sardegna quando sul televideo lessi che il Milan aveva ufficializzato Massimiliano Allegri come nuovo mister.
Dopo due stagioni senza trofei e con rarissimi soddisfazioni, non mi pareva produttivo affidare la squadra a un modesto allenatore proveniente dal Cagliari che, tra l'altro, non aveva fatto nulla di straordinario.
In quell'estate del 2010, oltre all'eliminazione dell'Italia al Mondiale in un girone facilissimo, arrivarono al Milan due acquisti importanti come Robinho e Ibrahimovic.
Un Milan non favoritissimo strappò in 12 mesi lo scudettò all'Inter dominandola in entrambi i derby di campionato (+ l'appendice in Supercoppa Italiana) e portandosi a casa il 18esimo scudetto.
A posteri tutti ripetono sempre che quello scudetto lo vinse Ibrahimovic, ma a me dispiace contraddirli.
Sebbene Ibra fece un girone d'andata devastante con circa 12 gol, nel girone di ritorno ne segnò a malapena tre perchè saltò mezze partite per squalifica.

Il campionato è fatto di due gironi e se il Milan avesse mollato a inizio marzo lo scudetto sarebbe tornato nuovamente ad Appiano Gentile.
In quel periodo, ma anche un poco prima, l'infermeria di Milanello era stracolma: a poco a poco chiunque sentirà un dolorino e sarà costretto a fermarsi.
Lì nessuno ricorda, ma furono fondamentali due cose: il mercato di riparazione di gennaio e le scelte di Max.
Il primo ci permise di rimpiazzare gli infortunati, assestando tre colpi come Emanuelson, Van Bommel e Cassano che saranno fondamentali per il proseguo della stagione, mentre Allegri cambiò decisamente modulo, innovando il vecchio Milan che viveva sulle verticalizzazioni di Pirlo.

Allegri piazzò Van Bommel davanti alla difesa che fece un finale di stagione monstre e inserì Cassano in avanti accanto al Papero Pato che in quella stagione non si fece male (almeno non per i classici 9-10 mesi di fila).
Piazzò il nuovo arrivato Boateng dietro le punte e realizzò gol devastanti con inserimenti che non si vedevano da tempi in casa Milan.
Dietro, con gli infortuni di Nesta come centrale, Thiago Silva dominava rendendo la vita facile anche a gente che di calcio ha sempre capito poco come Bonera o Antonini.
A maggio arrivò lo scudetto e tutti sottolinearono ancora una volta che quello fu lo scudetto di Ibra, che non ne aveva fallito ancora uno da quando giocava da professionista.

La stagione successiva il Milan si ripresentò ancora una volta come squadra favorita. A una prima parte di stagione vissuta testa a testa con la juve, verso febbraio il Milan prese il largo e sembrava destinato a rivincere un altro scudetto. Lottavamo su tre fronti e con mezzi giocatori infortunati non era possibile. Morale della favola: cademmo su tutti e tre e alcune scelte del mister non furono apprezzate da tutti, come quella di far giocare Thiago Silva 120 minuti allo Juventus Stadium per giocarci la finale di coppa Italia.
Un'Ibra rigenerato provò fino alla fine a stare attaccato alla Juve, ma tanta sfortuna e parecchi errori arbitrali ci fecero arrivare al secondo posto.
A giugno partirono mezzi senatori e proprio un senatore storico, Andrea Pirlo, ritenuto da tanti, ma sopratuttutto da Max, a fine carriera, riuscì a vincere un altro scudetto, stavolta a Torino.

Lì il vecchio Milan è andato a farsi fottere.

La stagione 2012/13 portò un terzo posto molto bugiardo che rispecchiò il finale di stagione, ma che fu superiore rispetto al gioco espresso. Iniziò il gioco dei cambi fatti dopo il 70esimo e il continuo DAI DAI DAI detto da Max a ogni giocatore per colmare qualsiasi lacuna di grinta e di corsa.
I link su facebook iniziavano già a esonerarlo dopo l'ennesima sconfitta a Malaga o dopo l'ennesimo non gioco nel primo tempo a Roma contro la Lazio.
Allegri resta fermo al suo posto, non si dimette neanche per scherzo e a ogni conferenza stampa, sia che si fosse vinto 4-0 o perso 6-0, Massimiliano si presentava lì tranquillo, senza nessun segno di cedimento, sempre a dire che poteva andare meglio o che poteva andare peggio.

Dopo tre anni e mezzo chiunque si era stufato: dal giocatore piu emblematico al tifoso meno sfegatato veniva fuori la parola ESONERO, specie dopo l'inizio di questa stagione che ha portato il Milan ha toccare l'11 posto a metà campionato, cosa che non accadeva (penalizzazioni a parte) dal 1997.

Lì ci furono cambi in corsa e stavolta è accaduta, fortunatamente, la solita cosa. Ci sta perdere contro il Sassuolo (quest'anno abbiamo perso anche contro la squadra Primavera, quindi), ma non ci sta la passività e la non reazione che la squadra ha avuto, passando dal 2-0 al 2-3 in mezz'ora.

Caro Max, hai vinto due trofei in tre anni e mezzo (anche tre perchè il terzo posto dell'anno scorso anno sembrò un miracolo), il tuo l'hai dato, hai detto che siamo una squadra da retrocessione, hai fatto sempre di scelta tua anche quando gli eventi e Berlusconi ti davano contro e ora puoi solo andartene a Livorno, tornare nella tua terra e aspettare una chiamata da una squadra che non avverrà.

Se un giorno per caso ti dovessi incontrare a Bibbona però dedica del tempo a farmi capire perchè hai insistito in questi mesi nel fare giocare Matri.

Con affetto

                                                              Matteo

Cosa mi ha lasciato questo 2013?

che mi ha lasciato questo 2013?
- le foto alle tette su instagram
-  quei cazzo di # cancelletti di twitter
-  le bestemmie di quando non appariva il VISUALIZZATO alla chat
- cani, gatti, conigli, canarini, papere, elefanti, primi piatti, dolci, scarpe, vestiti, preservativi e company fotografati e condivisi dovunque
- le citazioni in inglese copiate male e che non spiegano un cazzo
- le foto pre, durante e post lidò con i commenti MADONNA COME SONO VENUTA MALE, MADONNA CHE OBROBRIO, LEVALAAAA, ORA TI LEVO DAGLI AMICI XD XD
- le partite a ruzzle dove il ragazzo sfotteva la fidanzata quando perdeva e lei, per punizione, non gliela dava per una settimana
- la gente che va in America e condivide le foto anche mentre si pulisce il culo
- le foto in costume di ragazze piatte che si strizzano il seno anche se non hanno niente
- 913 ragazze su 1000 che si sono fatto lo shatush e alla prima foto in bacheca hanno scritto OMAMMA CHE CAPELLI CHE HO. Bella la coerenza :D
- gli stati come "ho solamente fatto un pompino al suo migliore amico, perchè quello del stronzo del mio ragazzo mi ha lasciato??
- "su i bicchieri e giu i pensieri" poi l'unica cosa che buttavano giù era il vomito appena tornati a casa

martedì 23 dicembre 2014

Perchè un blog?

Lo avevo anni fa, nella mia epoca più truzza, piena di K al posto del CH e di Y in fondo a ogni MARTI che avevo come amica. Era "Il Blogghe del Mori", era il mio Windows Live Spaces. Messenger difettava in video, foto e notizie rispetto a Facebook, ma in quanto a libertà di espressione gli faceva il culo. Dentro a quel contenitore rosso e nero (strano...) che avevo riempito di ogni cosa (sondaggi, album di foto delle medie, canzoni...) sfogavo il mio NON FARE UNA SEGA giornaliero che avevo alle medie; nel tempo libero, come hobby, ogni tanto, studiavo.
Pienai quel blog di una storia a puntate sui mondiali di calcio del 2010 ancora da verificarsi dato il periodo di esistenza del sito dal 2007 al 2009, che ebbe molto successo nel mio piccolo mondo montecatinese, data la notevole presenza di volgarità, battutacce da bar, luoghi comuni e un fantomatico cammino (culminato con la vittoria) dell'Italia in quei mondiali, rappresentata dai miei compagni di scuola al posto dei calciatori veri.

L'avvento di Facebook mi tenne sempre più distante da quel sito fino a che due-tre anni fa Windows ha deciso di chiudere i blog obsoleti, cancellando definitivamente tutto quel ben di Dio.
Fortunatamente la storia dei mondiali (intitolata "LA STORIAAAAAA" con molta fantasia) me la salvai su Word e per i temerari che me la chiederanno, saprò passar loro quello scottante documento.
Alle soglie del 2015 i miei compagni di università mi hanno quasi costretto ad aprirne uno nuovo, più maturo e meno ridondante del precedente, dove stavolta inserirò i miei documenti degli anni passati dove c'è comunque un filo di logica, di coscienza e di sintatticità.
Sarà un flop? Sarà un successo?
Quello spetterà a me deciderlo e aggiornarlo sempre più spesso, ma anche a voi che potrete, se entusiasti, diffonderlo ad altri amici e parenti.
La grafica e il colore fanno ancora schifo e dovrò perderci del tempo per migliorare l'impatto visivo.

Io ci metterò il mio. E voi?

(L'indirizzo è matteomori19.blogspot.it )

lunedì 22 dicembre 2014

Un anno senza estate

Estate 2014. Un'estate iniziata tardi che forse non è mai iniziata.



Non è mai iniziata sia per il tempo piovoso che per il mio continuo stare sui libri.

Un'estate che sarebbe dovuta essere Mondialecentrica e che invecedi calcio ne ha finito di parlare a fine giugno.

Un'estate dove gli unici tormentoni sono stati quelli del mondiale, senza svariare come gli anni passati.
Un'estate dove ho alternato esami a esami: dal finto esame di geografia dove pioveva seriamente, a quello di linguistica dove il tempo era più incerto della situazione italiana oggi. Nel mezzo il caldo non eccessivo di Storia della Lingua e la pioggia copiosa della teoria della patente.


Presa la teoria non vedevo l'ora di andare al mare. Mare iniziato il 19, forse troppo in ritardo. Roppo in ritardo per non pensare già al ritorno a casa di inizio agosto, il calssico ritorno.
La pre estate di fine giugno quest'anno non c'è stata.
Poche volte in spiaggia, il tirare fuori gli ombrelli, le felpe e i pantaloni lunghi...
Poi di lì, dal 9 agosto, una breve sveglia su linguistica e ancora due settimane pese di mare, forse troppe dato lo studio che avrei dovuto sostenere.
Dopo di lì, la fine.


Fine agosto è sempre stato il capolinea, l'inizio della fine, i saluti. Se un po' di mare solitamente potevo vederlo anche a inizio settembre, questa'nno non c'è stata occasione dato l'esame del 3.


L'estate iniziata il 19 luglio si è chiusa il 26 agosto. Prima e dopo penne, quaderni e libri.
Ecco settembre. Mi ci vorranno anni prima di non pensare più a un settembre con il rientro a scuola, con la fine delle ore piccole, con l'impegno di acquistare i libri nuovi, con il sapere il nome dei nuovi professori.


E ora? Non abbiamo ancora toccato il 10 di settembre e c'è già troppa aria di scuola e di reintro.
Fortunatamente c'è anche aria di campionato, di compleanni, di assestamente iniziale con la scusa "è iniziata ora, un po' di pietà!!" e con il triste epilogo di rivedere le foto estive.


Poi sarà ottobre, niente feste, orario definitivo a scuola, voti che contano, primi cappotti invernali, panchine che saltano, persone che già perdono la voglia di studiare.


Di lì inizieranno le fantasticherie del piumone, del film sotto le coperte calde con il fidanzato, del Woolrich, dei sabati sera all'Irish perchè in centro c'è troppo freddo, del cappello di lana con la sciarpa e della voglia di Natale e di neve che invece sarà solo studio e pioggia, come sempre.


E di lì sarà solo voglia di estate, l'estate 2015, che con questo 15 davanti mi pare di leggere le date immaginarie che scrivevamo da piccoli pensando a un futuro lontano.
Tutto questo però avverrà sempre pensando all'ultima estate, l'estate 2014.


Un'estate che forse non è mai iniziata.

Non rovina le persone: le plasma a modo suo

Secondo anno universitario (diciamo che ne ho fatto uno e mezzo, via) e non mi sento ancora un veterano.
Non è facile esserlo in un mondo enorme come quello dell'Unifi dove non sai mai tutto e non potrai mai saperlo.
Professori, ricercatori, assistenti, precari, associati, piani di studio, offerte formative, tirocini, didattica, ateneo...
Ho già la nausea solo a scrivere queste parole ridondanti che sembrano dire tutto, ma alla fine... cazzo ho detto?

Passando dal piano burocratico (è la burocrazia che frena l'Italia, ricordatevelo!) a quello umano bisogna affermare che l'ambiente universitario (specialmente il mio umanistico) ti fa svegliare di brutta maniera.
Non c'è un momento per rimandare a domani, non c'è un qualcuno che dall'alto ti aiuta, ti indirizza verso un punto o che, in un certo modo, ti rende la vita facile.
A lettere moderne ti rimbocchi le maniche (ah già, devi farlo anche se hai il Woolrich) e inizi a girare per siti internet, per biblioteche, per scaffali, tra librerie, tra le persone, tra le aule, tra gli appunti e, alla fine, ti accorgi che quello accanto a te ha trovato in metà tempo quello che tu cerchi.

La concorrenza universitaria, già!
Se era massacrante e trincerante quella delle scuole superiori qua, chi vuole combattere, tiene un atteggiamento diverso.
Chi effettua un attacco continuo, estenuante (in pratica chi si lancia tutti i giorni con le guance tinte di strisce nere, una fascia in testa e un pugnale) prima o poi (più prima) finisce per essere vittima di sè stesso, sarà corroso nell'interno e perderà qualsiasi scopo, qualsiasi rapporto umano e qualsiasi sorriso, la cosa peggiore.

Qualcun altro invece agirà astutamente facendo la parte dell'Italia nel secondo conflitto mondiale, cambiando improvvisamente schieramento solo per trarre un vantaggio personale che, però, se sfruttato spietatamente, porterà a una triste fine che non vorrà dire Resistenza, ma solitudine e un brutto appellativo di Voltagabbana.

Fortunatamente c'è anche chi fa la parte del Garibaldi di turno, di chi cerca sempre la strada più giusta senza scontentare mai nessuno, ma finendo forse per scontentare un po' se stessi. Chi è Garibaldi però sa che viene prima l'interesse altrui e riuscirà a strapparti un sorriso, una battuta o un qualcosa di prezioso anche quando "verrà ferito a una gamba" o quando il Cavour di turno ti frenerà.

Fuori da tutto questo però il vero vincitore non sarà nè il Garibaldi e neanche il Kamikaze, ma il Frullatore ovvero colui che riuscirà sempre a far tornare il rapporto scuola:lavoro = casa:riposo in maniera dolce, delicata, senza farfalle nello stomaco (e non perchè usa l'insetticida, ma perchè mette delle zanzariere) facendo sentire un po' il dolce e un po' il salato come  nei Tuc al cioccolato.

Questo arriverà in fondo col minimo sforzo, trasformandosi talvolta in Garibaldi, talvolta in Voltagabbana, ma senza che nessuno lo possa affermare.
Agirà come Belfagor nel Louvre, spostando statue e quadri durante la notte, ma al mattino, quando arriveranno i primi visitatori, il museo sarà tutto apposto senza le morti e i misteri tipici del film.

Non dovrebbero fare un test attitudinale all'inizio di ogni corso di laurea, ma una prova di resistenza.
Chi resisterà a quella potrà fare qualsiasi facoltà.

Montecatini - Firenze NON STOP

Pistoia: prima stazione consistente dove si ferma più a lungo il treno. 5 binari, gente brutta come dovunque, almeno la parte della biglietteria ha una tettoia sicura e consistente. E' impressionante, gli zingari sono dovunque.


Anni e anni di treno per Firenze gli spazi tra una stazione e l'altra sono stucchevoli: immense distese verdi di vivai, campi coltivati o meno.


Montale: per quello è che è la città, i passeggeri che salgono sono anche troppi.
Accanto ecco il famoso sottopassaggio enorme dove auto e tir passano tranquilli: non mi capacito come l'anno scorso fu completamente sommerso dall'acqua.
Intanto uno accanto a me urla al telefono.


Prato Porta al Serraglio: davanti c'è quell'edificio che dopo anni non ho ancora capito cosa sia. Forse il distaccamento di una sede universitaria?
Sta di fatto che è la stazione più carina, o almeno quella che ha la migliore visuale.


Prato Centrale: Quasi al buio, il pieno di gente. Sui treni di punta qua c'è il rischio di non trovare posto. Da qui in poi ecco la montagna, la fornace/cantiere in ristrutturazione.


Passa Calenzano, la stazione fantasma, ancor più malinconica di "Il Neto" e "Zambra".
Il treno rallenta: ecco la palla della Richard Ginori, ecco i palazzi, ecco le bandiere della Fiorentina, ecco Sesto Fiorentino con i capannoni grigi accanto e i panni stesi degli appartamenti.
Il treno d'ora in poi non viaggia neanche più.


E' con una spinta che si arriva in due balletti a Rifredi, la stazione universitaria.
"Sono povero con tre fratello, senza casa e..." E UNA SEGA! Ma l'accattonaggio non è vietato?
Officina Farmaceutica di Santa Maria Novella e siamo a Rifredi. Mistero non compreso.


Dopo è un'unica camminata verso Santa Maria Nutella, la stazione più dolce. Appena spariscono le fabbriche, una cupola rossiccia e un campanile spuntano in lontanaza.
Prima di gustarli in pieno però il treno deve fare altre 2-3 fermate per far passare sia il Frecciarossa che Italo e, dato che c'è, anche un omino a piedi.
Alcuni murales sono anche carini, altri sono di troppo e fanno oggettivamente schifo.


Ecco i tredicimila scambi di binari, ecco il capolinea. 14 binari, ottocento persone, panchine vecchie...


Scendo.

Recensione su "Le origini del male"

Si può partire anche dal titolo. Cosa c'entra? Boh, mi pare nulla. Vabbene che fondamentalmente il titolo in moltissimi film non vuole mai dire niente, ma spesso è una domanda che uno si pone quella del motivo del titolo.
Trama? Forse innovativa con questo clima anni 70, ma mi pare che nel cinema del XXI secolo si badi solo a mettere esorcismi su esorcismi, possessioni su possessioni, come se il tempo si fosse fermato al 1973 con "L'Esorcista" l'unico, quello vero, quello serio, o forse semplicemente il primo della categoria e quindi fantastico per questo.

La categoria è HORROR/PAURA/ORRORE; insomma ci deve essere qualcosa di terrorizzante.
Bene, che nel 2014 per fare paura a un branco di adolescenti si debba solo e ripetutamente far prendere degli spaventi agli spettatori, fermando la cinepresa sull'indemoniata di turno che azzanna uno dei protagonisti, mi pare ridicolo.

Non c'è l'atmosfera di terrore, non c'è l'inquietudine: c'è solo un professore che ha (o sembra di avere) per tutto il film la situazione in pugno e con esperimenti ripetuti cerca di salvare una ragazza impossessata (ma dai?!!?!).
Gli aiutanti di questo professore sono due dei protagonisti ( o comunque degli attori principali) più inutili e senza mordente di tutti i film che io abbia mai visto.
Dato che si era fortunatamente risparmiato sul sangue (evitando così quelle scene splatter con 800 scatole di pomodoro) perchè non spendere due soldini in più sugli attori o sulla trama?

Aggiungo che il vero protagonista si innnamora della schizofrenica indemoniata e tenta di salvarla: se volete confondere le storie d'amore con l'horror o fate film per tutti la domenica pomeriggio su Italia Uno, oppure vi guardate le serie tv americane.

Ah già, il film è tratto da una storia vera, tanto per cambiare...

Le donne lo sanno...di rompere le scatole


"Se mai ci dovrà essere una ragazza che mi prevarica il Milan, deve essere una veramente speciale" (M.Mori)


Ok, spiegatemi come lo volete questo ragazzo.
  • Bello certo ( non sia mai che vi scegliate un cesso),
  • Alto no?
  • Muscoloso perchè voi siete così troie che prima o poi gli toccherà fare a botte per difendervi
  • Intelligente, ma non troppo perchè vi farebbe sentire inferiori (e non ci vuole tanto)
  • Vi deve trattare bene anche se voi gli fate le corna ("era solo un momento di debolezza")
  • Ci deve sempre essere anche se voi siete a "studiare"
  • Se non vi scrive "non mi pensa mai" " ha un'altra" "stronzo"
  • Se voi non gli scrivete "lui è l'uomo, è lui che deve fare il primo passo"

Se fa il carino, se vi scrive la mattina e se c'è sempre per voi, va lasciato. Va lasciato perchè "ti vedo troppo come un amico" "non mi hai capita" "sotto sotto è uno stronzo" "non si è ricordato della prima volta in cui avevo le doppie punte"...

Invece ecco quello che ti tratta male, è sempre con i suoi amici, ti fa le corna tutte le sere in discoteca (E LO SAI!), ti picchia, si è baciato tutte le tue migliori amiche (è sempre un"siete delle troie" e mai "il mio ragazzo è un pezzo di merda"), ti ha trombato cinque o sei volte quando non volevi facendoti anche molto male, quando gli scrivi è sempre occupato o a farsi il tatuaggio, a drogarsi, a fumare oppure è a letto con tua sorella nell'altra ala della casa.

Ma che vuoi che sia?!!? Lui è tuo, è quello che sorride solo nelle foto che metti a ogni anniversario, è quello che non ti permette di andare sola in centro la domenica, è quello che dorme nella foto di instagram non perché è stanco, ma perché GLI STAI SUL CULO, GLI SEI PESANTE, TI TROMBA E BASTA.

Ora ragazze, bambine, donne, spiegatemi cosa avete di strano e soprattutto perché avete ascoltato così tante volte TEOREMA di Ferradini per ridurvi così.

La fine dell'adolescenza

"Quando senti suonare l'ultima campanella dell'ultimo giorno di scuola del liceo capisci che  è veramente la fine della tua adolescenza"


Prima le odi, ci piangi, ci soffri, ci bestemmi, e ci mandi in culo un po' tutti tra compagni, professori, genitori e pure le povere bidelle.
Poi un giorno, dopo cinque anni, leggi il tuo nome con il voto su un foglio attaccato all'entrata e oltre al voto capisci che è veramente finita.
Capisci che si è chiusa una parte della tua vita ed è forse la piu bella. Dopo intraprendi un'altra strada: o inizi a lavorare o continui gli studi. Se prendi la seconda via però di simile al passato avrai solamente i libri, i quaderni e le penne. Ci saranno anche i compagni, ma tutto sarà diverso. Lì ognuno se la vedrà per sè, ognuno lavorerà solo per il suo risultato e non piu per la collettività. I professori saranno dei semplici estranei che ti spiegheranno lo stretto indispensabile per due ore e poi se ne andranno senza neanche salutarti. E tu. Tu sarai solamente un semplice numero in un enorme registro con il tuo nome ed il tuo cognome che verranno usati con il contagocce.

Piango perchè capisco che ho lasciato ed ho perso tanto alle mie spalle. Ho patito moltissimo in questi cinque anni, ma ora fermandomi capisco che è stato un qualcosa di stupendo e di difficilmente ripetibile. Ho scelto una scuola che non ho mai sentito mia, ma che alla fine mi dispiace lasciare. Sono successe un sacco di cose in questi cinque anni e il mio carattere è cambiato quasi del tutto.
Sono entrato lì verso le 8 del 15 settembre 2008 e il 26 giugno del 2013 dopo le 13 e 30 ho concluso il mio colloquio orale togliendo letteralmente le tende.
Cosa mi è rimasto di tutto questo? In poche righe provo a sintetizzarlo.

-sono entato da finto secchione e sono uscito non da secchione vero, ma da persona logorata e distrutta internamente dallo studio
- ho conosciuto una centinaia (e non penso di esagerare) di persone, da quella piu intima a quella letta su un foglio di un assemblea o vista lontano. Altre sono sempre nel mio cuore, alcune ci sono state per tanto, altre per poco. Ho odiato persone con cui poi ho stretto rapporti di amicizia e ho amato persone con cui ho chiuso drasticamente sia per colpa mia che loro.
- Mi sono innamorato veramente di due-tre ragazze che alla fine hanno fatto le loro scelte così come io ho fatto le mie nei confronti di altre.
-Ho conosciuto praticamente l'80% dei professori e con alcuni ho instaurato rapporti obbligatoriamente o no piu spessi di altri
- Ho sofferto tanto e ho pianto in maniera decisa solo gli ultimi due anni quando mi sono sentito crollare veramente il mondo addosso.
- Ho studiato mille o più pagine per ripeterle in faccia a chiunque le volesse sapere ed ho fatto migliaia di pagine di appunti per capire meglio cosa stavo facendo e per ottenere dei buoni voti.
- Ho ricevuto commenti, battute, insulti, apprezzamenti, complimenti e sgarbi sia giusti che sbagliati. Spesso ho deciso di non rispondere o perchè ero nel torto marcio o perchè avevo maledettamente ragione.
- Ho passato momenti in cui non ho mangiato correttamente per giorni causa ansia, sono stato malato minimo 5 giorni ogni anno e ho avuto continui mal di pancia anche dopo un 8 perchè il pomeriggio stesso mi sarei dovuto rimettere a studiare.
-Ho detto molte cose a sproposito e ho fatto ridere, piangere, divertire e arrabbiare chiunque mi stesse attorno
- Ho mostrato segni di infantilismo che non penso se ne vadano con l'età
- Ho trasformato spesso camera mia in un bunker di libri consumando fogli, penne, gomme, matite e tempo prezioso per cose futili
- Ho avuto tanti rimpianti specie quando mi sono reso conto di aver sbagliato scuola, ma me ne sono fatto una ragione e ho guardato sempre avanti.
- Ho capito che spesso, purtroppo, è necessario piegarsi al piu potente anche a discapito del proprio orgoglio
- Ho cercato di riportare un po' di brio in una scuola e in una classe spesso grigia
-Mi sono domandato tante volte il perchè stavo studiando quella disciplina o quell'argomento e non mi sono mai dato una risposta soddisfacente
-Per la scuola ho fatto viaggi, ho preso treni e pullman, mi sono fatto accompagnare, ho speso tanti soldi, ho perso tanto tempo, mi sono rovinato a modo la vita, ma alla fine è stato bellissimo comunque

Estate 2014

Estate 2014
ovvero


  • i mondiali finiti presto e subito dimenticati
  •  la Concordia da spostare
  • gli esame universitari dati, da dare e quelli che non darò mai
  • il caldo che non è mai arrivato
  • le partite a calcetto dove ho dato i calci, li ho presi, ho segnato, ho tirato alto, a lato e non l'ho mai passata
  • meno giorni di Bibbona, motivati da impegni più seri
  • i presupposti di correre per dimagrire, mantenuti 5-6 volte
  • il mio Facebook sul telefono che ha funzionato lo stretto indispensabile
  • i cruciverba la mattina con le cispie agli occhi
  • i sempre meno bagni sia al mare che in piscina, sintomo di invecchiamento
  • l'animazione da ciaffate che abbiamo avuto quest'anno all'Arcobaleno
  • gli allagamenti ogni volta che faceva due gocce d'acqua, con la mota da evitare sia in bici che a piedi
  • nutella, biscotti, amarena, fiordilatte e yogurt, come gusti di gelato
  • ballo meno, ma quando lo faccio mi faccio paura da solo
  • perchè a pallavolo la gioco sempre di bagher?
  • la mancanza di tormentoni fissi
  • alzare la voce e arrabbiarsi con le persone che non se lo meritavano
  • Nibali che fa incazzare i francesi
  • neanche un mal di pancia contro i mille dell'anno scorso
  • a casa si sta male senza il Mori, quindi ti si viene a trovare
  • alcuni messaggi fantastici via Fb
  • quanto cazzo ho dormito la mattina?
  • tutte queste zanzare? Avrò finito una boccia di VAPE SPRAY

Cos'è una foto?

Cos'è una foto?

Un ricordo, un sorriso, una lacrima, uno strappo, un errore, un amore, un vuoto oppure un pezzo di carta.
Ultimamente viviamo di foto, ci abbuffiamo, le facciamo dovunque, le passiamo a chiunque, ma difficilmente le riguardiamo.

Per riguardare non intendo una seconda volta, intendo una quinta, una decima, una cinquantesima volta. Il digitale ci ha impedito di farlo. Ha bloccato il nostro senso di fantasia, di società, di ritrovo. Una foto ora può essere vista da migliaia di persone insieme senza che questi ti diano la minima soddisfazione di avergliela fatta vedere. Un MI PIACE o un cuoricino sono l'elemosina del XXI secolo, un' azione banale, quasi costretta, che non significa tanto nè a una parte nè all'altra.
Tempo fa le foto venivano esclusivamente stampate, le potevi toccare con mano, le custodivi gelosamente e le vedevi spesso. Album, si chiamavano, e non erano nè il "Rullino" dell'Iphone, nè la Galleria, ma nemmeno il dubbioso ALBUM FOTO di Facebook. Era spesso un libro con didascalie, un numero mai fisso di foto e tante tante lacrime. La lacrime non erano proprie dell'inaugurazione dell'album, ma della ripresa in mano, del desiderio di stringere fra le mani un pezzo di sè, un pezzo del tuo passato che, in digitale, ti permette solo di riempire di manate lo schermo.

Sparse o cronologicamente perfette, riempite di particolari oppure piene di interrogativi, erano gelosamente custodite in cassetti, teche, scatoloni se non venivano messe nell'album o altrimenti erano nei piani alti dei mobili perchè i piccoli di casa avrebbero potuto strapparle. Oggi vengono buttate lì dovunque, quasi come a liberarsi di un peso che ti opprime. Da casa tua arrivano direttamente sia alla nonna di un'altra città che alla fidanzata dall'altra parte del mondo che vi sta facendo le corna, ma con un MI PIACE mostra amore eterno. Quale occasione esiste ora per invitare le persone a casa propria per far loro una sorpresa se hanno visto tutto e sanno tutto?

Pandori o panettoni?

Si aspetta da un anno, si aspetta ogni anno. Il Natale arriva puntuale e anche chi dice IO ODIO IL NATALE (di Grinch ce n'è uno solo) è a sorridere a tavola con i parenti o a mangiare panettoni a sbafo.
Se Pasqua è solo la domenica, Capodanno la notte tra 31 e 1, Befana il 6 a pranzo e Ferragosto il 15, Natale no.
Il Natale è una tre giorni come un G8, come una prima di un film, come un weekend al mare...
Ho detto tre e non due perchè chiunque afferma sempre CI VEDIAMO IL 27 dato che si usa solitamente il 26 per riprendersi dall'abbufata del giorno precedente o per rivedere altri parenti.
Tutto inizia il 24 nel pomeriggio. Se negli Stati Uniti nevica come in ogni film Disney che si rispetti e in Lapponia parte Babbo Natale, qua da noi al massimo piove.
Piove e ti sfavi perchè devi inaugurare il cappotto, le scarpe, la sciarpa, i pantaloni, la maglietta con la renna, l'acconciatura orrenda e duemila altri gingilli che ti si bagneranno, cazzo!
Se ceni con i parenti in serata ti togli subito il dolore e il 25 lo usi solo per fare gli auguri o per un rilassante giro in centro.
Diversamente ti prepari subito dopo cena per la Santa Messa di Natale.
Ok, non ti confessi dalla cresima, bestemmi quando Torres sbaglia a porta vuota da un metro, cambi canale appena vedi il papa, però alla messa di Natale CI SI DEVE ANDARE!
Ti prepari subito dopo cena sia perchè devi rispolverare la roba migliore, ma anche perchè devi trovare posto a sedere in chiesa.
L'anno prima ti sei sorbito tutta la messa in piedi e durante il SIGNORE PIETA' hai sbadigliato urlando.
No, quest'anno no. Niente brutte figure.
Accendi la tv. Italia Uno. Sì, lo sapete bene dove voglio arrivare: UNA POLTRONA PER DUE. Eddie Murphy e Dan Aykroyd sono fantastici in "Men in Black" o "The Blues Brothers", ma qui sono peggio dell'orchite.
(P.s 7 italiani su 10 non sanno la trama di questo film, ma continuano a dire "Lo danno tutti gli anni". Boh, magari una volta guardatelo...)
Su Rai Tre che bello "Il Circo di Montecarlo". Ci saranno trecento animali, ma quando ti viene il circo in città ha 2 bisonti spelacchiati, un elefante senza proboscide e un cammello con le gobbe sgonfie.
Fantastico il concerto di Natale su Canale 5. Menomale qualcuno canta BIANCO NATALE o SO THIS IS CHRISTMAS: in questi giorni non le avevo veramente mai sentite.
Maremma, sono già le undici passate! Ti dirigi di corsa in chiesa dove non c'è già più posto (c'è gente che ci cena, secondo me) anche se il prete racconta barzellette per sdrammatizzare.
"Ma metterci du sedie in più mai eh?" ti lamenti quando sai già che anche quest'anno vedrai la messa in piedi.
Accanto a te, ma a sedere sulla panca, c'è quella donnina che ha più anni che capelli, con quel bue morto addosso: è impagliata ed è dal Natale scorso che è lì. Oppure l'hanno scongelata oggi pomeriggio?
Te sei in tuta e lei ti schifa. Allora ti domandi: "Ma Befana non era il 6 gennaio?"
Metà messa la reggi bene tra i canti allegri e due chiacchiere con quello accanto. Da mezzanotte e mezzo in poi inizia il conto alla rovescia: ognuno compulsivamente guarda ogni minuto l'orologio, la gente si appoggia alle colonne, i bambini piccoli piangono, quello accanto a me russa e mi arriva il messaggio di AGURI quando non ho messo il silenzioso. La biondona che si è rifatta il lifting fino al polpaccio si gira e ti guarda male: non può ridere, altrimenti da quanto è tirata, emanerebbe gas dal deretano.
Quando il prete ti dice "Prendete e mangiatene tutti" urli "Magari fosse pandoro!!!" e la biondona ti urla "Ssssssh". Il senso dell'umorismo l'ha lasciato dal chirurgo plastico insieme all'assegno.
Che poi ha anche fatto la maiala tutto l'anno e ora fa la santa.
Vabeh...
Ti passi una mano sul viso: devi resistere. Un altro bambino viene riempito di sculaccioni dal padre perchè piange: signore, gli sculaccioni li darei a lei che porta il figliolo alla messa di mezzanotte.
I tuoi occhi si chiudono a poco a poco quando dal microfono del prete (quello che funziona sempre) ecco la formula magica: "La messa è finita. Andate in pace!"
Ho visto persone abbracciarsi di gioia come neanche il gol di Grosso alla Germania, gente che si sfoga ("Madonna, menomale è finita. C'aveo le palle piene" "Io c'ho altro di pieno: mi scappa da pisciare") mentre io, dolcemente, sveglio quello accanto a me.
Parte il serpentone di gente che si avvia alla porta dove il prete, arzillo come Lapo Elkann dopo aver fatto tutta una tirata, fa capire che più di San Pietro prima si era rivolto a San Lavazza per rimanere sveglio.
Eviti la gente che conosci perchè è l'una, hai freddo e ti scappa da pisciare. Arrivi a casa e tocchi il letto. Chissà domani che ti tocca!
Dormi 11 ore di fila e ti alzi a mezzogiorno. All'una hai prenotato al ristorante per le classiche quattordici persone. Menomale rivedi anche lo zio e la zia di Caltanisetta: ne sentivi veramente il bisogno...
Ti metti a sedere e il cameriere sorridente come Giorgio Mastrota ti fa "Si parte subito, eh!".
NO! Non mi prendere in giro. Devi fare accomodare ancora 81 persone dopo di noi e quelli arrivati prima di me non hanno ancora visto la cesta con il pane.
Inizia il pranzo e te leggi il menu: dieci portate. Perchè ho fissato lì?
Sai che prima delle sei non alzerai il culo da quella sedia, ma la nonna, che ha ricevuto dopo appena mezz'ora il primo crostino, se la sente e azzarda un "Quest'anno sono più veloci. Alle quattro siamo già fuori". BUGIARDA! Si sa che lo dici solo per fare contenti i nipotini che non mangeranno un tubo e saranno costretti a sorbirsi tortellini in brodo, carne dura, uva del buon augurio ( ovvero ti augurano di digerire prima o poi il pranzo), chiacchiere su malattie di nonni e zii e, per finire, il peggior affronto: pandoro o panettone SENZA CREMA NE' CIOCCOLATO!
Chissà perchè il tasso di bestemmie dei bambini sotto i 10 anni aumenta proprio il giorno di Natale?
Tra una portata e l'altra ci sono donne incinte che hanno partorito quattro figlioli in tempo per far assaggiare anche all'ultimo nato i devastanti CROSTINI DI CARNE!!
Dopo aver mangiato (o provato a mangiare) tutto, saputo qualsiasi disgrazia su ogni tuo concittadino, detto a tuo figlio "Sì Marco, s'è quasi finito" quando ti portavano sempre il primo, ti appoggi al tavolo e pensi dentro di te: "Qui non ci torno più!".
Se però ti dovesse partire un super rutto o un mega curreggione, ti prego contattami.
Potremo diventare grandi amici.
Buone feste da Matteo.