Entri in pullman e pensi che è
un'altra mattinata di merda scolastica. Ti posizioni su quel cavolo di
sedille e ti liberi dagli abbriccoli che hai addosso. Ed è lì che ti
giri, che guardi chi ti circonda e controli la situazione. Ed i tipi
sono sempre i soliti: si va da colui che ripassa tassativamente tutte le
mattine, a colei che è stata lasciata il giorno precedente dal ragazzzo
e che preferisce raccontarti com'è andata invece che ripeterti le 25
pagine di storia che la prof le chiederà tra un'oretta.
E forse è lì che inizi a delineare le persone. Certo, tutto questo lo puoi fare solo dopo un consistente periodo di tempo, ma spesso il primo giudizio è quello che conta.
Prima fermata. Le porte si aprono ed entra lei, la Regina, la Bomberrrr, la diva. Sale sul pullman con discrezione controllando i componenti appena sbuca dalla porta. Ti guarda spesso schifata e il suo unico problema è quello di cambiare le canzoni nell'Ipod. Se infastidita ti lancia degli accidenti sottovoce, se sorpresa tiene la bocca aperta dieci secondi e, se divertita, non te lo mostra. Non te lo può mostrare. Lei è superiore e non può sorridere. Eh no. Non si abbassa alle tue situazioni.
Sbuffi e ti lamenti che il seggiolino è freddo, mentre dal fondo del pullman odi un urlaccio da stadio seguito, spesso, da una bestemmia. Contenti loro, contenti tutti.
Sale ancora gente e la temperatura sul pullman aumenta. Vorresti toglierti quel cavolo di cappottone, ma ormai sei quasi arrivato; poi dove vorresti metterlo? Sei su un pullman della Copit, mica in uno del Gran Turismo da gita. Non entri te e vorresti far entrare il cappotto? Falla finita....
Sale il gabber, sale il palestrato, sale il simpaticone che sfotteva già prima di montare, sale la figa, sale la secchiona, sale la donna anziana (forse unica intrusa di questa marmaglia di studenti) e scruti ancora. Suppergiù ci siamo tutti. Le perosne te le ricordi. Sono mesi che prendi questo trabiccolo freddo e sudicio e le facce non cambiano mai. Fuori scorre la vita quotidiana. Spanni il vetro e osservi le auto, i ragazzi a piedi, le donne con la spesa, gli anziani a spasso e il cielo.
"Non può piovere... no oggi no...". Tanto pioverà. Lo sai anche te. Non ci puoi fare niente.
Ti senti chiamare.
Si? Ah... certo...certo... Sempre le stesse persone che ti chiamano. Certo....senza dubbio... il Milan è una grande squadra...ma cosa vuoi???
Tu ridi e rispondi scioccando forse con una battuta arguta. Perchè l'Inter no?
Ti stanchi. Ormai 6 mesi di scuola e tutti i lunedì la stessa zolfa.
Frenata brusca. Qualche studente mugola, altri fanno finta di niente, in fondo bestemmiano sempre. Ogni reazione è lecita, ormai banale e scontata. Si rialza chi non si era retto bene e si pulisce chi ha sporcato il libro di geografia di fondotinta. Sospira la ragazza. La guardi. Stringe forte il cellulare e aspetta la chiamata del ragazzo.
"Che carini" le fai vedere; "Che imbecilli" pensi sorridendo stancamente. Sei così stressato che non ce la fai nemmeno ad allontanare le estremità della bocca. Ti appoggi al finestrino per dormire ed allontanarti dal mondo reale. Ehiiiii. Tra sbarellamenti e schianti non puoi dormire. Sei condannato a fissare quel cestista assurdo che hai davanti con il cappellino da rapper e le collane. Padre Pio? Kassius Clay? Eminem? Scuoti la testa perchè non ci capisci un tubo neanche te. Certo, mica male quella. Ce l'hai su Facebook, ma neanche di striscio. Vi sarete parlati cento volte ma dal vivo nisba. Non la saluti ormai. Non la vuoi salutare per spregio. Stasera la elimino. Prima però la taggo anche sul bagnosciuma, così da pienarle la bacheca.
Lei è arrivata. Tu sorridi. Lei inciampa nella cartella. Tu la fissi. Lei diventa rossa e ti saluta. Tu le fai capire che la cartella era lì da mezz'ora, imbecille! Lei si aggiusta e scende definitivamente. Lì pensi e sorridi. Se si fosse rotta un labbro forse l'avrei tenuta tra gli amici.
Ti spingono perchè quello accanto deve scendere. Accanto? A cosa? Dove? Ma cosa? Chi?
Sei sempre a quella stupida fermata ed il pullman non è ancora arrivato....
E forse è lì che inizi a delineare le persone. Certo, tutto questo lo puoi fare solo dopo un consistente periodo di tempo, ma spesso il primo giudizio è quello che conta.
Prima fermata. Le porte si aprono ed entra lei, la Regina, la Bomberrrr, la diva. Sale sul pullman con discrezione controllando i componenti appena sbuca dalla porta. Ti guarda spesso schifata e il suo unico problema è quello di cambiare le canzoni nell'Ipod. Se infastidita ti lancia degli accidenti sottovoce, se sorpresa tiene la bocca aperta dieci secondi e, se divertita, non te lo mostra. Non te lo può mostrare. Lei è superiore e non può sorridere. Eh no. Non si abbassa alle tue situazioni.
Sbuffi e ti lamenti che il seggiolino è freddo, mentre dal fondo del pullman odi un urlaccio da stadio seguito, spesso, da una bestemmia. Contenti loro, contenti tutti.
Sale ancora gente e la temperatura sul pullman aumenta. Vorresti toglierti quel cavolo di cappottone, ma ormai sei quasi arrivato; poi dove vorresti metterlo? Sei su un pullman della Copit, mica in uno del Gran Turismo da gita. Non entri te e vorresti far entrare il cappotto? Falla finita....
Sale il gabber, sale il palestrato, sale il simpaticone che sfotteva già prima di montare, sale la figa, sale la secchiona, sale la donna anziana (forse unica intrusa di questa marmaglia di studenti) e scruti ancora. Suppergiù ci siamo tutti. Le perosne te le ricordi. Sono mesi che prendi questo trabiccolo freddo e sudicio e le facce non cambiano mai. Fuori scorre la vita quotidiana. Spanni il vetro e osservi le auto, i ragazzi a piedi, le donne con la spesa, gli anziani a spasso e il cielo.
"Non può piovere... no oggi no...". Tanto pioverà. Lo sai anche te. Non ci puoi fare niente.
Ti senti chiamare.
Si? Ah... certo...certo... Sempre le stesse persone che ti chiamano. Certo....senza dubbio... il Milan è una grande squadra...ma cosa vuoi???
Tu ridi e rispondi scioccando forse con una battuta arguta. Perchè l'Inter no?
Ti stanchi. Ormai 6 mesi di scuola e tutti i lunedì la stessa zolfa.
Frenata brusca. Qualche studente mugola, altri fanno finta di niente, in fondo bestemmiano sempre. Ogni reazione è lecita, ormai banale e scontata. Si rialza chi non si era retto bene e si pulisce chi ha sporcato il libro di geografia di fondotinta. Sospira la ragazza. La guardi. Stringe forte il cellulare e aspetta la chiamata del ragazzo.
"Che carini" le fai vedere; "Che imbecilli" pensi sorridendo stancamente. Sei così stressato che non ce la fai nemmeno ad allontanare le estremità della bocca. Ti appoggi al finestrino per dormire ed allontanarti dal mondo reale. Ehiiiii. Tra sbarellamenti e schianti non puoi dormire. Sei condannato a fissare quel cestista assurdo che hai davanti con il cappellino da rapper e le collane. Padre Pio? Kassius Clay? Eminem? Scuoti la testa perchè non ci capisci un tubo neanche te. Certo, mica male quella. Ce l'hai su Facebook, ma neanche di striscio. Vi sarete parlati cento volte ma dal vivo nisba. Non la saluti ormai. Non la vuoi salutare per spregio. Stasera la elimino. Prima però la taggo anche sul bagnosciuma, così da pienarle la bacheca.
Lei è arrivata. Tu sorridi. Lei inciampa nella cartella. Tu la fissi. Lei diventa rossa e ti saluta. Tu le fai capire che la cartella era lì da mezz'ora, imbecille! Lei si aggiusta e scende definitivamente. Lì pensi e sorridi. Se si fosse rotta un labbro forse l'avrei tenuta tra gli amici.
Ti spingono perchè quello accanto deve scendere. Accanto? A cosa? Dove? Ma cosa? Chi?
Sei sempre a quella stupida fermata ed il pullman non è ancora arrivato....
Nessun commento:
Posta un commento